A che punto è l’alfabetizzazione sanitaria in Italia?

L’Istituto Superiore di Sanità ha riportato i dati (non positivi) del livello di alfabetizzazione sanitaria nazionale, risultato del secondo studio europeo condotto in 17 Paesi europei

alfabetizzazione sanitaria in Italia

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    A che punto è lo stato di alfabetizzazione sanitaria tradizionale e digitale in Italia ma anche nel resto d’Europa? Quali sono le soluzioni per migliorarlo?

    A dare una risposta a queste domande ci ha pensato il secondo studio europeo sull’alfabetizzazione sanitaria (HLS19), arrivato a dieci anni dal primo (HLS-EU), che si basa sulle risposte fornite da 42.445 intervistati, provenienti da 17 Paesi europei (Austria, Belgio, Bulgaria, Repubblica Ceca, Danimarca, Francia, Germania, Ungheria, Israele, Italia, Norvegia, Portogallo, Federazione Russa, Slovacchia, Slovenia e Svizzera).

    Lo studio si è concentrato su l’alfabetizzazione sanitaria:

    • generale
    • legata al web
    • relativa alla comunicazione con i medici
    • digitale
    • relativa alle vaccinazioni
    • sulla qualità della vita correlata alla salute in relazione ai costi sanitari

    Vediamo quali sono i principali risultati di questa indagine sulla popolazione sull’alfabetizzazione sanitaria 2019-2021 (HLS19) dell’OMS Action Network on Measuring Population and Organization Health Literacy (M-POHL).

    L’alfabetizzazione sanitaria in Italia

    Nel nostro Paese, a seguito di un’indagine condotta su un campione di 3500 persone, il 31% delle domande sottoposte agli intervistati sono state definite, da quest’ultimi, “molto difficili” o “difficili”. Una cifra di 8 punti percentuali in più rispetto alla media dei 17 Paesi europei, coinvolti nell’analisi, che hanno trovato “facili” il 53% delle domande e “molto facili” il 16%.

    Un sondaggio che mostra come il 23% del campione italiano preso in considerazione abbia un livello “inadeguato” di Health Literacy, un 35% “problematico”, un 34% “sufficiente” e un 9% “eccellente”, da confrontare con il campione europeo di 17 Paesi dove le cifre sono, rispettivamente, 13%, 32%, 40% e 15%.

    Con l’arrivo e il prolungarsi dell’emergenza sanitaria legata alla diffusione del Covid-19 in Italia, sono state aggiunte altre 16 domande per valutare le difficoltà nel trovare, capire, valutare e prendere decisioni in base alla informazioni disponibili sulla salute.

    Da quest’ultimo modulo aggiuntivo è emerso come per il 6% (del campione di italiani preso in considerazione) sia “molto difficile”, per il 25% sia “difficile”, per il 52% sia “facile”, mentre per il 17% sia “molto facile”.

    Le difficoltà con l’alfabetizzazione sanitaria digitale

    Un aspetto da mettere in evidenza, soprattutto in questo periodo pandemico dove la richiesta e l’offerta di informazioni e nozioni legate alla sanità passa dal web, è quello che riguarda l’alfabetizzazione sanitaria digitale.

    Giudicare l’affidabilità delle informazioni che si ricevono (o si trovano), capire se queste vengono fornite con interessi commerciali alle spalle e saper utilizzare le informazioni per aiutare a risolvere un problema legato alla salute è sempre più difficile.

    Una alfabetizzazione, quella sanitaria digitale, di cui Jurgen Pelikan, co-presidente della ricerca M-POHL e Principal Investigator-PI internazionale dell’HLS19, ha confermato l’importanza e il cui scarso livello di conoscenza è influenzato da vari fattori, che vanno da una cattiva condizione di salute auto-percepita a un basso livello di istruzione.

    Quali aspetti influiscono sull’alfabetizzazione sanitaria?

    Come riportato dal comunicato stampa dell’Istituto Superiore di Sanità, una percentuale tra il 25% e il 75% dei 42.445 intervistati dei 17 Paesi europei (tra cui anche l’Italia) ha ‘riscontrato difficoltà nel giudicare le diverse opzioni di trattamento farmaceutico e chirurgico, nell’utilizzare le informazioni dei media per prevenire le malattie e nel trovare informazioni su come gestire i problemi mentali’.

    Inoltre è ‘stato riscontrato che i partecipanti con una minore alfabetizzazione sanitaria hanno più contatti con medici di famiglia e servizi di emergenza’ e ‘sono stati percepiti come compiti più difficili’ ‘giudicare di quali vaccinazioni si abbia bisogno e trovare informazioni sulle vaccinazioni raccomandate’.

    Gli aspetti che influiscono negativamente sull’alfabetizzazione digitale sono:

    • cattive condizioni di salute auto-percepita
    • basso status socio-economico e/o una situazione di indigenza finanziaria
    • un livello di istruzione non elevato
    • la deprivazione finanziaria
    • il basso livello di auto-percezione nella società
    • una minore attività fisica
    • un minor consumo di frutta e verdura
    • una minore percezione di sé stessi
    • maggiori limitazioni nelle attività per problemi di salute e a più malattie/problemi di salute a lungo termine

    Come colmare il divario di alfabetizzazione sanitaria

    Le raccomandazioni per colmare il divario di alfabetizzazione sanitaria, migliorando la politica, la ricerca e la pratica sono:

    • concentrare gli sforzi per permettere alle persone l’accesso, la comprensione, la valutazione e l’utilizzo delle informazioni sanitarie
    • tenero sotto controllo, con una misurazione regolare e periodica, lo stato e i progressi nel campo dell’alfabetizzazione sanitaria
    • aggiungere in modo sistematico l’alfabetizzazione sanitaria all’interno dei programmi scolastici ma anche nella formazione di adulti e media
    • ridurre le diseguaglianze di alfabetizzazione sanitaria
    • migliorare la comunicazione e l’interazione in contesti rilevanti per la salute
    • sviluppare la capacità di alfabetizzazione sanitaria della forza lavoro
    • rendere più attenti all’alfabetizzazione sanitaria i sistemi e le organizzazioni sanitarie
    • aumentare l’affidabilità dell’informazione e della comunicazione sulle vaccinazioni

    Ruediger Krech (Direttore Dipartimento promozione salute OMS): ‘L’alfabetizzazione sanitaria è una miliare della promozione della salute’

    Come riportato dal documento dell’Istituto Superiore di Sanità, diversi importanti membri della comunità sanitaria internazionale si sono espressi su questo rapporto.

    ‘Comprendere le caratteristiche comportamentali e culturali è un modo per consentire ai Paesi di esplorare e affrontare le barriere e i fattori che le persone devono affrontare nell’adottare comportamenti sani. – sottolinea Hans Henri P. Klug, Direttore regionale dell’OMS per l’Europa – L’alfabetizzazione sanitaria è uno degli elementi di questo lavoro. Due anni fa, i Paesi della regione europea hanno adottato una risoluzione su questo tema e noi li sosteniamo nel metterla in pratica, dando priorità all’alfabetizzazione sanitaria insieme ad altri determinanti comportamentali e culturali per rendere possibili, accettabili e attraenti pratiche salutari’.

    Gli fa eco Ruediger Krech, Direttore del Dipartimento per la promozione della salute dell’OMS che evidenzia l’importanza di ‘soluzioni mirate per superare il gradiente sociale dell’alfabetizzazione sanitaria […] pietra miliare della promozione della salute e del sostegno alle persone per affrontare le complesse sfide dei tempi attuali’.

    Uno scenario, quello dell’alfabetizzazione sanitaria, che preoccupa sia in Italia tanto quanto nel resto d’Europa, dove la situazione in questo senso è mediamente migliore rispetto al nostro Paese ma tutt’altro che soddisfacente.

    ‘I risultati dimostrano che la scarsa alfabetizzazione sanitaria è ancora un’area di preoccupazione in tutti i Paesi partecipanti e che l’alfabetizzazione sanitaria è associata a un gradiente sociale. – afferma Wolfgang Muckstein, Ministro austriaco degli affari sociali, della salute, dell’assistenza e della protezione dei consumatori – Ciò ha conseguenze per le decisioni relative alla salute personale nei settori della promozione della salute, della prevenzione delle malattie e dell’assistenza sanitaria’.

    È tempo, dunque, in Italia come nel resto d’Europa, di agire. ‘I Paesi – secondo Christina Dietscher, co-presidente della politica M-POHL – dovrebbero investire in regolari indagini comparative sull’alfabetizzazione della popolazione’ che, come affermato da Herwig Ostermann dell’Istituto nazionale di sanità pubblica austriaco, ‘fornisce risposte alla sfide che stiamo affrontando nella pandemia’.

    Fonti

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