Le malattie della tiroide, seppur sempre esistite, da diversi anni sono diventate più facilmente diagnosticabili, tanto da aver aumentato la percezione quantitativa della loro presenza. Per questo motivo, da molti, sono reputate alcune tra le “malattie del secolo”. La tiroide è una ghiandola fondamentale per il corretto funzionamento del metabolismo, al punto da avere un’influenza indiscutibile su tutto l’organismo. Un suo funzionamento deficitario porterà a una situazione di ipotiroidismo, mentre in caso di eccessiva secrezione ormonale, parleremo di ipertiroidismo, condizione della quale a breve andremo a trattare.
Cosa si intende per ipertiroidismo
L’ipertiroidismo è un aumento eccedente e malsano dell’attività tiroidea. Causa tireotossicosi, ovvero una situazione di eccessiva quantità di ormoni tiroidei nel sangue (con effetti tossici). Tende a manifestarsi con un ingrandimento anomalo della tiroide (gozzo), ma le caratteristiche possono variare da condizione a condizione.
L’ipertiroidismo si verifica più spesso negli adulti che nei bambini ed è da 5 a 10 volte più comune nelle donne rispetto agli uomini.
Cause dell’ipertiroidismo
L’ipertiroidismo può avere molteplici cause, alcune delle quali possono essere di natura autoimmune o infiammatoria. Vediamo nel dettaglio quelle principali.
Malattia di Graves
L’ipertiroidismo presenta, tra le sue principali cause, la malattia di Graves, chiamata così in onore al suo medico scopritore, l’irlandese Robert Graves. La malattia di Graves si presenta con gozzo e ipertiroidismo. È una malattia autoimmune che spinge il sistema immunitario ad attaccare la tiroide. Questi anticorpi attivano i recettori della tireotropina (ormone prodotto dall’ipofisi, stimolante della tiroide) nella tiroide, imitando così le azioni stimolanti dell’ormone.
Tra i soggetti maggiormente a rischio troviamo le donne, i fumatori e le persone che assumono quantità eccessive di iodio. A questi fattori di rischio va aggiunta anche una componente genetica di predisposizione. Quali siano le cause scatenanti della malattia di Graves non non è ancora noto, sebbene lo stress emotivo sia risultato un fattore importante. Una caratteristica interessante della malattia di Graves è la remissione spontanea, con una scomparsa degli anticorpi stimolanti della tiroide.
Circa il 25 – 35% dei pazienti con malattia di Graves presenta una condizione chiamata oftalmopatia di Graves. La caratteristica distintiva di questa condizione è la sporgenza degli occhi (esoftalmo). I tessuti che circondano gli occhi possono gonfiarsi, portando i muscoli oculari a non funzionare correttamente, causando una visione raddoppiata. In rari casi, la visione è ridotta a causa della compressione o dello stiramento del nervo ottico. Questi cambiamenti sono causati da gonfiore e infiammazione dei muscoli oculari e del tessuto adiposo dietro gli occhi.
Circa l’1-2% dei pazienti con la malattia di Graves ha un mixedema localizzato, che è caratterizzato da un ispessimento circoscritto della pelle e del tessuto sottocutaneo nella parte inferiore delle gambe (mixedema pretibiale), braccia o tronco. Si ritiene che l’oftalmopatia e il mixedema localizzato siano causati da meccanismi immunologici sia mediati dagli anticorpi che dalle cellule. Non è noto se le difese immunitarie siano anticorpi stimolanti della tiroide o un diverso tipo di anticorpi.
Malattia di Plummer
La seconda causa più comune di ipertiroidismo è la malattia di Plummer o gozzo multinodulare tossico. Questa ha un esordio precoce durante la vita ed è dovuta sia alla carenza di iodio che da altri fattori che interferiscono con la secrezione degli ormoni tiroidei. Ciò provoca un aumento persistente della secrezione di tireotropina e quindi una stimolazione continua della ghiandola tiroidea. Questa situazione, inizialmente, provoca un ingrandimento generalizzato della tiroide, ma, con il passare del tempo, varie regioni localizzate della ghiandola tendono a svilupparsi, fino a funzionare indipendentemente dalla tireotropina.
Adenoma tossico di Plummer
Una causa meno comune di ipertiroidismo è il tumore benigno (adenoma tossico) della ghiandola tiroidea. In molti casi questi tumori contengono una mutazione del gene del recettore della tireotropina che ne provoca la riduzione. Ciò porta alla produzione di ormoni tiroidei in eccesso.
Tiroidite
Alcuni tipi di tiroidite possono causare il rilascio dell’ormone tiroideo immagazzinato, ciò avviene in quantità sufficiente a causare ipertiroidismo. Un tipo, chiamato tiroidite silente, è indolore ed è particolarmente comune nelle donne nel primo anno dopo la gravidanza (tiroidite post-partum).
Un altro tipo, chiamato tiroidite granulomatosa subacuta, è caratterizzato da dolore alla tiroide. L’ipertiroidismo, nei pazienti con tiroidite, è generalmente lieve e tende a risolversi spontaneamente. Questo avviene una volta esaurite le riserve di ormoni tiroidei immagazzinate.
Somministrazione di ormoni
La somministrazione di alte dosi di ormone tiroideo è una causa comune di ipertiroidismo. L’ormone potrebbe essere stato somministrato da un medico per il trattamento dell’ipotiroidismo o per ridurre le dimensioni del gozzo. Inoltre, alcuni pazienti, acquistano gli ormoni tiroidei sotto forma di un estratto di tiroide grezzo, che ha lo scopo di stimolare il metabolismo e causare la perdita di peso. Questi preparati possono contenere quantità variabili di ormoni e avere effetti imprevedibili sul corpo.
Sintomi
L’inizio dell’ipertiroidismo è di solito graduale ma può essere rapido e improvviso. L’aumento della secrezione degli ormoni tiroidei provoca un eccesso di funzionalità in molti organi. È probabile che i sistemi cardiovascolare e neuromuscolare siano interessati.
I sintomi cardiovascolari e i segnali di ipertiroidismo comprendono:
- aumento della frequenza cardiaca (tachicardia);
- fibrillazione atriale (ritmo cardiaco irregolare e rapido);
- palpitazioni (martellamento del torace a causa di una forte contrazione del cuore);
- mancanza di respiro;
- intolleranza all’esercizio.
Invece i sintomi e i segnali neuromuscolari comprendono:
- nervosismo;
- iperattività;
- irrequietezza;
- ansia;
- irritabilità;
- insonnia;
- tremore;
- debolezza muscolare.
Altri sintomi e segni comuni di ipertiroidismo sono perdita di peso (nonostante un buon appetito), aumento della sudorazione e dell’intolleranza al calore, aumento dell’attività intestinale, cicli mestruali irregolari e riduzione del flusso sanguigno mestruale nelle donne. Può contribuire alla comparsa di osteoporosi.
La forma più grave di ipertiroidismo viene chiamata “tempesta tiroidea”. Questa condizione acuta è caratterizzata da:
- frequenza cardiaca molto rapida;
- febbre;
- ipertensione (alta pressione sanguigna);
- sintomi gastrointestinali;
- sintomi neurologici.
Può altresì provocare insufficienza cardiaca, ipotensione, shock e morte.
Diagnosi
L’ipertiroidismo viene diagnosticato in base ai sintomi e ai segnali sopra descritti e dall’analisi dei livelli ormonali. Gli ormoni tiroidei esistono in due forme (tiroxina e triiodotironina), una delle quali è legata a diverse proteine e l’altra, la tiroxina, in quantità molto ridotte è libera. Pertanto, la tiroxina può essere misurata come tiroxina totale o tiroxina libera; quest’ultima è preferibile perché è la forma prontamente disponibile per le cellule del corpo e, quindi, metabolicamente attiva. Le misurazioni della tiroxina totale sono elevate nei pazienti con patologia tiroidea e nei pazienti che producono più proteine che si legano alla tiroxina.
La causa dell’ipertiroidismo può essere distinta in base alle differenze relative alle concentrazioni di tiroxina, triiodotironina e tireotropina. I pazienti con tumore ipofisario, secernente la tireotropina, hanno concentrazioni normali o elevate di tireotropina. Raramente, i pazienti hanno normali concentrazioni di tiroxina ma elevate concentrazioni di triiodotironina. Si dice che questi pazienti abbiano una tireotossicosi di triiodotironina.
Altri pazienti hanno basse concentrazioni di tireotropina ma concentrazioni normali di tiroxina e triiodotironina, con pochi o nessun sintomo e segno di ipertiroidismo. Si dice che questi pazienti abbiano ipertiroidismo subclinico.
L’assorbimento da parte della tiroide di radioiodio può essere misurato per distinguere la tiroidite da eccessiva somministrazione di ormoni tiroidei. In questi casi, infatti, l’assorbimento da parte della tiroide è basso, rispetto ad altre cause di ipertiroidismo, in cui l’assorbimento, da parte della ghiandola tiroidea, è elevato.
Possibili trattamenti
L’ipertiroidismo potrebbe risultare un disturbo cronico e permanente. Può essere trattato con un farmaco antitiroideo, con iodio radioattivo o con un intervento chirurgico (tiroidectomia, in cui una parte o tutta la ghiandola tiroidea viene rimossa chirurgicamente).
Esistono tre farmaci antitiroidei ampiamente utilizzati: metimazolo, carbimazolo (che viene rapidamente convertito in metimazolo nel corpo) e propiltiouracile. Questi farmaci bloccano la produzione di ormoni tiroidei ma non hanno alcun effetto permanente sulla ghiandola o sulla causa dell’ipertiroidismo.
I pazienti con ipertiroidismo causato dalla malattia di Graves, sono spesso trattati con un farmaco antitiroideo per uno o due anni. La speranza è che abbiano una remissione della malattia; questo metodo ha successo nel 30-50% dei pazienti.
Lo iodio radioattivo viene assorbito dalle cellule tiroidee allo stesso modo dello iodio non radioattivo, ma la radiazione distrugge le cellule, riducendo così la produzione di ormoni tiroidei e le dimensioni della ghiandola. È altamente efficace, ma alla fine si traduce in ipotiroidismo nella maggior parte dei pazienti e, in alcuni casi, può anche portare al successivo sviluppo di alcuni tipi di tumori solidi (ad esempio, il cancro al seno). È adatto a pazienti con malattia di Graves ed è il trattamento preferito per chi soffre di gozzo nodulare, in cui l’ipertiroidismo è una condizione permanente.
La rimozione della tiroide mediante tiroidectomia viene eseguita raramente, tranne nel caso di pazienti con gozzo di grandi dimensioni.
Quando il problema è causato da tiroidite, l’ipertiroidismo è transitorio. Solitamente dura solo qualche settimana o al massimo due mesi. La maggior parte dei pazienti non necessita di alcun trattamento, se non di un trattamento sintomatico con un farmaco antagonista beta-adrenergico (beta-bloccante).
Conclusioni
Per evitare di incorrere in peggioramenti o in problematiche di varia natura, è bene rivolgersi al medico non appena si abbia anche solo il sospetto di soffrire di patologie di origine tiroidea. Le eventuali diagnosi e terapie, fornite da uno specialista, devono essere seguite scrupolosamente, al fine di ottenere i migliori risultati possibili.
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