Il compagno di coccole: un’arma in più per combattere il Covid-19
Quando lo stato considera gli affetti una necessità primaria per la salute psicologica delle persone
Così come ogni medicina presenta effetti collaterali, così le misure restrittive applicate dai governi di tutto il mondo per fronteggiare l’emergenza sanitaria provocata dal Covid-19 possono avere dei risvolti più a meno inattesi e decisamente poco piacevoli.
Molto spesso, in situazioni come quelle che stiamo vivendo nel 2020, è la salute mentale degli individui a rimetterci maggiormente. La mancanza di interazioni sociali dal vivo, unitamente a un radicale cambio della routine giornaliera possono portare progressivamente le persone a soffrire maggiormente di disturbi come ansia, depressione e stati melanconici, con possibili conseguenze negative riscontrabili anche negli affetti e nei rapporti sociali.
Per cercare di limitare questa ondata di malessere psicologico, alcuni governi hanno deciso di concedere e riconoscere l’esistenza necessaria del “compagno di coccole”: una figura che già dal nome potrebbe far sorridere, ma che per svariate ragioni è stata ritenuta fondamentale per il mantenimento degli equilibri delle persone.
Cos’è il “compagno di coccole”
Dal nome è facilmente intuibile: il compagno di coccole è una persona fuori dal proprio nucleo familiare e abitativo con cui è concesso mantenere una vicinanza fisica senza restrizioni di sorta.
Ovviamente detto così è piuttosto semplicistico e se vogliamo nel caso di alcuni paesi nemmeno tanto calzante come descrizione, motivo per cui adesso andremo a sviscerare ciò che dichiara la normativa in materia di alcuni paesi che hanno deciso di adottare tale procedura di “avvicinamento sociale”.
Il compagno di coccole in Belgio
In Belgio il compagno di coccole si definisce “knuffel contact” e ad onor del vero tutta questa risonanza mediatica nasce proprio dalla terra dei waffel e delle birre artigianali. Il termine è diventato famoso nel mondo dopo essere stato pronunciato dal ministro della sanità belga Frank Vandenbroucke, il quale lo ha utilizzato per riferirsi a dei contatti interpersonali stretti tra persone non abitanti la stessa dimora.
Il termine viene da knuffel (abbraccio/coccola) e contact (contatto) e si riferisce al possibile contatto con una persona esterna alla propria abitazione e/o nucleo familiare durante il blocco causato dall’emergenza Covid-19 in Belgio. Addirittura, nel caso la persona sia single, gli sono conessi ben due contatti/compagni di coccole. Tali contatti non sono “sostituibili” una volta decisi.
Questa misura nasce per fronteggiare la possibile emergenza psicologica che potrebbe scaturire dall’isolamento sociale dovuto alle misure restrittive indette dal governo.
Il compagno di coccole in Olanda
Per onor di cronaca, l’Olanda aveva già previsto durante la prima ondata pandemica l’importanza cruciale di una figura come quella del compagno di coccole, qui chiamata “seksbuddy”.
L’Istituto Nazionale per la Salute Pubblica e l’Ambiente olandese (RIVM) affermò a suo tempo che i single avrebbero dovuto “trovarsi d’accordo” con un’altra persona al fine di non affrontare la quarantena da soli, come ostaggi della solitudine. Oltre a ciò, sempre il RIVM affermò: “Il sesso con se stessi o con gli altri a distanza è sempre possibile”, di fatto suggerendo storie erotiche al telefono o in chat e a “masturbarsi insieme” come possibili soluzioni.
Tuttavia fu ovviamente indicato agli olandesi di evitare il sesso e le effusioni in caso di sospetto contagio da parte del proprio seksbuddy. Le linee guida arrivarono dopo che furono mosse critiche al governo riguardo l’assenza di indicazioni precise e mirate riguardanti il sesso per i single.
Le misure di distanziamento sociale, entrate allora in vigore il 23 marzo e riviste successivamente, prevedevano un blocco definito “intelligente” o “mirato” da parte del governo olandese, essendo comunque misure molto meno rigide di quelle dei vicini paesi e consentendo addirittura piccole riunioni di persone (sempre osservando il distanziamento sociale).
In Italia esiste il compagno di coccole?
La figura del compagno di coccole ha destato interesse in molti paesi al mondo, tra cui troviamo la Cina, l’Ucraina e immancabilmente la pudica (ma che segretamente anela l’edonismo) Italia.
Se sulle coste del freddo Mare del Nord si può godere del caldo abbraccio dei compagni di coccole è altresì vero che nella penisola mediterranea la risposta non tarda ad arrivare e si presenta con il termine “congiunti”.
Ma chi sono i congiunti? Non c’è stata molta chiarezza al riguardo, o meglio: la definizione sarebbe anche chiara, peccato che porga la guancia alle classiche manovre evasive dei furbetti. I congiunti sono parenti e affini, coniugi, conviventi, fidanzati stabili e/o comunque affetti stabili. Quindi diciamo che debbono risultare rapporti già consolidati e assodati precedentemente all’emergenza Covid-19, perciò non è possibile “accordarsi” prima con un altro adulto consenziente ma non ritenibile un affetto stabile.
Poi c’è anche chi si affeziona velocemente e già dopo il primo appuntamento pianifica una vita insieme, ma questa è un’altra storia e l’ordinamento italiano non tratta tale materia.