Tiroide sana con i rimedi della nonna

Cosa fare per prendersi cura di sé e della propria tiroide

Quando si parla di “rimedi della nonna”, molto spesso, non si pensa realmente a delle simpatiche e amorevoli vecchiette dal sapere ancestrale, ma è assai più probabile che si alluda a una sorta di “fai da te” casalingo, al fine di risolvere i piccoli problemi quotidiani. Se vogliamo parlare di tiroide (e di salute in termini generali), è bene specificare che, in maniera assoluta, l’automedicazione tramite notizie (anche di qualità) raccolte a destra e a manca, difficilmente risulta essere una buona idea. Invece è sempre necessario rivolgersi a specialisti e medici.

Fatta questa importante premessa (e dando per scontato che non siate affetti da patologie di qualsiasi natura e/o che non prendiate farmaci), però, esistono delle buone norme, soprattutto a tavola, con dei piccoli trucchetti da applicare nella quotidianità, quantomeno per cercare di rimanere in salute ed energici più a lungo possibile.

Cos’è la tiroide? 

La tiroide è una piccola ghiandola situata nella parte inferiore del collo. Può ricordare vagamente la forma di una farfalla e proprio come le farfalle ha delle incredibili responsabilità. Ovviamente la tiroide non svolazza di fiore in fiore e non contribuisce a nessun tipo di impollinazione: è una ghiandola fondamentale non solo per i processi metabolici del corpo, ma anche per regolarne l’eccitabilità nervosa, l’attività del cuore e come se non bastasse anche lo sviluppo sessuale, la crescita ossea e il benessere psichico.

In particolare, la tiroide, rilascia due ormoni primari, ovvero la triiodotironina e la tiroxina, responsabili del controllo metabolico.

In una situazione di corretto funzionamento, gli ormoni triiodotironina (T3) e tiroxina (T4), viaggiano attraverso il flusso sanguigno agendo sul ritmo del sonno, influenzando l’attività digerente e aiutando le cellule a ottenere energia dal cibo.

Quali sono i disturbi della tiroide?

Le malattie tiroidee derivano da disfunzioni della ghiandola tiroide. La tiroide produce per  circa l’80% ormoni nella forma T4, pronti ad essere convertiti in T3, la parte attiva, (che costituisce il restante 20% di produzione totale) secondo le necessità dell’organismo.

L’ormone tireotropo (TSH), prodotto dall’ipofisi, è il responsabile di uno stretto controllo ormonale sul funzionamento della tiroide. Infatti, quando la tiroide abbassa la sua produzione, il TSH induce la tiroide a liberare una maggiore quantità ormonale. Invece avviene il contrario se l’ormone tiroideo in circolazione è troppo.

Il malfunzionamento della tiroide può portare a diversi disturbi dai sintomi più o meno palesi:

Gozzo

Con il termine gozzo ci si riferisce a ogni aumento di volume della tiroide, sia di una singola area (gozzo uninodulare) che di più aree (gozzo multinodulare). In caso di funzionamento regolare della tiroide si parlerà di “gozzo eutiroideo”, mentre in una situazione di alterazione si potrà definire come” iperfunzionante” o “ipofunzionante”.

Ipertiroidismo

Si tratta della patologia endocrina maggiormente frequente dopo il diabete mellito e si manifesta quando la ghiandola tiroidea funziona in eccesso, rilasciando troppo ormone. L’ipertiroidismo può essere causato da numerosi fattori, come ad esempio il morbo di Basedow, da un inadeguato funzionamento dell’ipofisi nella secrezione di TSH, da un’eccessiva assunzione di ormoni tiroidei o da forme tumorali.

 Ipotiroidismo

Indica una insufficiente produzione di ormoni tiroidei. Le cause dell’ipotiroidismo possono essere molteplici, come un’eccessiva o una carente assunzione di iodio, lesioni dell’ipotalamo, malattie di accumulo o esposizione alle radiazioni. 

Tumori

L’istituto Superiore di Sanità, riguardo i tumori alla tiroide, afferma: “Solitamente, lo sviluppo di noduli tiroidei è di natura benigna (neoplasie maligne solo nello 0,3% dei casi). In caso di noduli maligni, i carcinomi più comuni sono gli adenocarcinomi papillari o papillari-follicolari (misti) che rappresentano circa il 60 per cento dei tumori maligni della tiroide. La prognosi è eccezionalmente buona, con oltre il 90 per cento di probabilità di guarigione. Il cancro tiroideo è più diffuso tra le donne rispetto agli uomini, con un rapporto di 3/2:1 e la sua incidenza aumenta con l’età. Tra le cause, è di riconosciuta importanza l’esposizione a radiazioni ionizzanti alla regione del collo. Il cancro alla tiroide ha avuto un’incidenza moltiplicata da 10 a 100 volte come conseguenza del disastro nucleare di Chernobyl, nelle zone interessate da un aumento significativo della radioattività”.

Tiroidite di Hashimoto e altre malattie autoimmuni

Colpisce dal 5 al 15 per cento della popolazione femminile e in percentuale variabile dal 1 al 5% della popolazione maschile. Diventa più frequente con l’aumentare dell’età.

Tiroidite post-partum

Si presenta, ma di solito è solamente una condizione di tipo transitorio, nel 5-9% delle donne subito dopo aver partorito.

Alimenti amici della tiroide

La salute comincia a tavola e quello che mangiamo è un’ottima medicina. Per mantenere in salute la nostra tiroide esistono, anche nel mondo del buon cibo, alimenti e nutrienti che non devono mai mancare sulle nostre tavole.

Il Selenio, è un micronutriente essenziale per il buon funzionamento della tiroide. Esso si può reperire in diverse fonti alimentari, come:

  • pesce;
  • frutta secca;
  • verdure;
  • pasta;
  • riso integrale e altri cereali.

Giornalmente sono raccomandati 55 μg/die di Selenio e almeno 150 μg/die di Iodio. La cottura riduce il contenuto di iodio nei cibi e la sua disponibilità e assorbimento.

Tuttavia si può dichiarare che un’alimentazione equilibrata e senza eccessi, rimane la migliore alleata per la salute globale dell’organismo.

Alimenti da evitare

Abbiamo visto come un giusto apporto quotidiano di Iodio e Selenio siano fondamentali per un corretto funzionamento della tiroide. Al tempo stesso, una deplezione di selenio è associata al consumo di:

  • uova;
  • riso bianco;
  • alcool;
  • caffè.

 La situazione peggiora ulteriormente se si è fumatori e/o anziani.

Secondo uno studio condotto in Giappone su 53.000 donne di età compresa tra i 40 e i 69 anni e pubblicato sull’European Journal of Cancer Prevention, ha messo in luce che le donne che in generale assumevano piatti contenenti alghe tutti i giorni avevano 1,7 volte maggiori probabilità di sviluppare malattie della tiroide rispetto a coloro che mangiavano alghe non più di due volte a settimana. In caso di menopausa il rischio diventava circa 3,8 volte maggiore.

L’importanza dello iodio

Lo iodio è fondamentale per il funzionamento della tiroide e deve essere integrato nelle quantità opportune. Sotto forma di ioduro, viene assorbito dalla tiroide e combinato chimicamente per sintetizzare l’ormone tiroideo.

L’apporto giornaliero necessario è stimato in 150 ug/giorno, ma la presenza di iodio nell’acqua e negli alimenti è molto spesso variabile e/o insufficiente per una corretta integrazione quotidiana.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, la carenza di iodio è una dei maggiori rischi per la salute pubblica e si traduce in diverse patologie. Nelle sue forme più gravi, la carenza iodica, durante la gravidanza o nel periodo neonatale, può portare a cretinismo, una condizione raramente riscontrata in Europa, ma rimangono tuttavia presenti aree con carenza iodica moderata che comporta deficit cognitivi e neuropsicologici minori. 

Il fabbisogno di iodio è quindi particolarmente elevato per le donne in gravidanza e per i bambini, ma sempre senza esagerare e facendosi consigliare dal proprio medico e/o pediatra sulle quantità ottimali.

Anche un bel fine settimana al mare, mangiando del buon pesce ricco di iodio, può in alcuni casi donare un certo giovamento. Tuttavia è importante specificare che una “dieta marina” non è adatto per alcune problematiche della tiroide, motivo per cui è necessario informarsi prima di una bella gita lungo la costa.

Le erbe della nonna (e qualche aggiunta)

Alcune di queste erbe sono eccezionali per riscaldarti e aumentare il tuo metabolismo, qualità che possono risultare utili soprattutto se la tiroide risulta un pò “pigra”.

Il coriandolo, in particolare, risulta essere eccellente per disintossicare dai metalli l’organismo, in particolare dal mercurio, una tossina nemica della ghiandola tiroidea.

Tra le erbe e spezie amiche troviamo:

  • pepe nero;
  • peperoncini;
  • aglio;
  • zenzero;
  • cannella;
  • curcuma;
  • menta piperita;
  • coriandolo;
  • prezzemolo;
  • rosmarino.

Sono ottime per tisane e per condire (possibilmente a crudo) pietanze di ogni tipo.

Anche gli olii vegetali (soprattutto l’olio di cocco) e alcuni grassi di origine animale di ottima qualità hanno un effetto naturalmente stimolante sulla ghiandola tiroidea. Quindi, con moderazione, avanti tutta con olio d’oliva, burro e olio di cocco.

Tra la frutta secca troviamo le noci del Brasile, ricche di selenio, necessario per convertire l’ormone tiroideo T4 in T3. È necessario solo un pò di selenio per il corretto funzionamento della tiroide, quindi non bisogna lanciarsi in abbuffate smisurate.

Conclusioni

Indubbiamente un utilizzo responsabile di spezie ed erbe, unito a una sana alimentazione, può comportare un notevole giovamento nella salute di qualsiasi soggetto esente da particolari patologie (e non costretto all’assunzione di farmaci). Tuttavia è bene ripetere fino allo sfinimento e tenere a mente che malattie come quelle alla tiroide hanno necessità di essere seguite da medici esperti. Sicuramente, con il benestare di uno specialista, possiamo garantire alla nostra tiroide qualche aiuto in più, ma senza dimenticare che non sempre “chi fa da sé fa per tre”.