Le dimensioni contano? I social dicono la loro
Donne e uomini ci rivelano se la “ricetta della felicità” è a base di cm extra
C’è una domanda che assilla e accomuna buona parte della popolazione maschile e la categoria delle nonne indaffarate nella preparazione dei pranzi domenicali: “Sarà abbastanza?”
Le dimensioni sessuali sono spesso un cruccio per gli uomini (spoiler: secondo uno studio circa il 55%) e talvolta tale condizione può portare a sensazioni di inadeguatezza e sconforto, anche se alla fine dei conti non è presente veramente nessun “deficit” fisico.
Per cercare di fare luce sulla questione e scoprire se anche l’utente medio sui social riscontra problemi legati alle misure penine, abbiamo chiesto a donne e uomini come vivono la loro sessualità in base alle misure del partner.
Dalle informazioni ricavate attraverso la nostra inchiesta social siamo riusciti a sintetizzare queste informazioni:
- le dimensioni contano, ma con riserva;
- la maggioranza della popolazione possiede dimensioni più che sufficienti a soddisfare la/il partner (anche se la loro autopercezione è negativa);
- le/i partner molto spesso sono soddisfatti delle dimensioni (ma non necessariamente di tutto il resto);
- più che la lunghezza conta il diametro;
- l’eccitazione e l’affinità mentale sono molto importanti se non fondamentali;
- aiutarsi con la stimolazione di altre zone erogene può salvare la serata;
- per citare un volontario: “finché c’è lingua e dito nessun uomo è finito”.
Il gruppo è formato da un totale di 120 volontari con attitudini sessuali differenti, distinguibili tra eterosessuali, omosessuali e persone che non danno un’importanza cruciale al sesso del partner. Sono individuabili tra gli intervistati 80 uomini e 40 donne appartenenti a diverse fasce di età comprese tra i 18 e i 60 anni. Ci hanno aiutato ad acquisire un’idea precisa sull’argomento e a sfatare alcuni luoghi comuni che da troppo tempo vengono presi come verità assolute. Buona lettura!
Le dimensioni del pene sono importanti? Sì, No, X
Era quasi scontato dover porre una domanda secca e precisa. Peccato che la risposta non si presti a un’affermazione netta e necessiti di qualche spiegazione in più (altrimenti l’articolo sarebbe praticamente già finito).
Il sì assoluto indicante la tassativa e imprescindibile importanza di avere un bazooka nel “sottocoperta” riguarda sorprendentemente e contro ogni aspettativa solo l’8,3% dei partecipanti (uomini e donne). Meno di questo risultato ha ottenuto solamente l’estremo opposto, ovvero il “No, la grandezza del pene non conta” con un (in questo caso intuibile) 0%.
In medio stat virtus, infatti il secondo posto per numero di risposte, con un 16,7%, lo ottiene un no più moderato e facente intendere che qualche piccolo deficit (se non eccessivo) è comunque ben tollerato.
Il primo posto, con un distacco netto dettato dal 75% di risposte è assegnato a: “Sì, le dimensioni contano, ma ci sono alcuni fattori decisamente più importanti”. Adesso la domanda è un’altra, ovvero: “quali sono questi fattori?”. Come accennato, il risultato finale ha bisogno di approfondimenti, che fortunatamente la scienza ufficiale è in grado di fornirci.
“Non conta la grandezza del martello ma come colpisci il chiodo”: è la verità?
Quanto bisogna essere dotati per soddisfare la/il propria/o partner? A quanto pare da diversi studi non necessariamente si deve essere forniti di un mazzapicchio. Per quanto riguarda il sesso anale molto di ciò che riguarda la soddisfazione (inerente alle dimensioni del pene) è facilmente raggiungibile grazie all’enorme sensibilità dell’ano.
Una dotazione “normale” (che presto andremo a quantificare con precisione) è più che sufficiente per soddisfare il proprio partner durante le pratiche anali. Lo stesso, in linea teorica, dovrebbe avvenire anche per il sesso vaginale.
Infatti, secondo uno studio condotto dall’Università del New Mexico in collaborazione con l’Università della California, le donne preferirebbero peni di dimensioni diverse in base alle situazioni. In linea generale, il popolo femminile tende a essere maggiormente esigente in caso di rapporti occasionali, mentre riguardo ai rapporti di lunga durata tende a scegliere ammennicoli di dimensioni più amichevoli e meno impegnative.
Quando si parla di dimensioni “normali” ovviamente ci si rifà sempre a un numero ottenuto attraverso delle statistiche. I risultati tendono a variare molto in base ai paesi, all’etnia del campione umano e dalle conseguenti caratteristiche somatiche. Comunque, indicativamente, un pene nella norma misura intorno ai 9 cm a riposo e tra i 13 e i 18 cm circa in erezione.
Viene stimato che, per essere di una lunghezza “godibile”, il pene dovrebbe presentarsi intorno ai 12 cm, misura al di sotto della media statistica. Più avanti vedremo che sono anche altri i fattori, spesso più importanti della lunghezza, che vanno a concorrere alla soddisfazione sessuale.
Tuttavia pare che circa l’85% dei partner ritenga soddisfacenti le dimensioni del proprio uomo, contro il 55% della soddisfazione maschile nei confronti delle proprie dimensioni. La percezione e il giudizio che uno ha di sé spesso sono molto più severi del pensiero altrui.
Il ruolo del porno nella percezione di sé
Aspettative troppo elevate e una sessualità distorta, soprattutto nei giovani, possono essere una delle cause di un rapporto malvissuto e troppo severo con il proprio corpo. La facilità con cui è fruibile la pornografia sicuramente ha avuto e ha un forte impatto con l’ideale sessuale comune e sulla sessualità.
Ed ecco che le persone cercano di ricalcare le gesta di prestanti pornoattori e avvenenti pornodive perseguendo un’idea irraggiungibile e frustrandosi cercando di portare nel mondo reale qualcosa che di reale molto spesso non ha niente. Performance quasi circensi, dimensioni considerevoli e resistenza da maratoneta sono obiettivi sicuramente allettanti da provare a raggiungere, ma molto spesso si perde di vista il fatto che i/le pornostar sono professionisti del settore e che in alcuni casi esistono accortezze per spettacolarizzare l’atto, anche a discapito della realtà effettiva dei fatti.
Uno studio effettuato su 6900 performer sessuali professionisti presenti in 10 dei siti porno-gay più famosi al mondo ha evidenziato come la straordinarietà delle dimensioni dei genitali maschili e delle posizioni realizzate siano fortemente ricercate dagli utenti.
Così la pornografia fornisce un potente modello euristico che è implicato nelle aspettative e nei comportamenti degli uomini durante il sesso.
– Se ti interessa il mondo della psicologia e ti affascinano i modelli euristici vieni a leggere il nostro articolo sui bias cognitivi e le euristiche. –
La scienza ha dimostrato come gli uomini che usufruiscono maggiormente della pornografia abbiano anche maggiori probabilità di riprodurre determinati schemi comportamentali nella propria sfera intima privata. Ciò comporta la richiesta al partner di determinate performance e atti sessuali specifici, oltre alla necessità di evocare immagini di pornografia durante il sesso per mantenere l’eccitazione e una maggiore preoccupazione per le proprie prestazioni/dimensioni sessuali.
“Non lungo che tocchi, non largo che otturi, ma duro che duri!”: ne siamo sicuri?
Durante la nostra inchiesta, una volontaria ha espresso questo pensiero:
“Spesso gli uomini si focalizzano troppo sulla lunghezza, quando invece sono molto importante la grandezza e lo spessore. Anzi, una lunghezza esagerata può rappresentare un problema a volte, in quanto i rapporti potrebbero risultare dolorosi.”
Tale pensiero ha trovato concordi circa il 70% dei partecipanti “passivi” alla penetrazione, mentre un’altra buona percentuale di volontari (sempre passivi), corrispondenti a circa un 30%, ha ritenuto più importanti rispetto alle dimensioni la capacità del partner di creare la giusta atmosfera e stimolare altre zone erogene del corpo.
Questo ci indica come il mito della lunghezza possa essere nella maggioranza dei casi solamente un modo di dire, una semplificazione atta a esprimere in maniera più rapida un concetto (a scapito dell’esattezza espressiva). La maggioranza dei nostri partecipanti non esclude assolutamente l’importanza delle dimensioni, ma puntualizza che più che la lunghezza sono lo spessore e la solidità dell’erezione (per cui esistono anche aiuti medici per raggiungere l’erezione e mantenerla) a contare, unite alla capacità di creare una situazione stimolante ed eccitante.
Il giudizio più severo arriva proprio dalla fazione “attiva” sul versante penetrazione, ritenendo le dimensioni fondamentali al fine di avere un autopercezione positiva inficiante sull’autostima e sul senso di potenza. Questo conferma il dato iniziale secondo cui il 55% degli uomini si ritiene non pienamente soddisfatto delle proprie dotazioni (o comunque gli dà un’importanza eccessiva) nonostante spesso tale senso di insoddisfazione non sia condiviso dal partner.
In alcune circostanze un pene da guinness, invece, può essere il vero “nemico”. Da alcuni volontari è stata sollevata la problematica di un pene fin troppo fornito, soprattutto durante il sesso anale. Tra tutti un volontario si è espresso dicendo: “mi è capitato più volte che il mio partner non abbia voluto praticare sesso anale con me perché ce l’ho troppo grosso, però con gli altri, compresi i suoi ex, a volte l’ha fatto”.
Purtroppo ci è stato segnalato da molti volontari che la loro percezione è quella di non riuscire a trovare sufficiente personale sanitario specializzato o centri a cui rivolgersi per trovare informazioni e sostegno nel caso in cui ci si senta “in deficit” rispetto alle proprie dimensioni. Tuttavia, un pensiero comune, che mi permette anche di chiudere l’articolo con una nota positiva, riguarda la capacità di ogni uomo dotato d’impegno e fantasia, di soddisfare la propria metà e di riflesso se stesso. Non conta la misura del martello, ma come coccola il chiodo. Non era così il detto? Vabbé l’importante è capirsi.