Perché gli uomini amano l’anale?

Inchiesta social per scoprire perché il sesso anale piace tanto agli uomini

uomini amano l'anal

Sommario
    Tempo di lettura Tempo di lettura terminato
    0
    Time

    Perché gli uomini amano così tanto il sesso anale? Parto da questa domanda come input, mentre cerco di fare ordine con le idee in vista di questa inchiesta social. Onestamente comincio a preparare il terreno per questo articolo con qualche pregiudizio, infatti il mio primo pensiero è stato: ”Se avessi un euro per ogni volta che nel mondo è stato chiesto di praticare sesso anale adesso potrei comprarmi un paio di colline nella Val d’Orcia” e subito a ruota: “Se invece ricevessi un euro anche per ogni volta che il/la partner ha risposto di no, potrei anche costruirci una dozzina di cantine!”.

    Il pensiero nasce spontaneo, non perché io veda la pratica come un tabù o perché sia attaccato a chissà quale principio medievale, quanto perché mi baso su qualche “dato statistico” che nel corso degli anni ho potuto raccogliere tramite discorsi da bar, confidenze e luoghi comuni triti e ritriti.

    Ciò non è paragonabile a una vera e propria forma di conoscenza, perciò il passo più logico da compiere per farmi una cultura a riguardo mi è sembrato quello di andare a chiedere ad amici, conoscenti, benauguranti, estranei e appartenenti alle alte sfere del Nuovo Ordine Mondiale qualcosa che fosse talmente intimo da non confidare nemmeno ai propri partner, ma che in compenso dovevano dire a me.

    Com’era auspicabile, una volta garantito il più completo anonimato (parola che è stata mantenuta al 100%, ogni promessa è debito), donne e uomini hanno deciso di confidarsi, lasciando cadere il velo della vergogna ed essendo completamente trasparenti davanti al monitor del loro smartphone.

    Ecco come, grazie all’aiuto di 8 donne e 12 uomini, per un totale di 20 volontari, siamo riusciti a fare chiarezza su uno dei più forti tabù sessuali ancora in piedi: il sesso anale!

    Piace tanto a lui? Piace tanto a lei? Piace a tutti? Non piace a nessuno? Piace solo a qualcuno? Continua a leggere, c’è spazio per ogni domanda e ancor di più per ogni risposta.

    L’inchiesta social

    Come anticipato le domande sono state poste a 20 volontari, 8 donne e 12 uomini. A dire il vero le persone alle quali sono stati posti i quesiti erano molte di più, ma come era prevedibile in molti hanno preferito non rispondere, in fondo non è facile aprirsi su argomenti così intimi. Quindi abbiamo deciso di puntare sulla qualità più che sulla quantità: i rinomati “pochi ma buoni” (ed estremamente sinceri oserei aggiungere).

    L’età dei partecipanti va dai 18 fino ai 60 anni, di cui il 90% afferma di aver praticato e/o di praticare sesso anale, mentre il 10% dei volontari dichiara di non averlo mai praticato o comunque di averci provato, ma di aver interrotto la pratica. Il 20% afferma di aver avuto la sua prima esperienza anale, attiva o passiva, prima dei 20 anni, ma uno dei dati più interessanti è senz’altro la frequenza con cui questo viene praticato: infatti, nonostante per molti partecipanti venga ritenuto piacevole, mediamente viene praticato una volta ogni 1 o 2 mesi circa.

    Si va da partecipanti che amano praticare sesso anale durante ogni rapporto (o quasi) con il/la partner fino a volontari che lo hanno praticato solo pochissime volte durante la vita o che comunque dichiarano di non applicarsi nell’atto più di una, massimo due volte l’anno.

    Per capire il motivo di quelli che, a prima vista, possono apparire come risultati incoerenti è necessario rispondere alla domanda fondamentale, ovvero: come funziona il sesso anale?

    Fatto ciò prenderemo qualche spunto offerto dai nostri volontari per capire come mai a lui piace il sesso anale, mentre per lei, nella maggior parte dei casi esaminati, il sesso anale è doloroso a tal punto da spingere la coppia a desistere. 

    Il sesso anale

    Dalle risposte è emerso che su 8 donne partecipanti solamente una ha espresso una predilezione per il sesso anale rispetto a quello vaginale, un dato forse prevedibile, ma è interessante osservare come su 12 uomini, ben 10 volontari abbiano espresso la loro preferenza per il rapporto vaginale. Dunque il mito secondo cui gli uomini preferiscono il sesso anale rispetto a quello vaginale è un falso? Sì e no, presto chiariremo la faccenda, ma prima di farlo cerchiamo di capire con precisione quali aspetti si nascondono dietro il sesso anale.

    Un rapporto anale è un atto che vede coinvolti un pene e uno sfintere anale (e fin qui niente di nuovo, difficilmente avrei potuto citare un pallottoliere, ma mai dire mai). Le differenze maggiormente critiche rispetto ad un rapporto vaginale riguardano l’assenza di lubrificazione naturale dell’ano e il fatto che questo presenti dei complessi muscoli sfinterici a differenza della vagina. La muscolatura dell’ano si divide tra interna ed esterna, ricca di terminazioni nervose che potenzialmente rendono la cavità anale una zona erogena estremamente potente, ma conseguentemente molto sensibile.

    Oltre al sesso anale inteso come rapporto pene-ano esistono molte altre pratiche inerenti all’utilizzo dello sfintere anale, tra queste le più conosciute sono:

    • Diteggiatura: inserimento e utilizzo delle dita per la stimolazione dell’ano.
    • Anilingus: stimolazione orale dell’ano.
    • Utilizzo di sex toys: eccitazione e penetrazione dell’ano attraverso l’utilizzo di vibratori, plug anali, palline anali, strapon e molto altro.
    • Fisting: penetrazione anale tramite il graduale inserimento del pugno.

    Una tra le raccomandazioni principali che arrivano dal mondo medico è quella di fare attenzione alla ruvidità della pratica anale. L’elevata carica microbica della cavità anale e l’assenza di lubrificazione possono esporre facilmente a lesioni e ferite con conseguente trasmissione di infezioni e malattie. L’utilizzo di un dispositivo di protezione sessuale adatto e di un lubrificante intimo permette di prevenire un gran numero di disturbi e complicazioni.

    I lati positivi del sesso anale

    Lei ci ha detto: “È una forma di piacere differente, che stimola zone diverse. Inoltre l’orgasmo è più intenso.“

    In questa affermazione troviamo la sintesi di quello che è stato il pensiero di molte delle donne partecipanti. L’innervazione della zona anale unita alla sua struttura muscolare offre un piacere sicuramente differente rispetto al sesso vaginale che può piacere o risultare talmente intenso da rendere insostenibile il dolore.

    Al raggiungimento di tali sensazioni concorrono vari fattori: da quelli psicologici rappresentati da una maggiore sensazione di intimità con il partner a quelli fisici, in cui potremmo ritrovare il punto Gräfenberg, maggiormente conosciuto con il nome di “punto G” (argomento che tra medici e specialisti suscita tuttora accesi dibattiti e/o perplessità).

    Il punto G sarebbe una zona estremamente sensibile situata indicativamente dietro l’osso pubico femminile e raggiungibile attraverso la parete anteriore della vagina. Pare che esso e altre aree della vagina abbiano tessuti e nervi correlati al clitoride. La stimolazione diretta e/o indiretta del clitoride, del punto G o di entrambi durante il sesso anale potrebbe aiutare alcune donne a godersi l’atto e raggiungere orgasmi sicuramente diversi da quelli ottenibili con il tradizionale rapporto vaginale.

    L’argomento ti ha mosso delle curiosità? Allora potrebbe interessarti anche questa nostra inchiesta sugli orgasmi femminili.

    Lui ci ha detto: “Dal punto di vista fisico è più stretto quindi si sente di più; dal punto di vista mentale c’è il concetto di sfida: convincere una donna a fare sesso anale è come trovare l’oro dei pirati, molti lo cercano ma chissà se qualcuno mai lo troverà?!”

    “L’oro dei pirati”: questa analogia è più esaustiva di qualunque spiegazione possa darci la psicologia. Tornando seri, questo probabilmente dal punto di vista emotivo e mentale è forse il più importante anello di congiunzione tra la visione positiva del sesso anale maschile e femminile. L’importanza di sentire un’intimità maggiore con il/la partner, il desiderio di legarsi fino a un livello più profondo e la sensazione di essersi ceduti completamente sono secondo uno studio dal titolo “Perché le donne si impegnano in rapporti anali” la principale spinta a concedersi reciprocamente.

    Poi arriva l’aspetto fisico dell’atto e qui gioca un ruolo importante l’anatomia dell’ano. La presenza di uno sfintere dalla muscolatura tonica e la strettezza del pertugio offrono una maggiore sensazione di pressione intorno al pene che, tradotto in una risposta offerta da un volontario diventa: “Stringe meglio il… razzo”. Questo offre una stimolazione maggiore e più intensa, che spesso può esporre al rischio di capitolare se si soffre di eiaculazione precoce o comunque si ha difficoltà, anche momentanee, a gestire l’eccitazione.

    Un aspetto emerso dai maschi volontari che forse andrebbe messo tra gli aspetti negativi, ma che ritengo possa stare tranquillamente tra gli aspetti positivi, riguarda il dolore provato dal/dalla partner. Infatti, il motivo più frequente per cui molti preferiscono il sesso vaginale rispetto a quello anale (ben 10 su 12, ricordi?) riguarda proprio la volontà di condividere la piacevolezza del momento con la propria metà, senza esporla a nessun tipo di sofferenza. Da questo risultato possiamo capire il motivo per cui molti uomini preferiscono il sesso vaginale: non perché non siano appassionati della pratica anale, ma perché preferiscono mettere avanti le esigenze del partner alle proprie. 

    I lati negativi del sesso anale

    Lei ci ha detto: “Ci ho provato, ma faceva troppo male. Però se si trova il modo di non morire di dolore non ho problemi col sesso anale in sé.” 

    Il lato negativo principale rimane sempre lo stesso, ovvero il dolore. Uno studio avente come partecipanti 32 donne ha messo in evidenza come il 62.5% delle volontarie vedesse l’essere “su di giri”,ovvero sotto effetto di alcol e droghe, il motivo principale ad averle spinte verso un rapporto anale. Questo perché dal lato fisico l’azione anestetica di determinate sostanze può in qualche maniera contribuire ad attenuare le sensazioni negative, dal lato psicologico si ottiene uno sgretolamento dei tabù che solitamente influiscono su determinate scelte.

    Lui ci ha detto: “Non mi piace quando esce la sorpresina”.

    L’aspetto igienico è sicuramente uno degli argomenti maggiormente citati, sia dalle donne che dagli uomini, tra gli aspetti negativi del sesso anale. Inutile aggiungere che è normale avere degli inconvenienti, ma nonostante ciò questo continua a provocare imbarazzo da ambe le parti. Oltre a ciò, un volontario cita la possibilità di incorrere nello stiramento del frenulo. Purtroppo è un incidente possibile, data la strettezza del pertugio e data l’assenza di lubrificazione naturale. La possibilità di incorrere in ferite, lesioni e infezioni è sempre dietro l’angolo.

    Considerazioni finali e qualche piccolo suggerimento sul sesso anale

    Pensi che a lei piaccia il sesso anale?” – “Dipende: alcune sono proprio appassionate, ad altre può piacere in una particolare situazione di intimità e se messe a proprio agio, altre ancora sono rimaste traumatizzate da esperienze pregresse infelici. In buona sostanza i preparativi e l’aspetto psicologico influiscono molto secondo me, ma non è per tutte.”

    Il pensiero di questo volontario è un po’ la sintesi corretta (se mai ne possa esistere una). Sostanzialmente piace ciò che piace, senza costrizioni da nessuna delle due parti. Sicuramente aver vissuto delle esperienze negative in passato non incentiva a riprovare nel futuro, ma se magari pensate che la vostra metà sia degna di voi e che rifare un tentativo possa rappresentare un’esperienza interessante, ecco alcune piccole accortezze che mi sentirei di suggerirvi:

    • Lubrificare sempre, abbondantemente: la lubrificazione è fondamentale. Se vuoi conoscere il lubrificante migliore per la pratica anal sicuramente ti interesserà il nostro articolo sui lubrificanti intimi.
    • Proteggiti e proteggetevi, anche se state insieme da molto tempo: utilizzare il preservativo non mette solamente al riparo da gravidanze indesiderate, ma anche da una serie di disturbi e malattie sessualmente trasmissibili che possono colpire in maniera non prevedibile.
    • Gradualità e pazienza, non stai correndo i 100m e non stai piantando un ombrellone in spiaggia: l’ano è una parte del corpo molto sensibile, ma anche estremamente elastica. Comincia con calma e stimola esternamente la zona. Una volta che la situazione si sarà riscaldata procedi con una penetrazione statica del mignolo della mano, poi con movimenti lenti e circolari. Passare gradualmente alle altre dita fino al raggiungimento della dilatazione desiderata. Il finale sarà una penetrazione delicata con il pene, fino a divertirvi come meglio credete.
    • Le prime volte chi riceve sta sopra: questo permetterà alla parte passiva di ottenere un maggiore controllo dei movimenti e decidere il grado di inserimento.
    • Prova con i sex toys: in commercio ne esistono di molti tipi e progettati appositamente per i giochetti anali. La struttura di tali dispositivi “anal friendly” permettono di arrivare gradualmente al grado di penetrazione e dilatazione desiderato da entrambi.
    • Fai con calma: lo so che è già stato detto, ma lo ripeto. La calma in questo frangente è veramente la “chiave di volta”. Se hai fretta o ne metti al tuo partner potresti non riprovare mai più l’esperienza di un rapporto anale (giustamente aggiungerei!). 

    Siamo arrivati alla conclusione ed è il momento di tirare le somme e rispondere alla domanda di partenza: “Perché gli uomini amano così tanto il sesso anale?” La risposta è ormai chiara, ma a questo punto la vera domanda è divenuta un’altra, ovvero perché preferiscono non praticarlo? La risposta è semplice: perché le loro metà gli piacciono di più. Fortunatamente, in questo frangente, nessuno deve necessariamente privarsi di qualcosa, adesso hai qualche dritta che potrebbe tornarti comoda. Buona vita!

    Fonti

    Lascia il tuo commento

    Non verrà mostrata nei commenti
    A Good Magazine - Newsletter
    è il contenuto che ti fa bene! Resta aggiornato sulle malattie digitali

    Ho letto e accetto le condizioni di privacy