December 2020 è il nuovo core update Google. Cosa è cambiato?

Da poco Google ha aggiornato il suo algoritmo di ricerca e un update importante è previsto anche a maggio 2021. Quali siti rischiano di essere penalizzati?

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    Il 3 dicembre 2020, in seguito a un annuncio sul profilo Twitter @searchliaison, Google ha rilasciato un nuovo cuore update, un aggiornamento significativo dei suoi algoritmi di ricerca con cui è solito determinare i contenuti più pertinenti rispetto alle keywords digitate dagli utenti. Significa cioè che si impegna costantemente a offrire i migliori risultati possibili in base alle query di ricerca e alle esigenze di chi naviga. Di conseguenza, quando viene rilasciato un aggiornamento, un sito web può osservare variazioni di traffico organico; bisogna capire se si tratta di un’oscillazione temporanea dovuta a un assestamento oppure se i contenuti non rispondono più alle nuove “regole” con cui Google premia le pagine.

    Cos’è un core update?

    Google aggiorna i propri algoritmi in maniera costante, quasi quotidiana, ma durante l’anno rilascia alcuni update più significativi chiamati appunto core update. Come spiega Google stesso nelle sue linee guida, questi aggiornamenti hanno l’obiettivo di raggiungere l’utente con contenuti che siano rilevanti e autorevoli. Da qualche anno ormai, infatti, Google valuta i contenuti dei siti web basandosi secondo una metrica riassunta con l’acronimo EAT, ovvero Expertise, Authoritativeness e Trustworthiness, traducibili con competenza, autorevolezza e affidabilità. Questo significa che un sito web per ricevere un buon punteggio deve dimostrare la buona qualità dei propri contenuti.

    La specificità di un core update sta nel fatto che non produce effetti solamente su pagine singole, ma incide sull’index nella sua totalità, dunque a livello di dominio. Per questo motivi siti web che non rispondono ai criteri desiderati da Google subiscono peggioramenti del ranking e dunque possono perdere posizioni in SERP, cioè tra le pagine dei risultati del motore di ricerca. Spesso a essere penalizzati sono proprio siti su temi di salute e benessere, che hanno a maggior ragione il compito di dimostrare di essere affidabili.

    Il December 2020 core update

    Il December 2020 core update di Google è arrivato in un momento dell’anno particolare, dopo iniziative commerciali come il Black Friday ma poco prima delle festività natalizie, cosa che ha messo non poco in allarme i webmaster, specialmente di siti e-commerce. A differenza del primo core update dell’anno, avvenuto a gennaio, questo di dicembre ha impiegato circa 15 giorni per completare il rollout, in maniera simile all’altro grande update di maggio 2020, definito da certi esperti “mostruoso” per il suo impatto sui siti web. In particolare, con l’ultimo update, le maggiori oscillazioni dei risultati in prima pagina si sono verificate tra il 4 e il 10 dicembre, come mostrano i dati dell’osservatorio SERP di SEOZoom.

    Secondo Roger Montti, di Search Engine Land, sempre di più gli update rilasciati da Google riguardano il modo in cui vengono comprese le query e le pagine web, piuttosto che fattori di ranking anche più tecnici. Mentre infatti fattori come l’algoritmo BERT difficilmente si deducono da un risultato di ricerca, fattori come la user experience, i parametri EAT o l’esistenza di backlink sono più facili da associare al ranking di un sito web. Google sembra dunque prestare sempre più attenzione alla struttura dei contenuti, ai paragrafi e ai loro titoli, premiando quelli che anticipano il tema trattato nel testo. In tal modo, riesce a rispondere più facilmente a una query con un contenuto attinente e rilevante.

    Chi ha perso, chi ha vinto

    Tra i report più dettagliati sugli effetti prodotti dal December 2020 core update di Google c’è quello di Lily Ray, che presenta categorie e domini che sono stati più toccati dall’ultimo aggiornamento.

    Tra coloro che sono stati premiati dal nuovo rilascio, troviamo arte e spettacolo (variazione media dell’indice di visibilità del 71,8%), finanza (19,9%), scienze ed educazione (16,8%), ma anche LGBTQ (14%), nutrizione e fitness (13,7%); la categoria salute vede una variazione del 6,7%. Le categorie che invece sono state penalizzate dal nuovo algoritmo sono principalmente quelle della medicina alternativa e naturale (-23,5%), dipendenze (-13,3%) e senior care (-7,5%). Per il SEMRush Sensor, invece, i settori più colpiti sono stati quelli dell’immobiliare, dei viaggi e della salute. Al di là delle categorie, come ricordano da SEOZoom, a guadagnare ranking e visibilità dall’aggiornamento sono quei siti che curano i contenuti secondo i parametri EAT.

    Pronti per maggio 2021 con UX e Page Ranking

    Al rilascio dei nuovi update, Google non diffonde particolari istruzioni su come far fronte ai cambiamenti, in quanto i parametri per il ranking non vengono dichiarati esplicitamente. Nei prossimi mesi, però, è atteso un importante aggiornamento al quale si può arrivare più preparati: con un periodo di anticipo di un anno, infatti, Google ha annunciato che da maggio 2021 i core web vitals entreranno a far parte dei fattori di ranking e quindi la UX diventerà un elemento di valutazione sulla qualità di un sito web.

    L’attenzione alla User Experience non è una novità per Google, ma fino ad adesso si riferiva soprattutto a elementi come l’accessibilità, il protocollo da sicurezza e la presenza di pop-up, oltre alle mappe di calore e gli scroll. Con l’update di maggio 2021, chi si occupa di SEO dovrà ottimizzare i siti web ponendo molto attenzione all’esperienza dell’utente, perché Google ha previsto addirittura un’etichetta in SERP riservata a quelle pagine che garantiscono una migliore navigazione. Ecco che cosa andrà curato in particolare.

    • CLS: è la stabilità visiva, che tiene conto degli spostamenti imprevisti del layout di una pagina (che naturalmente dovranno essere il meno possibile)
    • FID: l’acronimo sta per First Input Delay, ovvero il tempo che trascorre tra la prima interazione dell’utente e il momento in cui il browser risponde. Stabilisce l’interattività della pagina.
    • LCP (Largest Contentful Paint): traducibile con caricamento dei contenuti principali, l’LCP esprime il tempo che impiega a caricarsi il contenuto più importante di una pagina.

    Come affrontare i core update di Google?

    Sempre più, ottimizzare un sito in ottica SEO non significa solamente puntare alle prime posizioni in SERP, con l’obiettivo di essere notati, ma rispondere alle query con contenuti realmente rilevanti, in un contesto che garantisca all’utente una buona esperienza di navigabilità. Google non rivela dettagli particolari sulle novità che regolano i suoi algoritmi, ma spinge i webmaster a mantenere i siti web aggiornati, ricchi di contenuti che abbiano un valore concreto e che siano affidabili, il tutto in una cornice dove l’usabilità è ormai fondamentale.

    Se si vedono cambiamenti significativi del traffico organico o si vuole evitare di arrivare impreparati a tutti i prossimi aggiornamenti, il consiglio è quello di affidare il sito web della propria azienda a esperti SEO, professionisti in grado di analizzare, monitorare e gestire lo stato di salute delle pagine online.

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