Se vi diciamo “Emma Watson” probabilmente penserete subito a Hermione Granger, la famosa maga nella saga cinematografica di Harry Potter. E sì, è vero, è famosa per questo ruolo. Ma dal 2014 Emma Watson è molto di più: oltre che attrice, come ricorda anche la pagina Wikipedia, è un’attivista che lotta quotidianamente per la parità di genere e per un ruolo paritario delle donne nel mondo. Inoltre, nel 2015 la rivista Time l’ha inserita tra le 100 persone più influenti del pianeta. Sempre in prima linea, le sue uscite pubbliche sono appassionati discorsi e intense riflessioni sulla condizione della donna e su ciò che si può fare per rendere paritario a livello sociale il diminuire il gender gap.
Cosa dice Emma Watson?
C’è stato un momento particolarmente significativo nella carriera da attivista di Emma Watson: il primo discorso pronunciato nel 2014 alle Nazioni Unite per la campagna #HeForShe. Non si è rivolta alle donne, ma ha parlato quasi sempre agli uomini, chiamandoli all’azione: devono essere loro a ridurre ed eliminare le disuguaglianze di genere, devono essere proprio loro a eliminare i pregiudizi e le violenze (non solo fisiche).
Cos’è la parità di genere e perché se ne parla
L’uguaglianza di genere è una condizione in cui viene riconosciuta la parità tra i sessi, o l’uguaglianza sessuale, in ambito sociale ed economico, evitando differenze di accesso a risorse e opportunità legate al genere. Nel corso dei secoli sono stati fatti numerosi passi avanti, soprattutto nei paesi sviluppati, grazie anche alle proteste delle donne nei confronti della società. Era il 1947 quando l’Assemblea approva l’articolo 3 della costituzione in cui si proclama l’uguaglianza di fronte alla legge, indipendentemente dal sesso. Qualche anno più tardi sarà riconosciuta una legge per la tutela fisica ed economica delle lavoratrici madri (vietando il licenziamento a inizio gravidanza, ad esempio). Fino ad arrivare ai giorni nostri in cui si parla di quote rosa e quindi parità di trattamento fra uomini e donne in azienda o nelle giunte e consigli regionali, o norme legate ai congedi per maternità e paternità.
Quanti femminismi ci sono?
Quando si parla di attivismo per la parità di genere si parla anche, inevitabilmente, di femminismo, lo stesso movimento in cui si è riconosciuta Emma Watson dopo il suo discorso del 2014. Nonostante questo, esistono vari tipi di femminismo che spesso sfociano in alcune diatribe (le stesse che hanno coinvolto l’attrice alla presentazione del suo film “La Bella e la Bestia”, per esempio). Tendenzialmente, i tipi di femminismo si differenziano per ambito culturale, quindi si parla di femminismo occidentale, nero, islamico e indigeno: nonostante le diversità sociali, tutti questi femminismi si battono per una uguaglianza tra uomini e donne. A questi si devono aggiungere numerose correnti femministe, più o meno radicali. Possiamo affermare, comunque, che siamo alla quarta ondata femminista, sviluppata dal 2010, che si contraddistingue dalla precedente soprattutto per l’impiego dei social media e per l’attenzione sull’intersezionalità (cioè, la sovrapposizione di diversi tipi di discriminazione) e il coinvolgimento sempre più presente dei maschi (dovuto anche all’apertura e all’uguaglianza di genere a prescindere dall’appartenenza sessuale); pensiamo ai diritti per i transgender o alla comunità LGBTIQA+, ad esempio.
Chi è Emma Watson
Emma Watson è una donna forte dall’aspetto minuto, nata nel 1990, con un sogno nel cassetto fin dalla tenera età: diventare attrice. Questo le ha permesso di avvicinarsi al canto, alla danza e alla recitazione fino al suo esordio, un debutto con il botto: nel 2001, infatti, esce il primo film della celebre saga di Harry Potter, “Harry Potter e la pietra filosofale”. Seguiranno altri 7 film della stessa saga, che si concluderà esattamente 10 anni dopo, nel 2011, con numerose candidature e vittorie di premi prestigiosi. Le sue interpretazioni continuano anche dopo i film di Harry Potter in vari film, dimostrando la sua capacità di adattarsi ai ruoli più diversi. A questi impegni legati al cinema, la Watson unisce anche il suo attivismo legato soprattutto alla donna. Per questo, nel 2014 viene nominata Goodwill Ambassador, ambasciatrice di buona volontà, dall’UN Women, l’organizzazione delle Nazioni Unite, che si interessa soprattutto della parità di genere e del ruolo delle donne nel mondo. Già in questa fase, l’attrice ha tenuto uno dei suoi discorsi ispiratrici, sottolineando la mancanza di parità di genere e l’importanza di colmare questo gap. Da quel momento, dichiara di essere diventata femminista e s’impegna costantemente a divulgare questo pensiero, avvenuto per diversi anni anche grazie a un book club virtuale chiamato “Our Shared Shelf”. Il suo attivismo la porta a muoversi nel mondo, soprattutto in quei luoghi dove i diritti delle donne sono più calpestati e messi in dubbio, come in alcune zone dell’Africa e altre zone in Asia. Il suo impegno non si ferma solo alla divulgazione e all’ispirazione di altre persone nel mondo, ma lo fa anche concretamente: nel febbraio 2018 ha donato un milione di sterline a una fondazione britannica per le donne vittime di abusi e di molestie sul lavoro.
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