La pastiglia blu e i suoi utilizzi: le esperienze dirette

Il mondo social racconta il proprio rapporto con gli aiuti per la potenza eccitatoria

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    Se è vero che “la salute passa dalla tavola” (come recita un vecchio detto popolare) è anche vero che il benessere fisico e psicologico, certamente, non disdegna nemmeno l’attività sotto le lenzuola. Una vita sessuale soddisfacente e appagante, anche in tarda età, è sinonimo di una buona forma fisica (ne parleremo più avanti), ma nel caso le cose non vadano secondo i propri desideri è necessario preoccuparsi?

    Non è raro che uomini di tutte le età ricorrano a un “aiutino” per riappropriarsi della propria potenza sessuale, e per fare ciò sicuramente trovano nella farmacologia un aiutante fidato e pronto con innumerevoli soluzioni. Viagra, Cialis, Levitra, Spedra sono solo alcuni dei nomi più o meno noti appartenenti al mondo delle erezioni “a comando”.

    Ma come funzionano i farmaci per favorire la potenza sessuale? E gli uomini che ne fanno uso ne sono soddisfatti? Per rispondere a questa domande (e non solo) abbiamo fatto un piccolo sondaggio con 10 volontari, che in completo anonimato hanno deciso di aiutarci a capire come l’utilizzo di Viagra e Co. possa influenzare e/o aiutare la vita sessuale degli utilizzatori.

    Cosa può provocare la disfunzione erettile

    Per capire il funzionamento dei farmaci contro la disfunzione erettile è importante comprendere su quali dinamiche fisiologiche vanno a intervenire. Può essere interessante sapere che, a livello globale, la popolazione con disfunzione erettile varia dal 14% fino al 48% e i paesi con le percentuali più elevate sono quelli del Sud Est Asiatico e degli Stati Uniti; l’Europa in confronto ha tassi meno elevati.

    In Italia, uno studio svolto su 2000 soggetti, ha rivelato che un 12,8% di uomini è affetto da disfunzione erettile incompleta o completa, dei quali il 48% ha più di 70 anni, contro il 2% della fascia dai 18 ai 30. Rapportando questo campione alla popolazione italiana è verosimile supporre che la disfunzione erettile a vari livelli possa affliggere circa 3 milioni di soggetti.

    Oltre all’età, anche la manifestazione di disturbi cardiovascolari pare essere un dato correlato alla disfunzione erettile e da tenere assolutamente sotto controllo. Secondo uno studio, l’insorgenza di disfunzione erettile è predittiva (con una media di 3 anni di anticipo) di un evento cardiovascolare. 

    Detto ciò, la letteratura medica definisce la disfunzione erettile come la persistente o ricorrente incapacità a raggiungere e mantenere un’erezione sufficiente per avere un rapporto sessuale soddisfacente. Può derivare da problemi relazionali, psicologici, organici o derivanti da più fattori contemporaneamente. Ciò lo rende un disturbo multidimensionale, conseguente a una generale perturbazione di tutte le componenti della risposta erettile. Questo perché, nonostante l’evento di precipitazione sia legato ad un unico fattore, prima o poi tutte le altri componenti ne verranno interessate, con conseguenti effetti negativi sulla qualità delle relazioni, della vita e dell’umore.

    I principali fattori di rischio possono essere divisi in tre componenti: organica, relazionale e intra-psichica.

    Componente organica

    La componente organica del disturbo è divisibile in ulteriori due categorie.

    Una categoria è rappresentata dai fattori modificabili, che sono:

    Poi ci sono i fattori non modificabili:

    • Diabete mellito;
    • Malattie cardiovascolari;
    • Patologie neurologiche;
    • Interventi pelvici;
    • Insufficienza renale;
    • Epatopatie;
    • Ipogonadismo.

    Componente relazionale

    Una vita sessuale di coppia insoddisfacente può essere sia la causa che l’effetto di un disturbo di disfunzione erettile.

    Le dinamiche possono essere molteplici, si può infatti assistere a un calo della libido di lui come può può essere lei ad aver perso la voglia di fare l’amore, inviando al partner segnali negativi.

    La caratteristica multidimensionale del disturbo sta anche qui: può infatti nascere da un disturbo biologico e ripercuotersi nella vita relazionale, ma può anche avvenire l’opposto.

    Componente intra-psichica

    La componente psicologica può avere diversi fattori di rischio, tra i principali troviamo:

    • Stress;
    • Educazione;
    • Aspettative;
    • Credenze e valori;
    • Interazione;
    • Ansia;
    • Disturbi mentali.

    Come funzionano i farmaci per la potenza sessuale

    La maggior parte dei farmaci utilizzati hanno un’azione di inibizione della fosfo-diesterasi (PDE) di tipo 5 (PDE5i). I PDE5i agiscono con un meccanismo prevalentemente periferico, inibendo la PDE5, coinvolta nella degradazione del guanosin-monofosfato ciclico (cGMP). La conseguenza è un aumento del cGMP, principale II messaggero intra-cellulare, coinvolto nel rilassamento della muscolatura liscia peniena e quindi nel processo di erezione.

    Questi farmaci risultano efficaci per oltre l’80% dei pazienti.

    I principali metodi di somministrazione sono per via orale o intra-cavernosa.

    Tra gli inibitori della PDE5 somministrabili oralmente troviamo:

    • Avanafil;
    • Sildenafil;
    • Tadalafil;
    • Vardenafil.

    Invece per via intra-cavernosa è famoso l’Alprostadil, unico farmaco di questa categoria autorizzato in Italia. Solitamente è utile in alcune condizioni patologiche caratterizzate da una disfunzione neuronale e/o endoteliale.

    Parola ai volontari

    Finalmente passiamo la parola a chi determinati farmaci li conosce in prima persona. Da un campione eterogeneo di diverse centinaia di persone, solamente in 10 hanno accettato di rispondere alle domande, ammettendo di utilizzare un qualsiasi tipo di farmaco per aumentare la propria potenza sessuale.

    Il campione è composto prevalentemente da uomini sopra i 60 anni (il 60%), a seguire la fascia da 51 a 60 anni (20%) e il restante 20% dai 18 ai 50 anni. 

    Il campione ha indicato di utilizzare il ben noto Viagra (Sildenafil) nel 60% dei casi, contro il Cialis (Taladafil) nel rimanente 40%. Esistono alcune “menzioni d’onore” anche per Spedra (Avanafil) e per la versione masticabile del Sildenafil 50, poiché più pronto all’uso, quindi più comodo.

    Tra i nostri volontari, l’età della prima assunzione risulta essere mediamente dopo i 50 anni, con un utilizzo “ludico” nel 50% dei casi, mosso cioè dalla ricerca di una performance eccellente o di una maggiore spavalderia piuttosto che da una reale necessità. Essendo medicinali è sconsigliabile l’assunzione sconsiderata, ma è da ricercarsi sempre l’approvazione del proprio medico. Nel complesso l’utilizzo regolare e continuativo avviene solamente nel 30% dei soggetti, contro un 70% per l’uso sporadico o “a bisogno”.

    Per quanto riguarda gli effetti collaterali invece non risultano particolari menzioni, se non cefalea in un 30% dei volontari e difficoltà a dormire nel 10%. Ciò è perfettamente in linea con gli effetti indesiderati menzionati nella letteratura scientifica, che possono essere:

    • cefalea;
    • lombalgia;
    • disturbi visivi;
    • congestione nasale;
    • dispepsia;
    • diarrea;
    • vomito;
    • vampate;
    • priapismo.

     Storicamente l’assunzione “a bisogno” è stata la terapia più utilizzata, con buoni risultati nel 60-80% dei pazienti. Solitamente l’assunzione avviene circa mezz’ora/un’ora prima della necessità d’uso ed è importante fare particolare attenzione se si soffre di malattie cardiovascolari, di diabete e altre patologie specifiche. Rimane sempre necessario consultare il proprio medico

    Potenza sessuale e salute

    Il successo del Viagra (introdotto nel mercato americano nel 1998, ma a breve divenuto famoso a livello mondiale) e di tutti gli altri farmaci simili usciti solo successivamente è stato fondamentale nella creazione di un dialogo riguardo la salute intorno alla vita sessuale in età più avanzata (ma non solo).

    Vi sono molti studi e ricerche contrastanti a riguardo, alcuni ritengono la perdita di potenza sessuale durante l’anzianità come normale fisiologia, con frustrazioni derivanti dal paragone con l’età giovanile, mentre altri la reputano indice di un generale deterioramento fisico e predittiva di patologie imminenti. Nella maggior parte dei casi, per la medicina sessuale contemporanea, la “salute sessuale” è vista come un “canarino in una miniera di carbone”, cioè come indicatore di salute generale sia nella mezza età che in gioventù. 

    Ciò non va a toccare solo la componente fisica, ma anche quella psicologica e relazionale, perciò un aiuto farmacologico può fare veramente la differenza. Ovviamente è opportuno ricorrere sempre al proprio medico curante per risolvere il problema e avere indicazioni su quale strada è meglio intraprendere.

    Fonti

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