Destrometorfano: è efficace contro la tosse secca?
Molti farmaci per sedare la tosse contengono questo principio attivo. È sempre utile per curare questo sintomo? Quali effetti collaterali ha?
Il destrometorfano è un principio attivo, cioè una sostanza con un effetto terapeutico, contenuto, da solo o insieme ad altri, in molti medicinali, soprattutto per la tosse. In alti dosaggi o in combinazione con altri farmaci può avere effetti collaterali anche gravi; per questo il suo uso, nonostante sia un medicinale da banco che non necessita di prescrizione medica, dovrebbe attenersi alle dosi indicate.
Cos’è il destrometorfano
Il destrometorfano dal punto di vista chimico è una molecola lipofila con un’ammina ionizzabile a un’estremità. Questo significa che si scioglie in oli e grassi, ed è una proprietà tipica di molti farmaci: indica la loro capacità di attraversare le membrane lipidiche cellulari e quindi agire.
La sua struttura è simile a quella di altri oppioidi, come la morfina; il suo effetto però non è analgesico, ma solo blandamente sedativo. Il destrometorfano infatti non interagisce con i μ-recettori, che sono appunto recettori oppioidi.
Destrometorfano: come e quando si utilizza
Il destrometorfano viene solitamente utilizzato in relazione al trattamento della tosse, in quanto ha un’azione antitussigena: va ad agire sullo stimolo centrale della tosse, inibendolo. Non ha però una funzione espettorante, per cui è sconsigliato in caso di tosse grassa.
La tosse grassa, infatti, si caratterizza per la presenza di catarro, ovvero una produzione eccessiva di muco nelle vie aeree a causa di un’infezione o un’infiammazione. In caso di tosse grassa è perciò sconsigliato assumere farmaci sedativi, perché andando a “spegnere” lo stimolo a tossire impediscono la corretta espettorazione del catarro.
È invece usato in caso di tosse secca, ma è sempre bene tenere in considerazione che anche i farmaci antitussigeni, così come quelli mucolitici o espettoranti, non agiscono sulla causa della tosse: vengono perciò impiegati per mitigare i sintomi, ma rappresentano una soluzione temporanea.
Altri usi
Nel 2010 la Food and Drug Administration ha approvato l’uso del destrometorfano insieme alla chinidina (un farmaco antiaritmico) per il trattamento della sindrome pseudobulbare, una patologia che impedisce il controllo dei muscoli del volto.
Inoltre, insieme al bupropione (un farmaco antidepressivo) ha mostrato efficacia nel trattamento della depressione.
L’origine del destrometorfano
Questo principio attivo è stato sintetizzato per la prima volta nel 1954 negli Stati Uniti e la sua commercializzazione è stata approvata dalla Food and Drug Administration nel 1958.
Mettere in commercio medicinali da banco per la tosse contenenti destrometorfano aveva anche lo scopo di ridurre l’uso di codeina.
La codeina, un analgesico e antitussigeno che agisce sullo stimolo della tosse similmente al destrometorfano, è infatti un medicinale che può causare dipendenza. Ma anche il destrometorfano presentava effetti collaterali simili, essendo un allucinogeno dissociativo simile nell’abuso alla ketamina.
Proprio per questo, nel 1973, la sua versione in compresse è stata ritirata dal commercio, mentre restano ancora disponibili senza prescrizione formulazioni in sciroppo (le più diffuse).
Gli effetti collaterali
Per la natura di questo principio attivo, in caso di assunzione è necessario prestare molta attenzione alle dosi e non affidarsi al fai-da-te: la posologia da seguire è quella riportata sul foglietto illustrativo, o, ancora meglio, quella prescritta dal medico.
Usato come farmaco antitussigeno, le dosi sono solitamente 15-30 mg, in ragione dell’età e delle condizioni di salute del soggetto.
Se assunto secondo le dosi prescritte, gli effetti collaterali sono rari e includono principalmente:
- nausea;
- mal di stomaco.
Altri effetti collaterali che è possibile sperimentare sono:
- sonnolenza;
- vertigini;
- affaticamento;
- nistagmo, ovvero movimento rapidi, involontari e incontrollati dell’occhio.
L’attenzione richiesta nell’assumere questo principio attivo è legato al fatto che spesso è già presente come ingrediente in farmaci per la tosse, il raffreddore e l’influenza, che possono essere inavvertitamente assunti insieme a uno sciroppo con destrometorfano, eccedendo quindi la dose consigliata. Ma un altro motivo del sovradosaggio è la sua diffusione come droga ricreativa.
Le dosi assunte in caso di abuso sono di molto superiori (dai 100 ai 1500 mg) e anche gli effetti collaterali sono più severi:
- sensazione di ubriachezza;
- visione offuscata;
- tremore e difficoltà motorie;
- confusione;
- difficoltà a urinare;
- respiro rallentato;
- agitazione;
- nervosismo;
- irrequietezza;
- convulsioni.
In caso di allergia al principio attivo o ad altri ingredienti contenuti in medicinali con destrometorfano, si possono verificare:
- orticaria;
- gonfiore alla bocca, gola, lingua;
- difficoltà respiratorie.
Proprio per l’interazione con altri farmaci e per la stessa presenza di destrometorfano, insieme ad altri ingredienti, in molti medicinali per la tosse, il raffreddore e l’influenza è ancora più importante il consulto con il proprio medico o farmacista, che valuteranno se il beneficio è maggiore degli eventuali effetti collaterali (che se assunto correttamente sono abbastanza rari).
Controindicazioni
Ci sono alcune condizioni in cui gli effetti di questo principio attivo possono essere nocivi, ed è pertanto sconsigliato assumerlo, preferendo altri rimedi contro la tosse.
Prima di iniziare a prendere un farmaco che contiene destrometorfano, è meglio chiedere al proprio medico in caso di:
- problemi al fegato e ai reni;
- allattamento;
- età pediatrica;
- allergie;
- bronchite cronica;
- tosse grassa;
- gravidanza;
- asma;
- diabete;
- enfisema.
Ci sono poi dei casi in cui il destrometorfano non può essere assunto:
- insieme a farmaci IMAO (Inibitori Monoammino Ossidasi), ovvero quei farmaci che con la loro azione riducono o bloccano gli enzimi che metabolizzano le monoammine; queste sono delle sostanze presenti nel sistema nervoso con la funzione di neurotrasmettitori e regolano importanti funzioni come l’attenzione e l’emotività. Sono farmaci usati spesso per trattare problemi come gli attacchi di panico.
- Se si è affetti da fenilchetonuria, una malattia genetica. Mancando il gene che serve per sintetizzare l’enzima che smaltisce la fenilalanina (un amminoacido), per i soggetti con questa patologia introdurre nel corpo sostanze che la contengono, come l’aspartame, uno dolcificante usato per gli sciroppi, è vietato.
Il destrometorfano per la tosse secca
Il destrometorfano è un principio attivo ideale per sedare la tosse secca, ma nei limiti di quanto possa essere ideale inibire lo stimolo a tossire: ricordiamo che per liberarsi dalla tosse, che è solo un sintomo, si dovrà risolverne la causa.
Il suo utilizzo illegale come sostanza stupefacente è legato a un alto dosaggio, che dà effetti allucinogeni psicoattivi, mentre se assunto per una sintomatologia specifica e nelle dosi adatte gli effetti collaterali sono abbastanza rari e blandi.
Vista però una sua possibile interazione con altri farmaci e con condizioni di salute particolari, è in questo caso molto importante il consiglio del proprio medico o farmacista, che dovranno essere messi al corrente anche di eventuali altre terapie farmacologiche e della situazione di salute in generale.