Quando si schiudono le uova di tartaruga?

Scopriamo insieme la schiusa delle uova e cosa serve per affrontarla nel migliore dei modi

Le uova di tartaruga si schiudono generalmente tra i 50 e i 90 giorno dopo la loro deposizione. L’arco di tempo è variabile poiché dipende da diversi fattori, primo fra tutti se stiamo attendendo una schiusa naturale, dove la tartaruga ha deposto naturalmente le uova o se stiamo aspettando una schiusa artificiale, nelle incubatrici apposite. Inoltre il tempo di schiusa del primo uovo rispetto all’ultimo guscio a rompersi può verificarsi con numerosi giorni di differenza.

Vediamo insieme la schiusa nelle diverse specie di tartaruga e come il tempo di incubazione determina il sesso dei nascituri.

Premessa

Tutte le tartarughe, siano queste di terra che palustri, depongono uova e questo può accadere anche durante la cattività, specie se le tartarughe vengono seguite attraverso un’alimentazione specifica e in un habitat adatto alle loro esigenze.

A seguito della fecondazione, la tartaruga depone un numero di uova variabile a seconda della specie di appartenenza e dell’età, scavando nella terra, con gli arti anteriori, una piccola fossa che fungerà da nido, prediligendo i terreni più morbidi e sabbiosi. Il numero di uova deposte varia da 3-6 nelle tartarughe di età media, in più del doppio per quelle più giovani e può raggiungere le cinquanta uova nei casi di specie domestiche. La deposizione solitamente si verifica al mattino o durante le prime ore della sera, quando la temperatura esterna risulta più fresca, mentre la schiusa sarà influenzata dalle condizioni termiche di allevamento. Inoltre la temperatura media di incubazione influenza il sesso dei nascituri: così come avviene per molti pesci e rettili, sotto i 31,5°C nasceranno principalmente esemplari maschi, mentre se la temperatura sarà superiore ai 31,5°C avremo una maggioranza di esemplari femmine. Intorno a questa temperatura invece nasceranno in egual misura esemplari maschi e femmine.

Le tempistiche legate alla schiusa invece variano a seconda che si tratti di schiusa artificiale, laddove le uova siano state deposte all’interno di un’incubatrice, o se si parli di schiusa naturale nel terreno dove le uova sono state deposte. Se in natura tra il primo e l’ultimo uovo potrebbe trascorrere anche una settimana di attesa, all’interno di un’incubatrice e grazie alla possibilità di monitorare le diverse variabili, i tempi di riducono. A influenzare la schiusa delle uova sono la temperatura e l’umidità dell’ambiente che le ospita. Infatti, all’interno di un’incubatrice e quindi di un habitat artificiale, per indurre la schiusa la temperatura dovrà essere leggermente superiore rispetto alla temperatura standard di 30°. Allo stesso tempo bisogna far attenzione a non eccedere i 34°C o a raggiungere temperature al di sotto dei 25°C, che comporterebbero purtroppo la morte degli embrioni presenti all’interno delle uova.

Ma come funziona la schiusa delle uova di tartaruga?

La schiusa delle uova di tartaruga è un meccanismo tanto affascinante, in quanto legato al concetto di vita e di nascita, quanto complesso per il suo sviluppo. La schiusa infatti si verifica quando l’aria a disposizione dell’embrione che è presente nell’uovo si esaurisce, pertanto la tartarughina deve rompere il guscio dell’uovo per uscire fuori e trovare nuove fonti di aria per respirare. Ma come può un essere così piccino e ancora sotto forma di embrione avere la forza di rompere dall’interno l’uovo? Man mano che la tartarughina cresce, il guscio che la contiene si assottiglia sempre di più e allo stesso tempo aumenta la quantità di anidride carbonica che costringe la tartarughina a muoversi, alla ricerca di una bolla d’aria dentro cui respirare. Terminato anche quest’ultimo residuo d’aria la tartaruga riprende a muoversi fino a che non rompe con il dente dell’uovo, una protuberanza che ha sulla mascella che si riassorbirà dopo circa due settimane dalla nascita, il guscio per respirare nuovamente. Tuttavia, l’uscita dall’uovo richiederà ancora alcune ora finché non avrà assorbito completamente il tuorlo, nonché sua principale fonte di nutrimento in questa primissima fase della sua effettiva “vita”.

Consigli

Ovviamente, sono numerose le accortezze che possiamo seguire riguardo la schiusa delle uova di tartaruga affinché questa si verifichi nei tempi e nel modo migliore per queste nuove giovani piccole vite. Ecco alcuni consigli:

  • laddove ci trovassimo in un luogo del Sud, dove la temperatura è più calda, potremmo optare per la schiusa naturale. In caso contrario se abitiamo al Nord, con temperature più rigide e fredde, sarà meglio optare per una schiusa artificiale in incubatrice;
  • l’incubatrice può essere acquistata negli appositi negozi per animali esotici o costruita artigianalmente. Esistono anche incubatrici per volatili che potrebbero essere ugualmente funzionali:
  • abbiate sempre a mente che le uova di tartaruga non vanno mai assolutamente girate. In caso risulti necessario spostarle, si procederà col segnare con una matita dalla punta morbida il lato della faccia dell’uovo rivolta verso l’alto così da riposizionarla altrove nello stesso verso:
  • in caso di schiusa naturale, al fine di proteggere le uova da eventuali predatori, recintiamo in anticipo l’area di deposizione appositamente preparata;
  • in caso di schiusa artificiale in incubatrice invece, cerchiamo di garantire alle uova oltre che una temperatura adeguata anche una certa umidità, che non sia eccessiva onde evitare l’insorgenza della muffa.

Ancor prima però di inoltrarci nell’ambito della riproduzione delle tartarughe, sia questa per via naturale o in un ambiente artificiale come l’ambiente domestico, è bene informarsi su tutte le cure che la tartaruga come singolo e poi le tartarughine avranno bisogno. Tra i punti su cui sarà importante approfondire le proprie conoscenza ci sarà sicuramente l’aspetto dell’alimentazione da seguire, che nelle tartarughe deve garantire una presenza di vitamine A e D (quest’ultima importante per il guscio). Conoscere l’habitat ideale per ogni tipologia di specie e mantenerlo pulito sarà un altro compito al quale dovremo mantenere fede, pensando ancora prima dell’arrivo della tartaruga agli spazi che avrà a disposizione per i suoi mesi di attività e per quelli di riposo legati al letargo. Inoltre dovremo avvalerci di un veterinario esperto che possa monitorare lo stato di salute della tartaruga ed eventualmente sostenerci e supportarci mentre ci prendiamo cura di lei. Informarci è il prerequisito minimo richiesto prima di addentrarci alla cura e alla convivenza con qualsiasi specie animale diversa dalla nostra, sempre memori che ogni vita è importante e scegliere di far entrare nella nostra quotidianità un’altra vita richiede impegno, costanza, conoscenza e un impegno economico quanto fisico continuo e di valore. Inutile dire che il ritorno che un’esperienza del genere ci darà a livello emotivo ripagherà, sempre e comunque, di ogni sforzo il cuore.