Ferro e stitichezza: qual è il legame?

Consigli e rimedi pratici per gestire la stitichezza legata all'assunzione di ferro, per un benessere intestinale ottimale.

Ferro e stitichezza legame

Sommario
    Tempo di lettura Tempo di lettura terminato
    0
    Time

    In Italia, circa 3 persone su 10 soffrono di carenza di ferro, in particolare tra le donne in gravidanza e gli anziani: per questo motivo è necessario che introducano questo minerale nella propria dieta, anche attraverso integratori o farmaci. Tuttavia accade spesso che ciò comporti qualche effetto collaterale, tra i quali il più frequente è la stitichezza. Come mai accade? E come si può integrare il ferro senza compromettere il proprio benessere intestinale?

    In questo articolo esploriamo il legame tra ferro e stitichezza e scopriamo alcuni consigli pratici per gestire i sintomi e ottimizzare l’assunzione di questo prezioso minerale.

    Perché il ferro provoca stitichezza?

    Partiamo dall’inizio: come mai il ferro blocca il benessere intestinale?

    Il ferro è essenziale per la salute, ma la sua integrazione può causare disturbi gastrointestinali come nausea, dolore addominale e, appunto, stitichezza. Questo effetto è particolarmente evidente quando si assumono i sali di ferro ferrosi (come il solfato ferroso), che sono altamente biodisponibili ma tendono a irritare la mucosa intestinale e ridurre la motilità del tratto gastrointestinale.

    L’assunzione di ferro conduce alla stitichezza a causa di alcuni meccanismi: infatti, il ferro ha per natura un’azione astringente sul tratto intestinale, perché la sua permanenza prolungata nell’intestino può rallentare il transito e alterare la flora batterica. Ciò comporta alla fine del processo di digestione un blocco, ovvero la stipsi.

    Come gestire la stitichezza da ferro?

    Step successivo: non riesco ad andare al bagno, come risolvo? Per fortuna ci sono dei rimedi alla stitichezza da ferro, oltre ad alcune strategie per alleviare i sintomi.

    Modificare la modalità di assunzione

    Sebbene possa ridurre leggermente l’assorbimento del minerale, assumere il ferro a stomaco pieno aiuta a minimizzare i disturbi intestinali.

    Si può anche optare per formulazioni più tollerabili, come il ferro sucrosomiale o chelato, associato a minori effetti collaterali gastrointestinali rispetto al più comune solfato ferroso.

    Integrare con vitamina C

    La vitamina C migliora l’assorbimento del ferro e può ridurre l’irritazione intestinale: un valido alleato, presente in moltissimi alimenti come agrumi, kiwi e peperoni. Anche assumere integratori di vitamina C o integratori di ferro che contengono anche la vitamina C è una soluzione utile per sbloccare la situazione.

    Adottare uno stile di vita favorevole al transito intestinale

    Oltre a lavorare sull’assuzione di ferro, si può combattere la stitichezza anche lavorando sulla propria regolarità intestinale. Tre consigli fondamentali sono:

    • aumentare l’apporto di fibre, naturalmente presenti in frutta, verdura e cereali;
    • mantenere una buona idratazione per facilitare il passaggio delle feci;
    • praticare attività fisica regolare, che stimola la motilità intestinale.

    Gradualità nel dosaggio

    Infine, oltre alla tipologia di ferro si può regolare anche l’assuzione. Iniziare con dosi più basse di ferro e aumentare gradualmente permette al corpo di adattarsi, riducendo così il rischio di stitichezza.

    Ferro e stitichezza: quando consultare un medico

    Soffrire di stitichezza per assunzione di ferro è normalissimo, ma c’è un momento in cui il problema inizia a essere troppo grande per essere gestito da soli. Se i sintomi persistono o diventano debilitanti, è fondamentale rivolgersi al proprio medico: potrebbe essere necessario modificare la terapia o valutare alternative meno diffuse, come nei casi più gravi l’infusione endovenosa di ferro. Il proprio specialista di fiducia saprà di certo come migliorare la situazione.

    Riassumendo: la relazione tra assunzione di ferro e stitichezza è ben documentata, perciò con le giuste strategie è possibile gestire questo effetto collaterale senza rinunciare ai benefici dell’integrazione del minerale. Scegliere formulazioni tollerabili, seguire una dieta equilibrata e adottare abitudini sane sono passi fondamentali per mantenere il benessere intestinale. Come sempre, ogni integrazione dovrebbe essere supervisionata da un medico per garantire sicurezza ed efficacia.

    Fonti

    Lascia il tuo commento

    Non verrà mostrata nei commenti
    A Good Magazine - Newsletter
    è il contenuto che ti fa bene! Resta aggiornato sulle malattie digitali