Tiroide e alimentazione

Quali sono le scelte alimentari corrette per la salute della ghiandola tiroidea?

L'alimentazione per la tiroide

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    È inutile negarlo, una corretta alimentazione (possibilmente associata a del sano esercizio fisico) è il segreto per una salute ferrea e una gioventù prolungata. Questo discorso acquista una valenza ancora maggiore se parliamo dei disturbi della tiroide e del sistema metabolico.

    La tiroide è una ghiandola endocrina dall’importanza cruciale per la regolazione dei processi metabolici. In una situazione di iperattività ed eccessiva produzione ormonale, parleremo di ipertiroidismo. In caso di tiroide poco attiva e dalla produzione ormonale insufficiente, invece, parleremo di ipotiroidismo. Questa distinzione è doverosa e di importanza imprescindibile, poiché ognuna di queste condizioni necessita di accortezze alimentari differenti, talvolta opposte.

    Il ruolo dell’alimentazione nei disturbi della tiroide

    L’alimentazione riveste un ruolo cruciale per la salute della tiroide e per il suo corretto funzionamento. Va prestata particolare attenzione all’assunzione giornaliera di micronutrienti amici della tiroide, ma anche fare attenzione a evitare sostanze e cibi “antagonisti”.

    Lo iodio, ad esempio, è considerato fondamentale per il corretto funzionamento della tiroide. Ne viene incoraggiato il consumo in casi di ipotiroidismo, ma disincentivato in una situazione di ipertiroidismo, che porta la tiroide a funzionare eccessivamente.

    Anche il selenio, oltre allo iodio, è un micronutriente indispensabile alle funzioni tiroidee. Il selenio è contenuto in numerose fonti alimentari quali molti prodotti animali, pesce, frutta secca, verdure, pasta, riso e altri cereali. Invece, una deplezione di selenio si ha con il consumo di uova, riso bianco, alcool e caffè.

    Una ridotta assunzione di selenio, nei pazienti con tiroidite di Hashimoto, può essere utile, anche per coloro che sono già in trattamento con levotiroxina, sebbene siano necessari ulteriori studi per confermare questo beneficio.

    Nei pazienti con orbitopatia di Graves da lieve a moderata, l’integrazione di selenio sembra essere benefica e la formula organica (selenometionina) sembra essere più vantaggiosa della formula inorganica.

    Sarebbe, oltretutto, importante sapere esattamente che cosa mangiamo e beviamo.

    L’inquinamento del terreno (e quindi del cibo e acqua) da parte di sostanze chimiche quali perclorato, tiocianato e nitriti ha importanti ripercussioni sul metabolismo dello iodio e degli ormoni tiroidei. La conseguenza è la riduzione dell’incorporazione dello iodio, con possibili ripercussioni negative sulla sintesi ormonale.

    Cibi amici della tiroide

    Come anticipato, è necessario fare una distinzione netta tra i cibi utili in situazioni di ipotiroidismo o di ipertiroidismo.

    Per chi è affetto da ipotiroidismo è importante integrare nella propria dieta:

    • sale iodato (3 – 5 gr al giorno);
    • miele, marmellata;
    • pasta di grano duro (cotta al dente);
    • legumi ( piselli, lenticchie, fave);
    • pesce di mare (palombo, sogliola, acciughe, baccalà, merluzzo);
    • molluschi e crostacei (aragosta e ostriche sono composte dall’ 80% di Iodio);
    • alghe marine;
    • carne (pollo, tacchino e soprattutto vitello);
    • frutta (possibilmente con la buccia);
    •  patate;
    • alcune verdure;
    • uova.

    Chi invece soffre di ipertiroidismo dovrebbe seguire un’alimentazione ricca di fibre, proteine, sali minerali come calcio, fosforo e vitamine del gruppo B, vitamina A e vitamina C, atte a contrastare l’eccessiva attività della tiroide. Tra i cibi da integrare troviamo:

    • sale non iodato;
    • semi oleosi;
    • soia (la soia blocca l’assorbimento dello iodio, importante per la produzione di tiroxina);
    • legumi ( fagioli, fagiolini, fagioli dell’occhio);
    • verdure, soprattutto crucifere (rape, cavolo, cavolini di Bruxelles, broccoli, cavolfiori, verza, rucola, ravanelli, bietole e sedano, spinaci, lattuga);
    • pesce (ma evitare pesci ricchi di iodio, sì quelli di acqua dolce);
    • cereali integrali.

    Cibi a cui fare attenzione per la tiroide

    Sia in caso di ipertiroidismo che di ipotiroidismo, un abuso prolungato di alcol risulta correlato ad un aumento del rischio di insorgenza di carcinoma tiroideo, soprattutto nelle donne. In generale è quindi bene limitare il consumo di alcolici.

    Per quanto riguarda l’ipotiroidismo, più nel dettaglio, è bene evitare:

    • semi di lino;
    • soia (la soia blocca l’assorbimento dello iodio, motivo per cui è apprezzata in casi di ipertiroidismo);
    • verdure soprattutto crucifere (meglio consumarle di rado e previa cottura);
    • legumi (fagioli, fagiolini, fagioli dell’occhio);
    • cereali integrali, miglio, tapioca.

    Allo stesso modo, per l’ipertiroidismo, è bene limitare o evitare:

    • sale iodato;
    • pasta di grano duro;
    • legumi (piselli, lenticchie, fave);
    • cibo spazzatura (patatine in busta o prodotti confezionati e salati);
    • frutta secca come noccioline o pistacchi salati;
    • pesce di mare;
    •  molluschi e crostacei;
    • alghe marine;
    • carne bianca;
    • frutta;
    • patate dolci o classiche.

    In entrambe le malattie si può notare che gli alimenti da evitare tendono a essere simili a quelli raccomandabili per il disturbo opposto.

    Vegetarianesimo e veganesimo

    La SIE (Società Italiana Endocrinologia) ha pubblicato in un articolo del 03-09-2018:” Lo studio EPIC (doi: 10.1002/ijc.30880) ha valutato anche il rischio di cancro della tiroide in relazione al consumo di frutta e verdura senza rilevarne una correlazione significativa al contrario dell’eccessivo consumo di succhi di frutta.

    Ipotiroidismo transitorio in neonati di madre vegana è stato riportato nel 2003 ma uno studio più recente, in una popolazione vegetariana e vegana dell’area di Boston ha dimostrato, nei vegetariani, una ioduria pressoché normale, al contrario dei vegani. Va pertanto raccomandato alla gestante vegana una attenta supplementazione iodica in gravidanza e durante l’allattamento.

    Si può pertanto concludere che per una buona salute tiroidea è necessaria un’alimentazione adeguata, che (a parte le ben note necessità di garantire un sufficiente apporto iodico grazie alla profilassi con sale fortificato con iodio) eviti gli eccessi, privilegi cibi salutari e ricchi di sostanze nutritive e delle appropriate quantità di lipidi, proteine e carboidrati anche al fine dell’ottimale controllo del peso corporeo”.

     

    Gli alimenti goitrogenici

    Gli alimenti goitrogenici sono quegli alimenti che possono agire come un farmaco antitiroideo, interferendo con la funzione tiroidea. Impediscono cioè alla tiroide di utilizzare lo iodio disponibile. La situazione peggiora se si utilizza molto sale perché ciò causa rigonfiamenti della tiroide. Vanno consumati con cautela se si stanno assumendo sostituti dell’ormone tiroideo. Si pensa che gli enzimi coinvolti nella formazione di materiali goitrogenici nelle piante possano essere distrutti cucinando, quindi potrebbe essere utile cucinare accuratamente questi alimenti se si desidera mangiarli.

    Tra gli alimenti goitrogenici troviamo:

    • cavoletti di Bruxelles, rape, cavolfiori e cavoli;
    • mandorle, arachidi e noci;
    • granturco dolce, sorgo e miglio;
    • soia.

    Conclusione

    Siamo quello che mangiamo” asseriva il filosofo tedesco Ludwig Feuerbach e, sicuramente, lo sosteneva nonostante avesse a disposizione conoscenze inferiori alle nostre riguardo la tiroide. La salute passa dalla tavola e dalle scelte quotidiane, motivo in più per prendere atto del fatto che un’adeguata educazione alimentare è indispensabile.

    Fonti

    Società italiana di Endocrinologia

    Fondazione Veronesi

    Tiroide.com

    Ansa

    Corriere.it

    NIH.gov

    Thyroiduk.org

    Tubili C, Morviducci L, Nardone M R et al (2012) Thyroid and food: a Mediterranean perspective. Mediterr J Nutr Metab 5:195–203. doi 10.1007/s12349-012-0095-x

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