Il coniglio nano può trasmettere malattie all’uomo?

La risposta semplice è: purtroppo sì. Vediamo perché e quali sono le zoonosi più comuni da conigli a esseri umani

Ebbene sì: il coniglio nano non è solo carino e coccoloso. Certo, averne uno o più di uno che gironzolano per casa è un’esperienza bella, divertente e anche rilassante. I conigli sono animali docili, affettuosi quanto basta per ricevere un po’ di pet therapy gratuita tutte le volte che ce n’è bisogno. In alcune occasioni, però, se non si seguono determinate ed elementari regole igieniche, è possibile che il nostro animale diventi involontariamente veicolo di batteri e virus che possono essere trasmessi anche a noi esseri umani. Questo passaggio, o salto, delle malattie prende il nome di zoonosi e diventa più pericoloso nel caso in cui la persona che entra in contatto con l’animale malato è immunodepressa, o già soffre di patologie particolarmente debilitanti. Vediamo quali sono le malattie più comunemente note per essere trasmissibili da coniglio a uomo.

Borreliosi

Conosciuta anche come malattia di Lyme, la borreliosi è un’infezione batterica che infesta le zecche e che, di conseguenza, arriva all’uomo tramite una puntura (o morso) della stessa: un rossore circolare. All’inizio si manifesta con febbre, dolori articolari e cefalea e se non trattata accuratamente la borreliosi può avere seguito con meningiti, problemi cutanei gravi, disturbi atrio-ventricolari e alterazioni a carico dell’apparato muscolo-scheletrico. Insomma, se non ci prendiamo cura del nostro coniglio e questo viene attaccato dalle zecche, è un problema in più anche per noi che non va preso sottogamba, specie nel caso di donne in dolce attesa.

Cheyletiella

In questo caso parliamo di un acaro che si sviluppa a livello epidermico sull’animale, un altro modo per definirlo è “forfora che cammina’. Annoverato tra le patologie più comuni in cui il coniglio può incappare, si manifesta tramite evidenti irritazioni, esfoliazioni e forte prurito che provoca grande disagio nell’animale. Se questo acaro arriva all’uomo, può provocare una forma di dermatite con intensità variabile: da un leggero rossore a vere e proprie pustole. Nonostante questo, se tempestivamente si agisce sia sul coniglio, curandolo, sia su un eventuale rischio di infezione sull’essere umano, cioè lavandosi le mani con appositi saponi antiacari. Possiamo stare tranquilli: il coniglietto guarirà nel giro di un mese e noi non avremo conseguenze

Criptosporidiosi

Anche la criptosporidiosi è una malattia che può trasmettersi all’uomo per via oro-fecale, ovvero per contatto con feci infette. Tra i sintomi ci sono diarrea e vomito: compaiono dopo circa una settimana dall’infezione e sono anticipati da forti crampi addominali, perdita di appetito e debolezza. L’attacco di questa infezione è più grave per le persone già immunodepresse, il problema si protrae a lungo. Purtroppo per la criptosporidiosi non esiste, attualmente, una terapia vincente: è importante mantenere alti standard igienici nei nostri confronti e rispetto a tutto quello che riguarda il nostro coniglio. A cominciare dal lavarsi le mani dopo ogni contatto, tutte le regole di pulizia degli ambienti e check-up regolari delle condizioni di salute del coniglio nano sono importanti.

Encefalitozoonosi

Encefalitozoonosi Cuniculi è un parassita, un fungo, che può indurre gravi problemi neurologici nei conigli: è una malattia subdola, alcune volte il coniglio sembra essere sano, asintomatico, e invece è già stato attaccato dal parassita. Come spesso, fortunatamente, accade nelle zoonosi, gli effetti su un essere umano sono meno pesanti ma non per questo dobbiamo sottovalutare il rischio: la trasmissione avviene tramite il contatto con le urine infette dell’animale. 

Pasteurellosi

La pasteurellosi è una malattia che si annida nei conigli ed è causata da un batterio omonimo, la Pasteurella multocida: si trasmette con morsi o graffi da parte degli animali infetti e si manifesta inizialmente con l’infiammazione della ferita, che se non trattata inizia a secernere liquidi e provocare febbre e l’infiammazione anche dei vasi linfatici. Come in altre situazioni, se la patologia non viene intercettata e curata tempestivamente può sviluppare fastidi cronici come l’artrite.

Rogna

Non solo i cani, ma anche i conigli possono essere colpiti da forme di rogna che spesso sono trasmissibili all’uomo. I sintomi sono: croste su occhi, naso, bocca, orecchie e tra le dita) che emanano un cattivo odore, perdita di pelo a chiazze, irritazioni anche gravi, otite, inappetenza e spossatezza del coniglio nano. A causare questa patologia sono degli acari, che possono arrivare alle persone soprattutto se queste non rispettano le norme igieniche: le conseguenze per l’uomo non sono solitamente altrettanto gravi, ma comunque è un problema da non sottovalutare

Salmonellosi

La salmonella è il batterio che, se contratto, provoca la salmonellosi, una malattia infettiva che colpisce l’apparato digerente e provoca nausea, vomito, diarrea e dolori addominali. La salmonella viene trasportata dalle feci, le cui tracce possono essere lasciate anche per sbaglio su ciotole, gabbiette e tutto quello che usa il coniglio nano. Se l’animale già presenta sintomi come diarrea o altri disturbi intestinali è bene contattare un veterinario il prima possibile e disinfettare tutto: ciotola di cibo e acqua, lettiere, biancheria e lenzuola. È importante anche indossare dei guanti.

Tigna

Infezione fungina anch’essa, la tigna si diffonde attraverso spore microscopiche proveniente dal coniglietto infetto: è più facile essere contagiati se si hanno delle ferite alle mani o in caso di forte sudorazione, perché è più facile per il fungo insinuarsi nella pelle. Le conseguenze possono essere delle eruzioni cutanee pruriginose. Bisogna fare attenzione se notiamo che il coniglio comincia a perdere pelo o ha la pelle secca e squamosa: potrebbe avere la tigna ed è bene contattare subito il medico veterinario di riferimento.

Tularemia

Soprannominata anche “febbre del coniglio”, la tularemia è una patologia animale piuttosto rara causata da un batterio, il Francisella tularensis. Esistono diverse forme cliniche che si distinguono in base alla via d’ingresso del batterio: ulcero-ghiandolare, che provoca eruzioni cutanee, ere cutanee), oculo-ghiandolare che prende agli occhi, orofaringea quando interessa l’apparato digerente dell’animale, polmonare e infine settica, la più grave in quanto colpisce l’intero organismo del coniglio. A diffondere il batterio della tularemia sono le zecche, che possono arrivare anche all’uomo in caso di contatto con un animale infetto o, addirittura, se si mangia carne di coniglio che non è stata cotta a dovere. Per un essere umano, l’infezione da tularemia può significare dolore all’area colpita dal fungo, mal di testa, vomito e altri problemi gastrointestinali, ingrossamento di milza e fegato, tosse, faringiti e affaticamento.

Come fare prevenzione

Come è possibile intuire, le malattie che un uomo rischia di contrarre dal proprio coniglio – anche se è un’eventualità molto rara, ricordiamolo – sono tutti causate da una scarsa attenzione per l’igiene personale, per l’igiene del coniglio e per la pulizia che gli ambienti dove si vive devono avere. Per evitare spiacevoli sorprese, è bene tenere presente qualche semplice regola che aiuti a prevenire i problemi.
Innanzi tutto, se ci si sta prendendo cura del coniglio o se in generale si sta giocando con lui, è bene evitare di fare pasti: mangiare e bere, magari senza essersi lavati accuratamente le mani prima, è uno dei modi tipici con cui i batteri arrivano al nostro organismo.
Secondo, quando si sta svolgendo qualche operazione particolare al nostro coniglietto è meglio indossare dei guanti per non entrare in contatto con eventuali ferite: inoltre, lavarsi le mani prima e dopo aver toccato l’animale è sempre una buona abitudine. Stessa cosa se il coniglio ci morde o ci graffia per qualche motivo: dobbiamo disinfettare subito la ferita per bloccare eventuali infezioni.
Infine, il recinto e la gabbietta del nostro piccolo amico deve essere sottoposta a pulizia e manutenzione regolare, affinché nessuno si faccia male, e ricordiamo anche di fare particolare attenzione a non toccarci il volto con le mani dopo aver tolto urina e feci del coniglio dalla gabbietta: insomma, sempre lavarsi accuratamente le mani dopo tutte queste operazioni.