Gli oppiacei: i farmaci contro il dolore

Quali sono i farmaci oppiacei più usati? Creano dipendenza? Hanno effetti collaterali? Ecco tutto le risposte

papaveri da oppio per farmaci

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    Per oppiacei si intendono i principi attivi farmacologici derivati dell’oppio, una sostanza ricavabile dalla lavorazione del papavero da oppio. I farmaci oppiacei, appunto, non sono altro che derivati medici prodotti in modo da sfruttare le proprietà analgesiche degli oppioidi. Proprio per questo motivo, gli oppiacei hanno un’importanza fondamentale in medicina nel campo della terapia del dolore.

    Quando vengono prescritti gli oppiacei

    Se inizialmente i farmaci contenenti oppioidi venivano prescritti solo per contrastare gli effetti di un tumore, oggi le patologie che possono essere affrontate anche con l’utilizzo di questo potenti analgesici sono diverse:

    • malattie croniche;
    • malattie degenerative;
    • infiammazioni molto gravi.

    A queste, si aggiunge anche il caso in cui ci si debba sottoporre a un’operazione chirurgica importante: succede, infatti, che la procedura pre o post operatoria preveda la somministrazione di un farmaco oppiaceo che, a seconda del caso, induca uno stato di incoscienza nella persona, così da poter essere operata in tranquillità, oppure al fine di rendere sopportabile il dolore e il malessere causato dall’operazione.

    Quali sono i farmaci oppiacei

    L’Organizzazione Mondiale della Sanità divide i farmaci oppiacei in due categorie: quelli che possono essere assunti se il dolore che si prova è moderato e quelli che invece vanno presi se la sensazione di dolore provata è elevata. Cominciando dalla seconda categoria, facciamo di seguito un elenco dei principali farmaci oppiacei sfruttati in medicina, dal più noto al meno noto, tenendo però presente che serve sempre e tassativamente il parere di un esperto per poterne fare uso.

    • Morfina: il derivato dell’oppio capostipite di tutti gli altri farmaci, a dosi di circa 10-15 milligrammi alla volta agisce sul sistema nervoso centrale e periferico neutralizzando non solo la sensazione fisica del dolore, ma anche la percezione emotiva a questa legata, come paura e ansia. Chi assume morfina continua a percepire un dolore fastidioso ma, allo stesso tempo, lo sopporta molto meglio di una persona in stato normale.
    • Ossicodone: un po’ più debole della morfina ma comunque ottimo per la terapia del dolore in caso di problemi oncologici, spesso si assume associato al paracetamolo e l’effetto “rilassante” dura circa 2 o 3 ore.
    • Fentanil: un farmaco oppiaceo sintetico con un effetto di gran lunga più potente della morfina (circa 100 volte), ma con una durata ridotta a circa 30 minuti. È molto utilizzato nelle fasi pre-operatorie. 
    • Metadone: un composto noto per essere usato in fase di cura da dipendenza da oppiacei, ha proprietà simili alla morfina e con una durata degli effetti più lunga grazie al fatto che il suo principio attivo si lega ai tessuti del fegato, e per questo si dissipa più lentamente. Spesso viene prescritto nel trattamento dei dolori cronici.
    • Codeina: possiede il 20% dell’azione analgesica della morfina e per questo viene usata per contrastare dolori lievi o moderati, l’effetto dura circa 3 ore e, a differenza di morfina e fentanil, non provoca euforia o altre alterazioni psico-fisiche.
    • Tramadolo: anche questo è un farmaco oppiaceo totalmente sintetico, prescritto soprattutto in caso di fitte acute di dolore durante i periodi di ricovero in ospedale, ma potrebbe essere usato anche come trattamento antidolorifico oncologico lieve. 

    Gli effetti collaterali

    Essendo sostanze molto potenti, gli oppiacei non sono esenti da effetti collaterali e per questo un medico che li prescrive, spesso, suggerisce di accompagnarli con altri farmaci che supportano la terapia e controbilanciano l’oppiaceo di cui si deve fare utilizzo. Gli effetti collaterali più comuni provocati dalle dosi analgesiche, cioè quelle mediche, sono:

    Inoltre, in particolare per quanto riguarda morfina, il fentanil e altri farmaci oppiacei sintetici molto forti (idrocodone, pentazocina ecc.), bisogna fare molta attenzione ai possibili effetti di un abuso. Se, infatti, si assumono ripetutamente e per un periodo di tempo prolungato dosi superiori a quelle prescritte, c’è il rischio di sviluppare un’intossicazione da oppiaceo che può provocare conseguenze sia a livello psichico sia fisico. Le più comuni:

    • apatia;
    • indifferenza;
    • confusione mentale;
    • sudorazione eccessiva;
    • dimagrimento improvviso;
    • alterazioni epatiche.

    E il rischio dipendenza?

    I farmaci oppiacei, sempre per il tipo di principi attivi che contengono e per il fatto che possono causare uno shock importante all’organismo, hanno una soglia di tolleranza che se superata provoca, a tutti gli effetti, dipendenza. Per questo motivo, ribadiamo, è molto importante che se ne faccia uso sempre e solo sotto stretto controllo medico.
    Se si ha il dubbio che una persona a noi cara sia vicina a sviluppare una dipendenza da farmaci oppiacei, dobbiamo essere attenti osservatori delle sue abitudini. Se questa persona fa un uso rischioso del farmaco – ad esempio ne abusa spesso, lo assume insieme a grandi quantità di alcol o ne prende una quantità maggiore di quella prescritta – o se scopriamo che cerca di procurarselo per vie illegali, è probabile che sia caduto in una spirale di dipendenza psico-fisica del farmaco.

    Anche in questo caso la soluzione migliore è rivolgersi agli esperti, e soprattutto ricordare che l’interruzione improvvisa di assunzione di un farmaco oppiaceo, anche se in modalità terapeutica, può provocare una crisi di astinenza. Forte ansia, dolori muscolari e ossei, diarrea, vomito, scarso appetito, sonno irrequieto e brividi sono le manifestazioni più comuni.

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