Anticoncezionali maschili: il “pillolo” funziona davvero?

Meno conosciuto rispetto alla pillola femminile, il “pillolo” per gli uomini è una realtà. Cerchiamo di capire come funziona

Esistono tantissime tipologie di metodi contraccettivi in commercio: pillola, cerotto, diaframma anticoncezionale, preservativo, spirale intrauterina… E la maggior parte di questi sono fatti su misura per le donne. Ma per quanto riguarda gli uomini? Gli anticoncezionali maschili non si fermano soltanto all’utilizzo di preservativi, ma esiste anche il “pillolo” (soprannome ormai largamente diffuso), ovvero la variante maschile della pillola anticoncezionale femminile. Non si tratta di una leggenda, ma di un farmaco ancora in via di sperimentazione. Vediamo di cosa si stratta.

Perché “servono” gli anticoncezionali?

La risposta a questa domanda è semplice: molte coppie, se non si sentono ancora pronte all’enorme passo della gravidanza, preferiscono utilizzare i metodi contraccettivi più efficaci. Quando qualche partner, qualunque esso sia il genere, si rifiuta di indossare il preservativo o di prendere la pillola, rischia di mettere a repentaglio la sicurezza e la fiducia della coppia: non solo con il rischio di gravidanze indesiderate, ma anche per il rischio di malattie sessualmente trasmissibili.

Quindi, perché parlare anche di metodi anticoncezionali maschili? Si tratta di proporre un’alternativa alla contraccezione femminile, così da riprodurre meccanismi che siano più simili al ciclo anovulatorio delle donne. Inoltre uno studio di Chicago pubblicato su Fertility and Sterility rileva che molti uomini avvertano la necessità di assumersi una responsabilità più attiva nei confronti delle alternative contraccettive.
La contraccezione farmacologica, è giusto puntualizzare, non mette al riparo dalle malattie sessualmente trasmissibili, ma in compenso può rivelarsi efficace nella prevenzione di gravidanze indesiderate.

Come deve essere la contraccezione per funzionare?

Un contraccettivo, per essere ritenuto sicuro ed efficace, deve presentare una serie di specifiche caratteristiche, tra le quali:

  • Non deve alterare la salute né la libido maschile
  • Deve essere efficace, verosimilmente, al 100% (o almeno così ci si augura) e rapidamente reversibile se il trattamento viene sospeso
  • Deve essere confortevole e non deve provocare disagio
  • Deve impedire l’inseminazione
  • Deve impedire la spermatogenesi
  • Deve alterare il potere fecondante degli spermatozoi senza influenzarne la produzione.

Che cos’è il “pillolo”?

Lo studio di Chicago ha dimostrato che una pillola anticoncezionale per gli uomini è possibile. Si tratta di un metodo contraccettivo ancora in fase di studio, ma le premesse lasciano pensare che presto anche gli uomini potranno assumere la pillola. Il nome del “pillolo” è dimethandrolone undecanoate, o DMAU, ed è in grado di ridurre il testosterone e altri livelli ormonali responsabili della produzione di sperma, con l’obiettivo di evitare altri effetti secondari. Potrebbe trattarsi di una svolta nel campo dei contraccettivi, offrendo dunque un’alternativa comoda a molti uomini, ma diverse case farmaceutiche pensano che non si tratti di un investimento adeguato. Normalmente, la spesa globale in contraccettivi si aggira sui 16 miliardi di dollari annuali, ma si prevede il raggiungimento di 33 miliardi entro il 2023. Secondo alcune case farmaceutiche, la spesa sui metodi contraccettivi personalizzati non converrebbe perché per avere un profitto bisogna puntare al mercato di massa. Per questo la pillola femminile e i preservativi sono una sicurezza di acquisto.

Inoltre, secondo uno studio, il 42% delle donne tende a non fidarsi degli uomini, ritenendo che possano dimenticarsi più facilmente di assumere il pillolo correttamente.

Quali sono i problemi dell’anticoncezionale maschile?

Insomma, qualche dubbio da parte delle case farmaceutiche sulla produzione del pillolo c’è sempre. Ma dal punto di vista prettamente medico ci sarebbe qualche problema nell’assumere il pillolo per gli uomini? La prima cosa da sapere è questa: bloccare temporaneamente la fertilità maschile non è semplice. Dal punto di vista dei meccanismi riproduttivi, una donna in età fertile produce un ovulo al mese, mentre un uomo produce dai 5 ai 150 milioni di spermatozoi al secondo. Se vogliamo renderlo temporaneamente sterile, bisogna abbassare questo numero sotto una certa soglia; se da un lato è abbastanza semplice ridurre l’ovulazione con una bassa dose di ormoni (facendo credere alle ovaie di essere in gravidanza), per l’uomo invece non c’è uno stato fisiologico da imitare per cui i testicoli smettano di produrre spermatozoi.

Inoltre gli ormoni non hanno gli stessi effetti su tutti gli uomini. I progestinici inibiscono la produzione di sperma e di testosterone, causando una serie di effetti collaterali come il calo della libido e una serie di disfunzioni erettili. Perciò, cosa dovrebbe fare il pillolo? Ridurre gli spermatozoi in circolo ma cercando di mantenere il testosterone a livelli accettabili.

Infine sappiamo che la pillola ha effetti terapeutici per alcuni disturbi esclusivamente femminili (come nel caso della sindrome dell’ovaio policistico), ma per il pillolo invece questi effetti terapeutici aggiuntivi non ci sono perché non esiste un equivalente maschile. Considerando poi che gli uomini non devono affrontare gravidanze indesiderate, ci rendiamo conto che per un maschio sano assumere un contraccettivo significa correre una serie di rischi.

Proprio perché gli anticoncezionali farmacologici maschili sono una classe di farmaci totalmente nuova, c’è ancora molta incertezza nel lanciarli sul mercato: le linee guida per la loro approvazione devono essere create da zero.

Quali sono altri metodi contraccettivi maschili?

Ovviamente l’idea del pillolo per gli uomini è un’opzione che deve essere ancora vagliata con attenzione. Quindi nel frattempo cos’altro possono sfruttare gli uomini come anticoncezionale? Esistono diversi metodi, più o meno apprezzati (e sicuri).

Preservativi

Si tratta di uno metodi più utilizzati dalla maggior parte degli uomini, ma non è sempre uno dei più sicuri. Il tasso di rischio di gravidanza è comunque del 3% e spesso è considerato poco gradito perché si pensa che faccia perdere sensibilità e naturalezza al rapporto. Tuttavia queste sono problematiche che passano in secondo piano se si pensa al fatto che sono necessari per la prevenzione alle malattie sessualmente trasmissibili, come l’HIV, la sifilide, la gonorrea o la clamidia.

Coito interrotto

Attenzione: non si sta parlando dell’edging, ovvero della pratica di controllare l’orgasmo, spesso utilizzata in ambito BDSM. Si tratta di un metodo di contraccezione che porta bene i suoi anni, visto che è sempre stato usato fin dall’antichità, tuttavia non è affatto ritenuto sicuro. Basti pensare che c’è un rischio di eiaculazione precoce del 30% in molte coppie e c’è il rischio che l’uomo non faccia in tempo a “uscire”. Inoltre, non solo c’è il rischio di contrarre qualche malattia venerea, ma il liquido seminale che esce molto prima dell’eiaculazione come forma di lubrificazione naturale, può contenere una piccola quantità di sperma che basta a fecondare l’ovulo.

Vasectomia

Questo è uno dei metodi contraccettivi maschili più efficaci e sicuri, oltre che definitivi. Consiste nella sezione chirurgica dei dotti deferenti praticata a livello dello scroto con blocco del trasporto di spermatozoi dal testicolo al canale uretrale. Tuttavia sono molte le preoccupazioni sulla perdita della virilità e del desiderio sessuale dopo l’intervento, ma si tratta di credenze culturale infondate. Di solito questa pratica viene consigliata solo a coppie i cui partner abbiano un’età superiore ai 35 anni e con figli.

Al di là del sentirsi pronti o meno a una gravidanza all’interno di una coppia, i contraccettivi sono importantissimi per la salute di entrambi i partner. Utilizzare il preservativo o la pillola è un atto di fiducia nei confronti della persona che abbia davanti in un rapporto sessuale.