La tiroide e i suoi problemi

Conoscere i problemi della tiroide è il primo passo per capire come intervenire

i disturbi della tiroide

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    La tiroide è una piccola ma potente ghiandola a forma di farfalla situata nella parte anteriore del collo. Controlla molte delle funzioni più importanti dell’organismo, tra cui la respirazione, la frequenza cardiaca, la digestione e la temperatura corporea. Questi processi accelerano quando i livelli ormonali aumentano. I problemi nascono se la tiroide produce ormoni in eccesso o in quantità non sufficiente.

    Sintomi e cause 

    I problemi alla tiroide possono causare una serie di complicazioni apparentemente non correlate, tra cui drastici cambiamenti di peso, perdita di energie, disturbi digestivi o dell’umore. Imparare a riconoscere i segnali del disturbo è importante, in modo da poter intervenire tempestivamente.

    Se la ghiandola tiroidea non è abbastanza attiva e quindi non produce abbastanza ormoni per soddisfare le esigenze del corpo si avrà una condizione di ipotiroidismo. Nella situazione contraria, invece, ovvero in caso di iperattività della ghiandola con conseguente sovrapproduzione ormonale, si parlerà di ipertiroidismo.

    È più probabile che si verifichino tali problemi nelle donne o nelle persone di età superiore ai 60 anni. Anche avere una storia familiare di disturbi della tiroide aumenta il rischio.

    I problemi alla tiroide sono talvolta causati da disturbi autoimmuni, a causa dei quali il sistema immunitario attacca erroneamente e distrugge le cellule del corpo. Ad esempio, un disturbo autoimmune chiamato malattia di Graves può causare ipertiroidismo, mentre uno chiamato malattia di Hashimoto può portare all’ipotiroidismo.

    I disturbi della tiroide possono essere difficili da diagnosticare, poiché i sintomi sono simili ad altre condizioni. Se si sospetta un disturbo della tiroide, magari a causa di un cambiamento di peso o affaticamento, gli esami del sangue possono aiutare a confermare la diagnosi e trovarne la causa.

    I pazienti che soffrono di ipotiroidismo possono essere trattati con ormoni tiroidei artificiali. La tiroide iperattiva, invece, è spesso trattata con farmaci che riducono i livelli ormonali.

    Vediamo i vari disturbi più nel dettaglio.

    Ipotiroidismo

    L’ipotiroidismo è un disturbo che si verifica quando la ghiandola non produce abbastanza ormoni tiroidei per soddisfare i bisogni dell’organismo. L’ormone tiroideo regola il metabolismo e quindi, anche indirettamente, influenza quasi tutti gli organi del corpo. Senza abbastanza ormoni, molte delle funzioni del corpo rallentano.

    L’ipotiroidismo è più comune nelle donne, nelle persone con altri problemi alla tiroide e/o con un’età superiore ai 60 anni. La malattia di Hashimoto, un disturbo autoimmune, è la causa più comune. Altre cause includono:

    • tiroidite o infiammazione della tiroide;
    • ipotiroidismo congenito, o ipotiroidismo presente alla nascita;
    • rimozione chirurgica di parte o di tutto il tiroide;
    • radioterapia della tiroide;
    • assunzione di alcuni farmaci.

    Meno comunemente, l’ipotiroidismo è causato da quantità eccessive o ridotte di iodio nella dieta o da anomalie della ghiandola pituitaria.

    L’ipotiroidismo ha molti sintomi che possono variare da persona a persona. Alcuni tra i sintomi più comuni sono:

    • affaticamento;
    • aumento di peso;
    • faccia gonfia;
    • intolleranza al freddo;
    • dolore articolare e muscolare;
    • costipazione;
    • pelle secca;
    • capelli secchi e radi;
    • riduzione della sudorazione;
    • periodi mestruali pesanti o irregolari e ridotta fertilità;
    • depressione;
    • rallentamento della frequenza cardiaca.

    Tuttavia, l’ipotiroidismo si sviluppa lentamente e a causa di ciò, tante persone non notano i sintomi della malattia. Per diagnosticare l’ipotiroidismo, il medico eseguirà un esame fisico, esaminerà i sintomi ed effettuerà vari test. Il trattamento prevede l’ormone tiroideo sintetico, assunto tutti i giorni.

    Ipertiroidismo

    L’ipertiroidismo, proprio come l’ipotiroidismo, è più comune nelle donne, nelle persone con altri problemi alla tiroide e in soggetti con un’età superiore ai 60 anni. La malattia di Graves è la causa più comune. Altre cause includono noduli tiroidei, tiroidite, consumo eccessivo di iodio e assunzione di troppo ormone tiroideo sintetico.

    I sintomi possono variare da persona a persona e possono includere:

    • difficoltà a dormire;
    • sbalzi d’umore;
    • affaticamento o debolezza muscolare;
    • intolleranza al calore;
    • essere nervosi o irritabili;
    • tremori alle mani;
    • battito cardiaco rapido e irregolare;
    • frequenti movimenti intestinali o diarrea;
    • perdita di peso;
    • gozzo, ovvero una tiroide sovradimensionata che può far gonfiare il collo.

    Per diagnosticare l’ipertiroidismo, il medico eseguirà un esame fisico, test ed esaminerà i sintomi. Il trattamento prevede medicinali, terapia con radioiodio o chirurgia della tiroide.

    Tiroidite di Hashimoto

    I pazienti affetti dalla malattia di Hashimoto, di solito, presentano ipotiroidismo che è spesso permanente e in rari casi tireotossicosi (eccesso di ormoni tiroidei nell’organismo). È causata da un disturbo autoimmune, nel quale gli anticorpi attaccano erroneamente la tiroide. Per diagnosticarla il medico può ricorrere a test sulla tiroide e sugli anticorpi.

    Tiroidite subacuta (tiroidite di De Quervain)

    La tiroidite subacuta segue lo stesso decorso clinico della tiroidite silente e post partum, ma è spesso accompagnata da dolore alla tiroide. Il dolore alla tiroide, nei pazienti con tiroidite subacuta, solitamente si manifesta durante la fase tireotossica e può durare da 1 a 3 mesi. Tuttavia, non tutti i pazienti con dolore alla tiroide hanno necessariamente tireotossicosi. Come notato con tiroidite silente e post-partum, nella maggior parte dei pazienti, si osserva la risoluzione di tutte le anomalie tiroidee dopo 12-18 mesi (circa il 95% dei casi). La ricorrenza della tiroidite subacuta è rara.

    Tiroidite silente e post-partum

    Questi disturbi sono simili e seguono lo stesso decorso clinico generale della tireotossicosi seguito da ipotiroidismo. L’unica vera differenza tra loro è che la tiroidite post-partum si verifica dopo il parto mentre la tiroidite silente si verifica negli uomini e nelle donne che non sono state recentemente in gravidanza.

    Si presenta con due fasi, la fase tireotossica e la fase ipotiroidea. Non tutti i pazienti dimostrano di aver attraversato entrambe le fasi; circa un terzo dei pazienti manifesterà entrambe le condizioni, mentre altri pazienti avranno solo una fase tireotossica o ipotiroidea.

    La fase tireotossica dura da 1 a 3 mesi ed è associata a sintomi tra cui:

    • ansia;
    • insonnia;
    • palpitazioni;
    • affaticamento;
    • perdita di peso;
    • irritabilità.

    La fase ipotiroidea si verifica in genere da 1 a 3 mesi dopo la fase tireotossica e può durare fino a 9-12 mesi. I sintomi tipici includono:

    • affaticamento;
    • aumento di peso;
    • costipazione;
    • pelle secca;
    • depressione;
    • scarsa tolleranza all’esercizio fisico.

    La maggior parte dei pazienti, circa l’80%, avrà una normale funzionalità tiroidea entro 12-18 mesi dall’insorgenza dei sintomi.

    Per diagnosticare il problema, il medico si avvarrà di test di funzionalità tiroidea, test degli anticorpi e altre misure in base alle necessità. La possibilità di avere ipotiroidismo permanente è di circa il 20%.

    Cancro alla tiroide e noduli tiroidei

    Il cancro alla tiroide di solito non ha sintomi. A volte viene notato per la prima volta sentendo un nodulo al collo, anche se tali rigonfiamenti hanno maggiori probabilità di essere noduli innocui.

    I noduli tiroidei sono estremamente comuni, mentre il cancro alla tiroide è piuttosto raro. Un medico può determinare se un nodulo è canceroso rimuovendolo ed esaminandone un pezzettino. Se mostra segni di cellule maligne, il nodulo o persino l’intera tiroide verranno probabilmente rimossi.

    In caso di sospetti su una patologia tiroidea, è buona norma parlare con un medico. In base all’anamnesi familiare, ai sintomi e agli esami, è possibile decidere se sono necessari ulteriori test o trattamenti.

    Tiroidite indotta da farmaci e tiroidite da radiazioni

    Se la tiroidite è indotta da farmaci o da radiazioni si può osservare, in entrambi i casi, sia la tireotossicosi che l’ipotiroidismo. Generalmente la tireotossicosi è di breve durata.

    L’ipotiroidismo farmacologico spesso si risolve con l’interruzione del farmaco, mentre l’ipotiroidismo correlato alla tiroidite da radiazioni è di solito permanente.

    La tiroidite da farmaci può essere causata dall’assunzione di:

    • amiodarone;
    • litio;
    • interferoni;
    • citochine.

    Spesso il disturbo persiste fino all’interruzione del farmaco.

    Tiroidite acuta o infettiva

    I sintomi possono comprendere dolore, ma anche ingrossamento indolore della tiroide e ipotiroidismo. Solitamente è provocata da batteri, ma qualsiasi organismo infettivo può esserne la causa. Si risolve dopo il trattamento della causa infettiva, ma può causare gravi malattie.

    Possibili trattamenti

    Il trattamento dipende dalla tipologia di disturbo e dal tipo di intervento che il medico riterrà più opportuno. Ecco alcune modalità di trattamento per:

    • Tireotossicosi: I beta-bloccanti, per ridurre le palpitazioni e i tremori possono essere utili. Man mano che i sintomi migliorano, il farmaco viene gradualmente scalato, poiché la fase tireotossica è temporanea.
    • Ipotiroidismo: Nei pazienti con sintomi compatibili alla tiroidite subacuta, silente e post-partum, è indicata la terapia con ormone tiroideo. Se l’ipotiroidismo in questi ultimi disturbi è lieve e il paziente presenta pochi o nessun sintomo, allora potrebbe non essere necessaria alcuna terapia. Il trattamento deve essere continuato per circa 6-12 mesi e tenuto sotto controllo per valutare l’eventuale necessità di prolungarlo in maniera permanente.
    • Dolore alla tiroide: Il dolore associato alla tiroidite subacuta di solito può essere gestito con lievi farmaci antinfiammatori come l’aspirina o l’ibuprofene. Occasionalmente, il dolore può essere grave e richiedere una terapia steroidea con prednisone.

    Per qualsiasi indicazione terapeutica e indagine è sempre bene fare affidamento alle disposizioni del medico, tenendolo aggiornato periodicamente su eventuali evoluzioni.

    Fonti

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