Malattie mentali: elenco dei disturbi di supereroi e villains
Anche gli eroi più virtuosi e i supercattivi nascondono aspetti estremamente umani
Ciò che ci rende umani non è rappresentato solamente dalle nostre attitudini e abilità, ma anche e soprattutto dalle nostre debolezze e imperfezioni. Un’analogia, a mio avviso calzante con la natura umana, è rappresentata dal parallelismo tra esseri umani e monete: può accadere che la zecca faccia uscire alcune monete con difetti, ma sono proprio questi difetti a renderle uniche e, talvolta, aumentarne il valore.
Se da una parte è vero che siamo i primi a lottare contro le nostre ombre, è anche vero che con la mente abbiamo viaggiato a lungo, cercando fin dall’antichità di creare ideali di esistenza e vita tendenti alla bellezza utopica della perfezione. Miti, leggende e storie sono tutte creazioni degli umani per provare a sognare, a credere in qualcosa di migliore, ma che, in quanto “creature” degli uomini, degli stessi si portano dietro luci e ombre.
E proprio come le divinità dell’Olimpo erano portatrici dei valori e dei vizi umani, così anche i supereroi e i supercattivi moderni nascono con i nostri stessi “difetti”, che però, a mio avviso, li rende ancora più affascinanti e certamente più avvicinabili. Io so quale supereroe o villan sono, tu chi ti senti?
Disturbi mentali: un elenco per conoscerli meglio
Questo articolo, inutile dirlo, non deve essere considerato come un manuale diagnostico e tantomeno vuole sminuire determinati disturbi mentali o problematiche di salute, quanto provare a sensibilizzare e rendere maggiormente fruibili dei concetti e degli aspetti che, talvolta, possono spaventare e risultare difficilmente “digeribili” o individuabili. Trattare con un po’ di leggerezza situazioni complesse non è sinonimo di superficialità, quanto una naturale voglia di respirare con un po’ più di leggerezza: in fondo non è anche per questo che crediamo nei supereroi?
Vedere nel pratico le ripercussioni di determinate patologie sui nostri beniamini (virtuosi o oscuri) ne potrebbe aiutare la comprensione e l’eventuale individuazione. Continuando nella lettura potrà capitare di leggere e identificarsi con alcuni profili e aspetti. Questo è normale e non denota necessariamente la presenza di particolari patologie. Tratti di personalità, comportamenti e inclinazioni compongono la ricetta della nostra persona in dosi variabili, ma, anche se in percentuali piccolissime, tutti siamo composti da una parte di tutto: in noi c’è il sadico e il santo, il casto e il lussurioso, l’apatico e l’emotivo. Tutto differisce in base alle “dosi”.
Personalità masochistica – Superman
“L’incredibile può essere creato solo se affrontiamo il rischio, la paura e il fallimento durante il processo.”
Il masochista porta il futuro del pianeta sulle proprie spalle, tollerando il dolore e la sofferenza in tutte le sue forme, convinto che questo possa portare a un bene superiore.
Se da un lato è vero che il “top hero” dell’universo DC, Superman, difficilmente può incontrare il dolore fisico, è anche vero che non si sottrae da quello psicologico ed emotivo.
Da buon masochista, Superman ha l’impressione di dare tutto se stesso e non ricevere quasi niente, vedendosi come il buono e virtuoso della situazione e ritenendo gli altri come cattivi.
Tuttavia, se vogliamo spezzare una lancia in favore del kryptoniano, possiamo dire che non tende ad autocommiserarsi e nemmeno a divenire schiavo di sentimenti come tristezza, rabbia, risentimento e indignazione, tratti tipici del masochista.
Altri aspetti che non riguardano Kal-El, ma che sono tipici dei masochisti sono:
- subire frequentemente abusi emotivi e fisici;
- attaccamento rapido e profondo con persone poco coinvolte e/o disponibili;
- idealizzazione dell’amore;
- aggressività passiva;
- intolleranza alla solitudine;
- timore dell’abbandono.
Superman non è umano, eppure alcune caratteristiche lo rendono simile a noi: brama e idealizza la normalità nei panni di Clark Kent, ma rimane pur sempre un abitante di Krypton. Mentre tutti gli altri eroi devono indossare una maschera per manifestare la propria magnificenza, lui deve indossarla per acquistare una parvenza di umanità, ma forse le sue fragilità sono già sufficienti per raggiungere lo scopo. Che sia proprio per questo che sente di dover portare tutto il peso del mondo sulle proprie spalle?
Disturbo da stress post traumatico – Punisher
“Lascio la presente come dichiarazione di intenti, così nessuno si confonderà. Uno. Si vis pacem, para bellum. È latino. Al campo il sergente ce lo faceva recitare come una preghiera. Si vis pacem, para bellum. Se vuoi la pace, prepara la guerra. Numero due. Frank Castle è morto. È morto con la sua famiglia. Numero tre. In alcune situazioni estreme, la legge è inadeguata. Per porre rimedio alla sua inadeguatezza, è necessario agire al di fuori della legge. Per ottenere… La giustizia naturale. Questa non è una vendetta. La vendetta non è un motivo valido, è una risposta emotiva. No, non vendetta… Punizione.”
Se far parte dei corpi speciali in servizio nella Guerra in Vietnam non fosse sufficiente come causa scatenante di un disturbo da stress post traumatico è pur quasi certo che veder sterminare tutta la propria famiglia durante un tranquillo picnic può risultare più che abbastanza.
Frank Castle, il punitore dell’universo Marvel, non riesce proprio a togliersi dalla testa quelle scene, fino a determinare in maniera irreversibile quella che da quel momento in poi sarà la sua nuova natura.
Il disturbo da stress post traumatico è un disturbo psichiatrico che può verificarsi in persone che hanno vissuto o assistito a un evento estremamente traumatico come:
- disastri naturali;
- guerre;
- stupri;
- gravi minacce di morte;
- violenze;
- atti terroristici;
- gravi incidenti.
I sintomi del disturbo da stress post traumatico possono variare per intensità e gravità. Solitamente comprendono:
- pensieri ricorrenti;
- sogni angoscianti;
- flashback dell’evento traumatico;
- evitamento dei ricordi, luoghi, oggetti e persone collegate dell’evento traumatico;
- alterazioni della cognizione e dell’umore;
- pensieri e sentimenti negativi;
- pensieri distorti sulla causa o sulle conseguenze dell’evento che portano a incolpare ingiustamente se stessi o gli altri;
- alterazioni dell’eccitazione e della reattività;
- irritabilità ed esplosioni di rabbia;
- comportamenti sconsiderati o autodistruttivi;
- essere eccessivamente vigili dell’ambiente circostante in modo sospetto;
- problemi del sonno o di concentrazione.
Frank Castle presenta molti dei sintomi tipici del disturbo, ma anche molti degli atteggiamenti riscontrabili in individui affetti da disturbo esplosivo intermittente. Ve ne viene in mente qualcuno?
Disturbo esplosivo intermittente – Hulk
“Hulk spacca!”
Un attimo prima stai discutendo con un pacifico e brillante scienziato di nome Bruce Banner, ma poi vola qualche parola di troppo e un secondo dopo ti ritrovi a fronteggiare una montagna di muscoli, un Golia verde e seminudo che risponde (quando è abbastanza cosciente da poterlo fare) al nome di Hulk.
Hulk è l’impersonificazione di quello che nel DSM-5 (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) viene definito disturbo esplosivo intermittente. Una persona con disturbo esplosivo intermittente ha frequenti esplosioni impulsive, aggressive e arrabbiate. Questi possono essere aggressioni verbali o fisiche nei confronti di proprietà, animali o altre persone. Gli scoppi aggressivi:
- sono sproporzionati rispetto all’evento o all’incidente che li ha provocati;
- sono impulsivi;
- causare molta angoscia alla persona;
- causare problemi al lavoro o a casa.
Il disturbo esplosivo intermittente non viene diagnosticato nei bambini di età inferiore ai 6 anni. Le persone che hanno subito traumi fisici ed emotivi da bambini o adolescenti corrono un rischio maggiore di svilupparlo.
Il trattamento prevede tipicamente una terapia cognitivo comportamentale incentrata sul cambiamento dei pensieri legati alla rabbia e all’aggressività e sullo sviluppo di capacità di rilassamento e di coping. A volte, a seconda dell’età e dei sintomi di una persona, i farmaci possono essere utili.
Può capitare, talvolta, di confondere tale disturbo con la psicopatia, ma mentre la violenza di Hulk è espressiva, “affettiva” ed emotivamente guidata, la violenza di Joker, ad esempio, è “strumentale”, calcolata e guidata da obiettivi.
Disturbo dissociativo dell’identità – Legion
“Quando un piatto si rompe non lo aggiusti, ne prendi solo un altro.”
Legion, figlio di Charles Xavier (leader degli X-Men), porta con sé molti grandi poteri che purtroppo hanno un costo enorme: ogni potere che Legion possiede ha una personalità unica e distaccata dalle altre, come se fosse una persona a sé stante. Ciò significa che Legion soffre di un disturbo dissociativo dell’identità. Alcune delle sue personalità hanno buone intenzioni e sono ritenibili come virtuose, altre sono ritenibili come personalità degne del peggiore dei villain. Questo rende Legion una figura instabile e pericolosa, vista la sua potenziale onnipotenza.
I sintomi del disturbo dissociativo dell’identità possono includere:
- Esistenza di due o più identità distinte (o “stati di personalità”): le identità distinte sono accompagnate da cambiamenti del comportamento, della memoria e del pensiero.
- Lacune continue della memoria su eventi quotidiani, informazioni personali e / o eventi traumatici passati.
- Disagio o problemi significativi causati dai sintomi nei vari aspetti della vita sociale, lavorativa e personale.
Legion è uno dei mutanti più potenti del mondo Marvel, ma anche uno dei più instabili. I suoi tremendi poteri e le annesse personalità hanno la tendenza a controllarlo, rendendolo un raro esempio in cui la malattia mentale, nei fumetti e nei film, viene usata come qualcosa di più di un semplice espediente narrativo.
Psicosi – Deadpool
“Non sono un eroe e non lo sarò mai. Sono solo un cattivo che viene pagato per pestare tipi peggiori di lui.”
Deadpool è sicuramente uno degli eroi più imprevedibili e divertenti di tutto l’universo Marvel. Il “Mercenario chiacchierone” è perfettamente consapevole di essere un personaggio immaginario dei fumetti e non è raro che rompa la quarta parete parlando direttamente con il lettore del fumetto, gli autori o gli spettatori dei recenti film.
Deadpool non è un mutante di nascita, ma lo è divenuto in seguito a esperimenti e torture atte ad attivare i suoi poteri, come sensi potenziati e un fattore di guarigione accelerato, che non solo gli impedisce di essere ferito in maniera permanente, ma gli causa anche psicosi e instabilità mentale. Questo contribuisce a renderlo imprevedibile ed estremamente temibile per i nemici.
Deadpool ha frequentemente conversazioni con se stesso, tra monologhi interiori e vigorosamente esternalizzati. La sua natura divertente, a tratti sciocca e sboccata, nasconde in realtà una forte moralità e un gran cuore, che va ben oltre alle apparenze di mercenario venale e attaccato solo alle cose materiali.
Deadpool rappresenta per certe caratteristiche un esempio di persona psicotica, anche se ogni manifestazione ha caratteristiche uniche. In generale i principali sintomi associati a un episodio psicotico sono:
- allucinazioni;
- convinzioni errate e insensate;
- pensieri confusi e distorti;
- allucinazioni visive, uditive, tattili, olfattive e/o gustative;
- deliri;
- discorso interiore rapido e costante.
Il mercenario più stravagante di tutta la famiglia Marvel rappresenta in maniera calzante quella che può essere la sfida costante di chi combatte con un mondo interiore distorto, scatenato talvolta da traumi e sofferenze del passato che la mente cerca in qualche modo di spiegare o rimuovere.
Sindrome della persona maltrattata – Harley Quinn
“Sono Harley Quinn. Ho il doppio dell’intelligenza di Batman e di tutte le vitamine in un piatto di arance.”
Harley Quinn è diventata uno dei personaggi dei fumetti più popolari di tutti i tempi, complice anche la sua recente apparizione nel film Suicide Squad (basato sull’omonimo gruppo di supercattivi dei fumetti DC Comics) del 2016 scritto e diretto da David Ayer e in Birds of Prey. Per quanto la personalità eccentrica e stravagante di Harley possa divertire, non si può certo negare che i suoi tratti siano ricollegabili alla sindrome della persona maltrattata chiamata anche sindrome della donna maltrattata se a soffrirne è una persona di sesso femminile.
La relazione di Harley con “Mister J” (Joker) si può certamente definire una relazione di coppia pericolosa. Joker abusa di Harley in ogni modo possibile: fisicamente, emotivamente e psicologicamente. Eppure, non importa quante volte gli sfugge, Harley torna sempre da lui per ricevere più dolore.
Tra le principali cause attualmente individuate come scatenanti del disturbo sarebbero:
- abusi sessuali: stupri, contatti sessuali indesiderati e molestie verbali;
- stalking: viene troppo spesso sottovalutato, ma indurre una persona a provare paura e preoccupazione per la propria sicurezza con tattiche persecutorie può avere effetti estremamente nefasti;
- abusi fisici: schiaffi, spinte, bruciature e danni fisici causati da armi;
- violenza psicologica: insulti, umiliazioni, controllo coercitivo o tutto ciò che possa creare traumi o ferite psicologiche alla persona.
Nonostante nei fumetti più recenti Harley sembrerebbe aver iniziato a riprendere il controllo sulla propria vita, potrebbe, però, non essere mai completamente libera dall’influenza Joker.
Tra le principali manifestazioni della sindrome della persona maltrattata possiamo osservare:
- sensazioni di isolamento, ansia e depressione;
- sentirsi in imbarazzo o temere il giudizio altrui e la stigmatizzazione;
- amare la persona che abusa e credere che cambierà;
- essere emotivamente sfuggenti;
- scusare la persona abusatrice.
Inoltre è possibile che si inneschino comportamenti come:
- rifiutare la fine della relazione;
- credere che l’altra persona sia onnipotente e onnisciente;
- idealizzando la persona abusatrice;
- credere di meritare l’abuso.
Inoltre, l’impatto di una relazione violenta può continuare a lungo, anche dopo la fine, e può causare:
- problemi di sonno, inclusi incubi e insonnia;
- improvvisi sentimenti ricorrenti riguardanti l’abuso;
- evitamento del menzionare l’abuso;
- evitamento di situazioni che ricordano l’abuso;
- sentimenti di rabbia, tristezza, disperazione o inutilità;
- intensi sentimenti di paura;
- attacchi di panico o flashback dell’abuso.
La povera Harley Quinn, per quanto possa compiere gesta strampalate o estreme non dev’essere stigmatizzata come “pazza” (nessuno dovrebbe essere definito così, in nessuna circostanza), ma meriterebbe di essere compresa, come vittima sofferente di una personalità psicopatica.
Psicopatia – Joker
“Ho notato che nessuno va in panico quando le cose vanno secondo i piani. Anche se i piani sono mostruosi. Se domani dico alla stampa che un teppista da strapazzo verrà ammazzato o che un camion di soldati esploderà, nessuno va nel panico. Perché fa tutto parte del piano. Ma quando dico che un solo, piccolo, sindaco morirà allora tutti perdono la testa.”
Joker, la nemesi di Batman riportata periodicamente alla ribalta grazie a fumetti, film e vari interpreti, nonostante evidentissime caratteristiche disadattive, non si presta a rendere semplice l’individuazione del suo profilo psicologico. Sebbene in molti abbiano definito il Joker come un folle, diversi medici nel mondo reale e nell’universo dei fumetti sottolineano come sia quasi sempre lucido e capace di distinguere tra giusto e sbagliato. Presenta caratteristiche da disturbo di personalità antisociale, ma alcuni dei suoi tratti più marcati spingono a pensare che il Joker sia il classico esempio di soggetto psicopatico.
La psicopatia può manifestarsi con:
- impulsività;
- evitamento delle norme e delle aspettative della società;
- continuo impegno in bugie e inganni;
- disprezzo per la sicurezza;;
- comportamento irresponsabile;
- mancanza di rimorso;
- irritabilità e aggressività.
Unitamente a un carisma oscuro e una spiccata capacità manipolatoria il quadro dei tratti della psicopatia si sposano perfettamente con la figura del Joker.
Schizofrenia – Sentry
“Quando uso i miei poteri di un milione di soli che esplodono, scateno un’oscurità in tutto il mondo. Viene e attacca il mondo ogni volta che cerco di salvarlo. Questo è il suo scopo. Ha ucciso mia moglie. Ho ucciso mia moglie. Ha ucciso e continua a venire e venire.”
Sentinella, o Sentry, è uno dei supereroi più potenti della Marvel, le cui abilità sono ostacolate solo dalla sua psiche fratturata. Robert ha lottato con l’agorafobia, l’alcolismo e la schizofrenia, sebbene sia stato sottoposto a un trattamento specifico per la schizofrenia, la sua malattia mentale a volte sembra più vicina al disturbo dissociativo dell’identità.
Robert è sia l’eroe che il cattivo della sua storia: Il Vuoto è l’entità oscura e distruttiva che si è legata a Robert Reynolds quando è diventato Sentinella. È più una forza che una persona, ma può assumere qualsiasi forma scelga. Quando parla e prende in giro Sentry, normalmente usa la forma umana. È in grado di distruggere la Terra, se non l’intero universo. Robert/Sentry combatte una costante battaglia interiore per tenere a bada il Vuoto che si manifesta ogni volta che usa i suoi poteri. È la sua eterna nemesi, nata nella sua stessa psiche.
La sua condizione non aiuta questo suo scontro interiore, infatti la schizofrenia è una malattia mentale che influisce sul modo in cui si pensa e i sintomi possono influenzare fortemente la vita quotidiana. Tra i sintomi è possibile individuare:
- allucinazioni;
- deliri;
- pensiero disorganizzato;
- demotivazione;
- movimenti rallentati;
- disturbi del sonno;
- disturbi emotivi;
- scarso interesse per le attività sociali;
- basso desiderio sessuale.
L’esperienza di ognuno con la schizofrenia è diversa e non tutti coloro che ne soffrono sperimentano tutti questi sintomi.
Disturbo istrionico di personalità – Iron Man
“Sono Tony Stark, ho una ragazza carina, ho costruito molte cose e occasionalmente salvo il mondo! Perciò, perché non riesco a dormire?”
Iron Man è sicuramente un personaggio che, nel corso dei fumetti e degli ultimissimi film, ha vissuto un’evoluzione psicologica degna di nota. Incarna diversi ruoli, dal leader naturale al filantropo fino ad arrivare ad essere egoista ed egocentrico, per poi riscattarsi come molti sapranno.
Probabilmente un Tony Stark ancora immaturo poteva presentare le caratteristiche tipiche del disturbo istrionico di personalità, disturbo in cui persone affette presentano una scarsa autostima di base, che dipende dall’approvazione degli altri e non nasce da un vero senso di fiducia e rispetto di sé. Hanno un desiderio travolgente di essere notati e spesso si comportano in modo drammatico o inappropriato per attirare l’attenzione. La parola istrionico significa “drammatico o teatrale” e spesso è individuabile attraverso tratti come:
- senso di disagio se non si è al centro dell’attenzione;
- abbigliamento eccessivamente provocante, inappropriato;
- cambiamento rapidamente delle emozioni;
- modo di fare estremamente drammatico ed enfatizzato;
- emozioni ed espressioni esagerate, mancanza di genuinità;
- eccessiva preoccupazione per l’aspetto fisico;
- ricerca costante di rassicurazioni o approvazioni;
- essere facilmente influenzabili dagli altri;
- eccessiva sensibilità alle critiche o alla disapprovazione;
- bassa tolleranza alle frustrazioni;
- essere facilmente annoiati dalla routine;
- non pensare prima di agire;
- prendere decisioni avventate;
- egocentrico;
- minacce o tentativi di suicidio per attirare l’attenzione.
Tony Stark probabilmente non presenta molte di queste caratteristiche, ma per certi aspetti rispecchia perfettamente alcuni tratti. Specie se si pensa al Tony agli albori.
Sindrome di Peter Pan – Spiderman
“Tu lo sai chi sono io. Il tuo amichevole Spiderman di quartiere!”
Super agilità, sensi di ragno, incredibili capacità nel combattimento corpo a corpo e possibilità di “volare” ovunque con l’ausilio di ragnatele ultra performanti: Peter Parker vive il sogno di qualsiasi adolescente medio! Solo che tutte queste capacità possono essere difficili da gestire per un ragazzino che si appresta a divenire adulto. Inoltre, la strada per diventare Spiderman a pieno titolo è ripida e piena di insidie.
Il Peter delle origini aveva qualche problema a capire che “da grandi poteri derivano grandi responsabilità” e, come un qualsiasi adolescente, cercava più le gratificazioni degli impegni. La sindrome di Peter Pan si prospetta proprio quando un adulto non vuole maturare e assumersi le responsabilità tipiche della sua età.
La sindrome di Peter Pan è una sindrome della “psicologia popolare” e non viene trattata in nessun manuale diagnostico. Poiché questa sindrome non è ufficiale, è difficile dire chi ne soffre. Solo perché qualcuno ha tendenze infantili, come la curiosità, il senso dell’umorismo o l’amore per certi hobby associabili ai bambini, non significa che abbia la sindrome di Peter Pan. Tuttavia è possibile individuarla se si presentano segnali come:
- mancanza di interessi professionali;
- incapacità di gestire le situazioni;
- incapacità di rispettare gli impegni;
- propensione all’abuso di alcol e droghe;
- inaffidabilità;
- tendenza a dare sempre la colpa agli altri;
- mancanza di propensione all’automiglioramento.
Con il tempo, il nostro “amichevole Spiderman di quartiere” ha sicuramente avuto modo di riscattarsi, ma chi è appassionato del fumetto conosce bene cosa ha dovuto scontare per far “scattare la molla”.
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