La notizia ha fatto rapidamente il giro del web, e non si fatica a capire il perché. Nell’ottica del rendere i giochi sempre più inclusivi, il colosso americano Mattel ha lanciato una nuova Barbie con diabete di tipo 1: la famosa bambola ora indossa un vero sensore di monitoraggio glicemico (CGM), un cerotto rosa a cuore sul braccio, una pompa per insulina in vita e porta con sé uno smartphone con l’app per il monitoraggio.
Un dettaglio che non passa inosservato: l’outfit blu a pois richiama i simboli internazionali della consapevolezza sul diabete. Un nuovo passo per far sì che tutti i bambini e le bambine si sentano rappresentati dai giocattoli con i quali si divertono e immaginano il proprio futuro.
Un messaggio che conta
La Barbie con diabete di tipo 1 nasce dalla collaborazione con l’associazione Breakthrough T1D e punta a rappresentare e sensibilizzare su una patologia che colpisce oltre un milione di bambini e adolescenti nel mondo. Mattel ha sottolineato come giocare con una bambola che convive con una condizione cronica aiuti i piccoli a sentirsi meno soli e più forti; al contempo, questa scelta si estende anche agli altri bambini, educando anche chi non conosce la patologia alla consapevolezza delle diverse condizioni di chi ne è affetto.
Inoltre, la scelta del diabete di tipo 1 tra i vari tipi di diabete è emblematica: rispetto al diabete di tipo 2, si tratta di una forma dall’insorgenza molto precoce e legata a fattori spiccatamente congeniti – e che dunque può comparire fin da bambini.
La forza dell’esempio
Portare il monitoraggio del glucosio e la pompa d’insulina tra le mani dei bambini favorisce empatia, dialogo e normalizzazione della diversità. Il progetto lega il proprio volto anche a Lila Moss, giovane modella e testimonial che vive ogni giorno con il diabete e che, grazie a Barbie, vede finalmente rappresentata la sua realtà.
Barbie diabete di tipo 1: più che un giocattolo, un simbolo
Negli ultimi anni, Mattel ha moltiplicato le proposte di Barbie inclusive per riflettere sempre più la diversità del mondo reale. Oltre alla nuova Barbie con diabete di tipo 1, sul fronte della disabilità oggi esistono Barbie non vedenti con bastone bianco – che affiancano i mattoncini Lego in Braille -, Barbie con sindrome di Down – caratterizzate da tratti accurati e outfit simbolici -, e Barbie con disabilità motorie, come quelle che utilizzano sedie a rotelle. La DE&I passa anche dalla lotta al razzismo, grazie a diversi modelli di Barbie di diverse etnie e tonalità di pelle, e da quella contro il body shaming con Barbie con corpi curvy e forme variegate, ma anche all’omotransfobia con una Barbie transgender ispirata alla celebre attrice Laverne Cox.
Per ispirare le bambine e i bambini sul fronte professionale, invece, Mattel ha realizzato un’intera linea di Barbie scienziate, atlete, astronaute e imprenditrici, per incoraggiare sogni senza confini al di là degli stereotipi. Questo universo variegato promuove inclusione, autonomia e l’empowerment dei bambini, invitandoli fin da piccoli a riconoscersi e a sentirsi rappresentati nel loro gioco. In sostanza, Barbie si conferma ancora una volta più di una semplice bambola: è uno strumento capace di parlare di benessere, auto-cura e accettazione. Il futuro del gioco passa anche da qui.
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