Con l’arrivo della bella stagione, cresce il desiderio di trascorrere momenti spensierati in spiaggia con i più piccoli. Ma è davvero sicuro far fare il bagno in mare ai neonati? La risposta varia in base all’età del bambino e all’impiego di alcuni accorgimenti. Scopriamo insieme cosa considerare.
Molti genitori si chiedono se sia sicuro portare i neonati al mare, specie quando sono ancora nelle primissime settimane di vita. Sebbene l’idea di un bagno rinfrescante possa sembrare allettante, occorre considerare le caratteristiche fisiologiche dei più piccoli.
Neonati al mare: sì, ma con attenzione
Il neonato può essere portato in spiaggia, purché si rispettino alcune regole fondamentali, soprattutto nei primi 6 mesi di vita. In questa fase, infatti, è meglio evitare che venga esposto direttamente alla luce solare. Il perché i neonati non possono stare al sole sta nel fatto che la loro pelle, ancora sottile e vulnerabile nei primissimi mesi, non è in grado di offrire una protezione naturale contro i raggi UV.
Per tutelare il benessere dei più piccoli, quindi, è opportuno limitare il tempo trascorso in spiaggia, scegliendo le ore meno calde e proteggendoli adeguatamente con teli leggeri e traspiranti, aree ombreggiate (meglio se naturali) e osservando sempre con attenzione il loro comportamento.
Come si può facilmente intuire, l’ombrellone non è sufficiente: l’ombra può dare un’illusione di protezione, ma i raggi UV riescono comunque a filtrare. Non va sottovalutato il ruolo della sabbia come superficie riflettente che rimanda i raggi del sole verso l’alto e aumenta il rischio di scottature, pure quando il bambino si trova all’ombra. Inoltre, anche se può sembrare chiara e pulita, l’acqua del mare non è priva di microrganismi e può rappresentare un fattore di rischio per la comparsa di irritazioni o infezioni cutanee.
Quando è sicuro fare il bagno in mare ai neonati?
Non c’è una regola ferrea, ma per la sicurezza e il benessere del neonato è preferibile aspettare che abbia almeno 6 mesi prima di immergerlo in mare. A quell’età, il sistema immunitario è ormai più sviluppato, la pelle ha acquisito una maggiore resistenza e la capacità del corpo di regolare la temperatura è migliorata.
I neonati, infatti, specialmente nei primi mesi di vita, faticano a regolare la propria temperatura corporea: possono raffreddarsi o surriscaldarsi più facilmente degli adulti, anche senza manifestarlo in modo chiaro fin da subito.
Brevi immersioni in acque troppo fredde o giornate ventose possono esporre i neonati a sbalzi termici pericolosi, causando un rapido calo della temperatura corporea e aumentando il rischio di ipotermia o malesseri improvvisi.
Anche il surriscaldamento nei neonati è un rischio concreto, perfino in assenza di sole diretto, a causa della loro limitata capacità di sudorazione. Questo può aumentare il rischio di colpo di sole o di altri disturbi legati al caldo.
Prime esperienze in acqua: come procedere
Il mare può diventare un’esperienza piacevole per i più piccoli con qualche semplice accorgimento da parte dei genitori, da quali sono gli orari migliori per andare al mare con un neonato di 6-7 mesi a come avvicinare il piccolo all’acqua. Tra le cose da tenere a mente si possono includere:
- la scelta dei momenti della giornata in cui l’acqua non è troppo fredda e non c’è vento (meglio se fino alle 10:30 e dopo le 18:30);
- la verifica che la temperatura dell’acqua sia sufficientemente calda (almeno tra i 23°C e i 24°C);
- l’abitudine di tenere il bambino tra le braccia e accompagnarlo alla scoperta del mare, iniziando a fargli sentire l’acqua su mani e piedini;
- la necessità di sciacquare il neonato con l’acqua dolce dopo il bagno in modo da rimuovere residui di salsedine e sabbia che potrebbero causare eventuali irritazioni.
Un’alternativa più semplice per i primi approcci con l’acqua può essere una piscinetta gonfiabile, da sistemare all’ombra e riempire con pochi centimetri di acqua tiepida.
Abbigliamento estivo: protezione e comfort
Quando si va al mare con un bambino di 6-7 mesi, anche l’abbigliamento conta. Non è solo una questione di comodità, ma anche di sicurezza: i vestiti giusti lo proteggono dal sole e lo tengono al fresco o al caldo quanto serve. Durante l’estate, quindi, è opportuno:
- optare per indumenti leggeri, traspiranti e realizzati in tessuti naturali, come il cotone (meglio se di colore chiaro che aiuta a riflettere il calore);
- evitare indumenti troppo aderenti;
- proteggere la testa con un cappellino;
- riparare il neonato dalla brezza marina<.
La pelle dei neonati, nei primi mesi, è tanto delicata quanto vulnerabile. Per questo, l’uso della protezione solare andrebbe evitato fino ai 6 mesi, salvo specifiche indicazioni da parte del pediatra. Dopo questa età, è possibile applicare creme ad alta protezione (SPF 50+) specifiche per la pelle sensibile dei bambini.
Bagno in piscina con i neonati: l’acquaticità, un approccio graduale
Oltre al mare, anche la piscina può rappresentare un ambiente favorevole per le prime esperienze acquatiche. In strutture controllate e piscine con acqua riscaldata (circa 32°C), è possibile iniziare già dai 3-4 mesi, purché il neonato abbia completato il primo ciclo vaccinale.
I corsi di acquaticità neonatale, tenuti da istruttori specializzati, durano in genere 30-40 minuti e sono attività ludico-educative pensate per stimolare lo sviluppo psicomotorio del bambino e la capacità di adattamento termico in un ambiente controllato, giocoso e condiviso con il genitore.
Il bagnetto a casa: l’ambiente ideale per iniziare
Il bagnetto è un ottimo punto di partenza per abituare il neonato al contatto con l’acqua in modo graduale e per osservare le sue reazioni prima di introdurlo al mare o alla piscina. Prima di procedere, è consigliabile:
- mantenere la temperatura dell’acqua tra i 36 e i 37°C (senza superare i 38°C);
- verificare che l’ambiente sia ben riscaldato;
- lavare il piccolo con movimenti delicati, andando dalla testa verso il basso (essenziale per non trasferire lo sporco della zona pannolino);
- non superare la soglia dei 5 minuti (per non fare raffreddare l’acqua).
Questo momento può diventare una routine rilassante e piacevole, utile per rilassare il piccolo e abituarlo al contatto con l’acqua.
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