Reflusso gastroesofageo: cause e prevenzione
Scopriamo le cause e le strategie di prevenzione di quella sgradevole sensazione di bruciore allo stomaco e di acido in bocca
Il reflusso gastroesofageo, comunemente conosciuto come reflusso acido, indigestione acida o bruciore di stomaco, si verifica quando le secrezioni acide dello stomaco risalgono lungo l’esofago, provocando la tipica sensazione di bruciore e tensione nel petto e nella zona corrispondente alla parte alta dello stomaco.
È una sensazione abbastanza comune, che può presentarsi in maniera momentanea, ma che, nella sua forma più persistente e a volte grave, può evolversi nella malattia da reflusso gastroesofageo, un disturbo in grado di irritare l’esofago e causare gravi complicazioni di salute se non trattata adeguatamente.
Cosa senti quando soffri di reflusso?
Chi soffre di reflusso può sperimentare, tra i sintomi tipici, una fastidiosa sensazione di rigurgito acido e bruciore di stomaco, anche se alcune persone possono non sperimentare quest’ultimo sintomo
Il bruciore di stomaco da reflusso può manifestarsi in qualsiasi momento, ma tende a rendersi più frequente dopo i pasti o quando ci si sdraia, rendendo complicato persino dormire bene la notte.
Possono altresì palesarsi dolore al petto, raucedine al mattino e/o difficoltà nella deglutizione. Si può sperimentare una sensazione di blocco alla gola, come se ci fosse rimasto del cibo o come se la gola si stesse restringendo. Inoltre, non è raro che il reflusso gastroesofageo possa provocare tosse secca, alitosi e persino vomito.
Reflusso in neonati e bambini
Nei neonati e bambini possono manifestare sintomi simili a quelli di cui soffrono gli adulti, ma per i quali bisogna prestare una particolare attenzione:
- frequenti e piccoli episodi di vomito;
- pianto eccessivo e apparentemente immotivato;
- rifiuto del cibo;
- difficoltà respiratorie;
- frequente sapore acido in bocca;
- gola rauca;
- sensazione di soffocamento che può svegliare il bambino;
- alito cattivo;
- difficoltà a dormire dopo aver mangiato, soprattutto nei neonati.
Possibili complicazioni da reflusso gastroesofageo
La malattia da reflusso gastroesofageo, se non curata, può portare nel lungo periodo a problemi di salute anche molto seri. Qui sotto sono elencate alcune delle complicazioni mediche a cui può portare.
Esofagite: rappresenta l’irritazione e l’infiammazione provocata dagli acidi gastrici nel rivestimento dell’esofago. L’esofagite può causare ulcere, sensazioni di bruciore, dolore toracico, sanguinamento e difficoltà a deglutire.
Esofago di Barrett: è una condizione che si sviluppa in circa il 10% delle persone che soffrono della malattia da reflusso per lunghi periodi di tempo ed è un fattore di rischio per il cancro dell’esofago.
Stenosi: si tratta del restringimento dell’esofago causato da lesioni. Può interferire con il mangiare e il bere, impedendo al cibo e ai liquidi di raggiungere lo stomaco.
Cancro esofageo: può svilupparsi nella parte alta dell’esofago come adenocarcinoma (un’evoluzione dell’esofago di Barrett) o come carcinoma a cellule squamose, che di solito colpisce la parte superiore e centrale dell’esofago.
Inoltre, nonostante non esista una spiegazione scientifica al momento, le evidenze ci dicono che più del 75% delle persone con asma soffre anche di reflusso gastroesofageo ed ha il doppio delle possibilità di soffrirne rispetto alle persone senza asma. Per evitare ogni possibile complicazione è consigliabile rivolgersi al proprio medico se i sintomi tipici del reflusso non si esauriscono in un breve lasso di tempo.
Le cause del reflusso gastroesofageo
Il reflusso acido può essere causato da una situazione di debolezza o di rilassamento dello sfintere esofageo inferiore. Normalmente questa valvola si chiude ermeticamente dopo che il cibo è entrato nello stomaco, ma se si rilassa quando non dovrebbe, il contenuto dello stomaco può risalire nell’esofago, causando il reflusso.
Chiunque di qualsiasi età può sviluppare problemi legati al reflusso gastroesofageo, ma alcune categorie di persone potrebbero essere maggiormente esposte, come:
- persone sovrappeso o obese;
- donne incinta;
- chi fuma o è regolarmente esposto al fumo passivo;
- soggetti con ernia iatale;
- persone che assumono alcuni tipi farmaci.
Abitudini e alimentazione
Una gestione efficace del reflusso acido richiede una consapevolezza approfondita sull’alimentazione e sulle abitudini quotidiane. Tra i punti chiave da considerare, oltre a chiarire quali possono essere alcune buone abitudini da attuare, può rivelarsi fondamentale approfondire i peggiori alimenti per il reflusso, ovvero quei cibi che possono esacerbare il problema:
- Cibi piccanti: evitare cibi piccanti è essenziale, poiché possono aumentare il livello di acido nello stomaco, contribuendo al disagio del reflusso acido.
- Agrumi: gli agrumi, ricchi di acido citrico, possono essere problematici per coloro che soffrono di reflusso. Limitare il consumo di arance, limoni e altri agrumi può aiutare a gestire i sintomi.
- Bevande contenenti caffeina: bevande come caffè, tè e alcune bibite possono rilassare il muscolo che controlla l’apertura tra lo stomaco e l’esofago, favorendo il reflusso. Ridurre o eliminare queste bevande può essere benefico.
- Cibi grassi: eccedere con cibi ricchi di grassi può rallentare la digestione, aumentando la pressione nello stomaco e favorendo il reflusso acido.
- Alcol: l’alcol può irritare l’esofago e aumentare la produzione di acido. Limitarne o evitarne il consumo può contribuire a ridurre i sintomi.
- Menta piperita: anche se spesso associata a benefici digestivi, la menta piperita può rilassare il muscolo dello sfintere esofageo inferiore, favorendo il reflusso. È quindi consigliabile monitorarne il consumo.
- Pasti abbondanti: Consumare pasti troppo abbondanti può esercitare una pressione eccessiva sullo stomaco, favorendo il reflusso. Optare per porzioni più piccole e frequenti può essere una strategia utile.
- Fumo: il fumo può indebolire la valvola esofagea, aumentando il rischio di reflusso. Cercare di smettere di fumare può apportare benefici significativi.
- Sdraiarsi subito dopo i pasti: questa posizione può favorire il reflusso acido. Aspettare almeno due o tre ore prima di coricarsi può aiutare a prevenire questo problema.
Comprendere e gestire consapevolmente questi fattori legati all’alimentazione e allo stile di vita può contribuire significativamente al controllo del reflusso acido. Tuttavia, quando nemmeno queste accortezze sembrano essere sufficienti, può rivelarsi necessario rivolgersi al proprio medico per chiedere indicazioni sulla gestione del disturbo.
I rimedi contro il reflusso gastroesofageo
Solitamente, il medico può suggerire di cambiare alcuni aspetti della propria quotidianità per trovare una soluzione al reflusso acido, ma si potrebbe arrivare anche a soluzioni chirurgiche (come la fundoplicatio di Nissen, la fundoplicatio transorale senza incisione o l’impianto del dispositivo LINX) nel caso non si possano assumere farmaci per un lungo periodo o se questi dovessero risultare inefficaci.
Tuttavia, di solito la terapia farmacologica rappresenta un trattamento efficace contro il reflusso gastroesofageo.
Antiacidi
Solitamente sono tra i migliori prodotti da banco per contrastare i sintomi intermittenti e relativamente rari di reflusso ma, se presi frequentemente, alcuni antiacidi potrebbero peggiorare il problema.
Inibitori della pompa protonica
Sono farmaci che agiscono bloccando e sopprimendo la produzione di acido molto più efficacemente rispetto ai bloccanti dell’istamina. Possono essere d’aiuto per molti soggetti, anche quelli con un grave danno esofageo.
Bloccanti dell’istamina
Sono farmaci che aiutano a ridurre la secrezione acida, aiutando a guarire dalle erosioni esofagee in circa il 50% dei casi.
Agenti procinetici
Sono farmaci che migliorano l’attività della muscolatura liscia del tratto gastrointestinale e il medico potrebbe prescriverli in combinazione con un farmaco soppressore dell’acido.
Come prevenire?
Come recita un vecchio adagio popolare: “prevenire è meglio che curare”. Per questo abbiamo individuato alcune accortezze per cercare di evitare i fastidi e le brutte sensazioni provocate dal reflusso:
- mantenere un peso corporeo ideale;
- consumare pasti piccoli e frequenti piuttosto che grandi quantità un paio di volte al giorno;
- ridurre i cibi grassi come burro, olio, latte, formaggi, sughi e carni grasse;
- evitare di mangiare prima di andare a dormire, attendendo almeno 3 ore;
- non indossare vestiti stretti nella zona della pancia;
- durante il sonno tenere sollevata la testa;
- non fumare;
- assumere correttamente i farmaci antiacidi prescritti dal medico;
- evita il più possibile abbuffate di cibi piccanti, fritti, cioccolato, salse di pomodoro, aglio, cipolla, alcol, caffè, bevande gassate, agrumi;
- tieni un registro degli alimenti scatenanti che ti danno problemi.
Impegnandosi e facendo attenzione ad alcuni piccoli dettagli quotidianamente si può evitare complicazioni e, perché no, concedersi anche qualche piccolo sgarro settimanale.