Ghiandole salivari infiammate: sintomi e farmaci per la cura

Come capire se si hanno le ghiandole salivari infiammate e quando preoccuparsi

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    Le ghiandole salivari producono la saliva, un liquido ricco di enzimi che aiutano il processo di digestione dei cibi e servono a proteggere bocca e gola da possibili infezioni. Queste possono infiammarsi procurando dolore alla gola. In questo articolo vedremo perché si infiammano le ghiandole salivari, come capire se le ghiandole salivari sono infiammate, quando preoccuparsi, come curare l’infiammazione e chi è lo specialista che si occupa delle ghiandole salivari.

    Ghiandole salivari: dove sono e a cosa servono?

    Nelle bocca sono presenti tre coppie di ghiandole salivari importanti, chiamate anche ghiandole maggiori, ossia:

    • ghiandole parotidi: sono le più grandi e si trovano subito dietro l’angolo della mandibola, sotto e davanti alle orecchie;
    • ghiandole sottolinguali: situate sotto la parte laterale della lingua;
    • ghiandole sottomandibolari: si trovano sotto la parte laterale della mandibola.

    Queste ghiandole, insieme a quelle di piccole dimensioni (ghiandole minori), producono la saliva (circa 1-2 litri al giorno), essenziale per agevolare la deglutizione dei cibi, facilitare il processo di digestione e contrastare la proliferazione di germi nel cavo orale.

    Le ghiandole salivari, però, possono essere soggette a un malfunzionamento e produrre meno saliva, causando bocca secca e dolori alla gola. Quando questo accade si parla di scialoadenite: infiammazione cronica o acuta di una ghiandola salivare.

    Perché si infiammano le ghiandole salivari?

    Le cause più frequenti correlate all’infiammazione delle ghiandole salivari sono:

    • iposecrezione ghiandolare: carenza di secrezione ghiandolare di saliva;
    • calcoli ostruttivi: calcoli composti nella maggior parte dei casi da fosfato di calcio che ostruiscono le ghiandole salivari. Nell’80% dei casi i calcoli interessano le ghiandole sottomandibolari. 
    • infezioni batteriche: il microrganismo più frequentemente coinvolto è lo Staphylococcus aureus.

    Ci sono poi fattori predisponenti che facilitano la scialoadenite, tra questi troviamo:

    • disidratazione. Per evitare questa condizione bevi la giusta quantità di acqua ogni giorno per mantenere un’idratazione costante;
    • uso di farmaci, quali: diuretici e antidepressivi;
    • xerostomia: ossia la secchezza del cavo orale causata da un flusso ridotto o assente;
    • sindrome di Sjögren: malattia infiammatoria cronica autoimmune caratterizzata da secchezza orale e oculare.

    Come capire se le ghiandole salivari sono infiammate?

    L’infiammazione delle ghiandole salivari – o scialoadenite – si manifesta con sintomi, quali:

    • febbre, brividi e cefalea;
    • dolore;
    • rigonfiamento della ghiandola infiammata e gonfiore sul lato del viso in cui è situata la ghiandola infetta;
    • arrossamento della cute in prossimità della ghiandola infetta (eritema);
    • nei casi più gravi, può essere fuoriuscire il pus dal dotto escretore della ghiandola.

    Si tratta di sintomi che, nella maggior parte dei casi, possono essere risolti con la cura adeguata. Alcune volte, però, i sintomi possono manifestarsi in maniera più grave e destare preoccupazione. Scopriamo quando accade.

    Quando preoccuparsi delle ghiandole salivari?

    Nei casi più gravi, se i sintomi dovessero peggiorare, il dolore alle ghiandole salivari potrebbe segnalare la presenza di una massa tumorale

    Nello specifico, è bene contattare uno specialista in caso di: dolore associato alla comparsa di tumefazione; difficoltà a deglutire; senso di intorpidimento; formicolio, bruciore al volto e perdita della funzionalità motoria alla zona facciale.

    In generale, si tratta di una condizione piuttosto rara: il tumore alle ghiandole salivari rappresenta meno dell’1% di tutti i tumori umani. Inoltre, nella  maggior parte dei casi si tratta di tumori benigni, a lento accrescimento, che non diventano quasi mai maligni. Il tumore benigno delle ghiandole salivari più comune è l’adenoma pleomorfo (o tumore misto), che rappresenta circa l’80% dei casi di tumore della parotide. Tra i tumori maligni delle ghiandole salivari, il più frequente è il carcinoma mucoepidermoide, che compare nella parotide ma può apparire anche nella ghiandola sottomandibolare o in una ghiandola salivare minore del palato. 

    Come si cura l’infiammazione delle ghiandole salivari?

    Il trattamento varia a seconda della causa e dalla situazione personale del paziente. Nella maggior parte dei casi, l’infiammazione delle ghiandole salivari si cura mediante l’assunzione di antibiotici specifici. Mentre, nel caso di neoplasie, si ricorre alla chirurgia. Oltre alla cura farmacologica, esistono poi alcune buone abitudini da seguire per curare l’infiammazione. Vediamo i possibili trattamenti.

    Farmaci

    In seguito alla visita approfondita, lo specialista può somministrare antidolorifici (o analgesici), a base di ibuprofene o paracetamolo. Questi principi attivi contribuiscono a ridurre il dolore e permettono di alleviare i sintomi dovuti all’infiammazione in corso.

    In alcuni casi può essere consigliata l’assunzione di farmaci a base di cevimelina o pilocarpina, principi attivi che stimolano la secrezione salivare e contrastano la secchezza delle fauci.

    Rimedi naturali

    Affinché al trattamento farmacologica abbia successo, è bene affiancare alcune buone norme che aiutano nella cura dell’infiammazione delle ghiandole salivari:

    • bevi molto, questo ti permetterà di mantenere una buona idratazione;
    • massaggia le ghiandole;
    • applica impacchi caldi;
    • assumi agenti scialagoghi (come il succo di limone). Si tratta di sostanze che stimolano la produzione salivare;
    • cura la tua igiene orale.

    Quando si ricorre alla chirurgia?

    La soluzione migliore risulta essere la chirurgia soprattutto in presenza di forme croniche di infiammazione oppure in caso di neoplasie benigne o maligne

    In questi casi, se la cura di antibiotici non risulta sufficiente, lo specialista può consigliare il trattamento chirurgico, che consiste nell’asportazione della ghiandola.

    Chi è lo specialista che si occupa delle ghiandole salivari?

    Lo specialista che si occupa delle patologie collegate alle ghiandole salivari è l’otorinolaringoiatra, una figura medica specializzata nella salute dell’orecchio, del naso e della gola. Grazie alle sue conoscenze e competenze, l’otorinolaringoiatra si occupa delle patologie e dei disturbi correlati a queste parti del corpo.

    Se hai uno dei sintomi appena elencati, ti consigliamo di prenotare una visita con un otorinolaringoiatra che, mediante una visita specialistica, provvederà a consigliare il trattamento adeguato o a individuare eventuali esami da sostenere.

    Per concludere

    Le ghiandole salivari, quindi, sono importanti nel funzionamento del nostro organismo e permettono di salvaguardare la nostra salute della gola, nonché di aiutarci nella digestione. Se queste ghiandole sono infiammate la nostra salute ne risente e ciò ci procurerà dolore, rigonfiamenti e arrossamenti

    Generalmente questo disturbo si risolve ricorrendo agli antibiotici specifici. Tuttavia è bene non sottovalutare l’infiammazione perché potrebbe segnalare una patologia più grave, ossia il tumore delle ghiandole salivari. Per questo, se presenti uno dei sintomi che abbiamo elencato, è importante recarsi dall’otorinolaringoiatra per svolgere una visita specifica.

    Fonti

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