Quali sono i principali numeri logistici del settore healthcare e ospedaliero, i trend e le direzioni di innovazione? A rispondere a queste domande ci ha pensato il convegno “Logistica Healthcare: asset strategico per il Paese” tenutosi giovedì 10 febbraio 2022, presso il Politecnico di Milano, il cui ‘titolo evidenzia – ha spiegato nell’introduzione Marcello Melacini, Direttore scientifico degli Osservatori Digital Innovation della School of Management del Politecnico di Milano – il riconoscimento dell’importanza strategica della logistica per il sistema Italia […] che è ancora più evidente quando stiamo parlando di una logistica al servizio della salute delle persone’.
Con A Good Magazine abbiamo seguito l’appuntamento che, sempre riprendendo la parole di Melacini, ‘conclude l’intera ricerca svolta nel 2021’ la cui ‘ricchezza di temi sviluppati ci ha portato a suddividere la presentazione in tre momenti’ (il primo il 16 novembre in Fiera a Milano, dove ‘avevamo affrontato il tema dell’implicazione per la Control Logistic della sostenibilità con le tre declinazioni verso una logistica green, il tema degli appalti della sostenibilità anche dal punto di vista economico’. Il terzo appuntamento è appunto questo sulla logistica healthcare, ndr).
Un filone della ricerca, quella della Logistic Healthcare, che ha visto coinvolto il Direttore dell’Osservatorio Damiano Frosi, il Lecturer in Logistic and Supply Management della Cranfield School of Management, Lorenzo Pratoviera, il Junior Research Analyst degli Osservatori Digital Innovation, Alberto Curnis, Paolo Giacobbe, la Ricercatrice dell’Osservatorio, Maria Pavesi, ma anche ‘il team di esperti, di manager, amici dell’Osservatorio – ci ha tenuto a sottolineare Marcello Melacini – con cui ci siamo confrontati in questi mesi’ condividendo ‘informazioni, case studies, che sono alla base dei risultati che presenteremo oggi’.
Dagli scenari attuali della logistica healthcare alle sfide della logistica per il futuro, vediamo cosa è emerso da questo convegno.
Gli scenari attuali della logistica healthcare
‘La logistica – ha spiegato Daniele Marazzi, Consigliere Delegato di Dafne – che permette a questi attori di relazionarsi (aziende, organizzazioni, ndr) e di far arrivare all’utente finale che poi è il paziente, medicinali, i dispositivi medici, i farmaci e così via, è fondamentale e rappresenta un asset strategico che è importantissimo affrontare anche in termini focalizzati, quindi merita un focus anche da parte dell’Osservatorio’.
‘A livello di spedizioni, parlando dei vettori specializzati, in uscita, rispetto al 2020 (‘che va sottolineato […] è stato un anno di crescita davvero importante’ in cui ‘si sono aggiunti tanti codici prodotto […] crediamo, anzi siamo certi, legati a tutto quello che è successo’)’ – ha sottolineato subito il Direttore dell’Osservatorio Damiano Frosi – i risultati sono ‘pressoché costanti’.
‘Una leggera riduzione riguarda invece il peso (-2% in kg) e il numero di colli (-6%) […] che vediamo secondo alcuni spaccati: la stagionalità, la caratterizzazione geografica, la caratterizzazione per temperatura, il canale di destinazione e appunto, novità, il focus sulla distribuzione intermedia’.
Stagionalità della logistica, caratterizzazione geografica e per temperature
‘La stagionalità […] è critica sia quando parliamo di picchi, perché si fatica a trovare attori disponibili per il trasporto, nelle fasi di calo, perché implica una minore efficienza […]. – ha osservato dati alla mano Frosi – Quello che si vede come fotografia 2021 sono alcuni picchi verso l’alto per marzo, luglio, settembre e ottobre ma credo che il più interessante […], in termini di trend, è quello che vediamo dal 2018 quando si sono smussati marzo e ottobre mentre sono andati ulteriormente verso l’alto i picchi estivi di luglio e settembre, creando criticità in particolare in quei mesi’.
Guardando alla caratterizzazione geografica ‘non abbiamo grandissime novità, però ci faceva piacere lo stesso far vedere questo dato, nel senso che per conformazione geografica dei network distributivi della filiera healthcare sappiamo che nel 2021 la gran parte dei flussi, il 71%, sono partiti dalla regione Lombardia, a seguire dal Lazio che ha servito le regione del centro-sud Italia e un 14%, sempre in termini di origine, arriva da altre Regioni’.
‘Ragionando invece sull’assorbimento per destinazione le principali regioni sono Lombardia, Lazio, Campania, Toscana, Veneto e Sicilia. – ha evidenziato sempre il Direttore dell’Osservatorio – Distribuzione che non ci meraviglia più di tanto, lo abbiamo detto lo scorso anno, abbastanza in linea con la distribuzione geografica. Forse un po’ interessante anche qui vedere il trend degli ultimi anni perché si vede regioni importanti come Lombardia ed Emilia Romagna che hanno visto ridursi il proprio assorbimento, mentre abbiamo visto crescere in maniera anche abbastanza importante regioni come Toscana, Piemonte e Campania’.
‘Altra vista, forse tra le più interessanti data anche la tipologia di analisi e il focus che abbiamo su tracciabilità, qualità, innovazione digitale dal punto di vista dell’Osservatorio è quella per temperatura. Quello che vediamo […] è una crescita delle temperature più stringenti, dei sotto zero, dei 2-8 gradi, […] una leggera riduzione per quello che noi abbiamo indicato sotto i 15-25 gradi, una temperatura che va mantenuta. E poi abbiamo anche una piccola crescita di temperatura molto legata non a farmaci veri e propri ma magari a integratori, prodotti per il benessere della persona che viaggiano insieme ai farmaci.
È un po’ più spiccato questo dato se lo vediamo da un punto di vista delle spedizioni, in cui quelle a 2-8 gradi sono passati in quattro anni dal 23% al 31%, quindi un dato assolutamente rilevante’.
Come stanno cambiando le strategie delle aziende di logistica healthcare?
‘Stiamo notando innanzitutto una strategia di centralizzazione della supply chain dove l’azienda farmaceutica ha necessità di razionalizzare il numero di fornitori e di avere dei processi standard nelle diverse geografie. – ha sottolineato nel suo intervento Simona De Feo, Head of Sales di UPS Healthcare, – Inoltre vediamo la tendenza alla specializzazione sui prodotti. Molte aziende si focalizzano su alcune aree terapeutiche e in particolare […] con un aumento di vaccini, monoclonali, farmaci che richiedono temperature estreme come i -80 gradi dei vaccini, il -20 gradi che è ormai una realtà diffusa e il 2-8 gradi. Dall’altra parte però non dimentichiamo l’area consumer dove la standardizzazione è un elemento fondamentale’.
‘Terzo elemento è un incremento dei livelli di qualità e di sicurezza richiesti dal mercato. Gli standard di servizio richiesti sono sempre maggiori e arrivano ad interessare fino ai fornitori. In un contesto di mercato così competitivo e complesso l’operatore logistico ha il dovere di evolversi. […] Secondo me lo sta facendo soprattutto tramite la specializzazione. Proprio per questo infatti nel 2020 è nato UPS Healthcare che è un’azienda globale completamente dedicata al farmaceutico. Nel nostro settore la specializzazione è la chiave di volta, il partner logistico oggi deve avere un know-how verticale e persone con competenze operative e commerciali specifiche’.
‘Non solo, deve essere in grado di conciliare un network e delle soluzioni globali con delle competenze, capacità operative, a livello locale. Inoltre non possiamo più occuparci di sola logistica ma dobbiamo essere in grado di offrire soluzioni end-to-end che vadano dal supporto della gestione degli studi clinici fino alla consegna al paziente finale. È importante per l’azienda interagire con un unico interlocutore che sia qualificato e internazionale per garantire la qualità e la sicurezza lungo tutta la supply chain’.
‘Molto importante è anche l’innovazione perché la specializzazione di prodotti richiede soluzioni adeguate e quindi investimenti in tecnologia, tecnologia di magazzino e di trasporto. – ha sottolineato la Head of Sales di UPS Healthcare – Investimenti in microstrutture che siano in grado di gestire con i corretti processi i diversi range di temperatura. Questo per quanto riguarda farmaci biologici, monoclonali e vaccini, mentre per altre categorie di prodotti dell’area consumer e retail è richiesta un’elevata produttività e bassi costi logistici totali che possono essere garantiti tramite tecnologie di Pick to light, AutoStore e Robot Picking’.
Il trasporto e la partnership nella logistica
‘Nel trasporto invece va fatto un investimento sul network a temperatura controllata che da una parte garantistica gli elevati standard di qualità e sicurezza, perché da una parte ci permette di affrontare i picchi delle stagionalità ai quali ci ha abituato il mercato ma anche eventi inattesi come la pandemia. L’investimento nella tecnologia di trasporto arriva fino a livelli di investimento in servizi a valore aggiunto per nuovi canali distributivi come quello dell’home-delivery, dove per home delivery parliamo dell’e-commerce ma anche della consegna del farmaco ospedaliero al privato’.
‘Ultimo ma non meno importante è il concetto di partnership. – ha concluso il suo intervento la De Feo – Come operatore logistico non possiamo più limitarci a parlare di visibilità e tracking dell’ordine, ma dobbiamo offrire alle aziende una modalità di interazione proattiva, tramite soluzioni di Customer Engagement che supportino i trend ma che arrivino fino a toccare aspetti di Quality, ad esempio offrendo, tra le altre cose, un unico sistema di Electronic Quality Management System e report di temperatura. Il ruolo dell’operatore logistico si sta evolvendo per supportare queste nuove esigenze di mercato ed è sempre più importante il suo ruolo strategico per creare valore lungo la supply chain’.
Negli ultimi anni è aumentato il flusso diretto verso il nodo degli ospedali e siamo passati dal 2019 con 46% al 2021 con il 52%. È in leggero calo ma pressoché costante il flusso diretto da depositari a tutto il mondo della distribuzione intermedia (con un passaggio da 28 a 22) ma inizia ad essere rilevante il dato della distribuzione diretta a casa con un incremento dall’1 al 2%.
L’importanza della distribuzione intermedia e le sue difficoltà
Risultano inoltre interessanti i dati della distribuzione intermedia che se nel 2020 ha visto un calo in termini di spedizioni e confezioni, nel 2021 ha avuto una crescita del 4,4%, in particolare per quanto riguarda le confezioni in uscita (+28%).
Questi dati ci indicano che questi attori stanno lavorando sulla maggiore efficienza delle consegne giornaliere senza andare ad intaccare quelli che sono i livelli di servizio al paziente finale.
‘La distribuzione intermedia svolge un ruolo fondamentale di cerniera e di collegamento fra la produzione e la dispensazione finale al pubblico. – ha spiegato Walter Farris, Presidente dell’Associazione distributori farmaceutici – Lo studio fatto dal Censis lo scorso anno su quello che è il valore sociale che i cittadini hanno riconosciuto ai nostri operatori e alla categoria in generale. Considerate che il 92% dei cittadini considera l’operato in questo settore una garanzia per la salute. […] Quasi il 44% dei cittadini riconosce l’importanza che il servizio sia garantito ovunque, anche nei comuni e nelle località più lontane, più complesse e più difficilmente raggiungibili. Il 93% circa è infine convinto che la distribuzione intermedia farmaceutica è un servizio sanitario essenziale di pubblica utilità e che, e questo lo abbia visto nel corso purtroppo di questa pandemia, mai debba essere interrotto’.
‘La sostenibilità economica del servizio svolto per distribuire i farmaci, soprattutto di classe A, è un aspetto fortemente critico per la nostra categoria. Nel 2010 il decreto legge per il controllo della spesa pubblica n.78, che voi venne tramutato in legge sempre nel 2010 (legge n.122), ha ridotto drasticamente le quote di remunerazione dei distributori intermedi, portandoli dall’originale 6,65% all’attuale 3% sul prezzo al pubblico iva esclusa.
Di conseguenza la remunerazione complessiva dei distributori è diminuita nel decennio poi successivo di circa il 60%. Le aziende oggi lavorano perdendo 26 centesimi per ogni confezione di medicinale di classe A consegnato. Questo è dovuto, in estrema sintesi, a tre fattori: margini di remunerazione dei medicinali rimborsabili non sufficienti a recuperare i costi distribuzione, trend decrescente del prezzo medio dei farmaci di classe A, che ha registrato soprattutto nell’ultimo periodo un declino fortissimo e da ultimo l’incremento dei costi medi operativi’.
La logistica healthcare ai tempi della pandemia e dell’aumento dei costi
‘Le nostre aziende hanno saputo garantire tutto ciò di cui le farmacie hanno avuto bisogno in tempi molto rapidi […], riuscendo a cambiare anche un po’ le abitudini tradizionali. […]
È stato uno sforzo notevole, impegnativo anche in termini economici […] ma abbiamo raggiunto il nostro obiettivo, che è quello di servire le farmacie e attraverso le farmacie i cittadini per la salute. – ha raccontato nel suo intervento Antonello Mirone, Presidente Federfarma Servizi – È chiaro che a fronte di questo c’è stato un incremento dei costi non trascurabile che in qualche modo deve essere considerato anche dal pubblico decisore così come è già accaduto in altre realtà europee dove il ruolo della distribuzione intermedia è stato giustamente e saggiamente valorizzato, così come è stato fatto per la distribuzione finale che è rappresentata dalle farmacie’.
Quello che si è notato nell’ultimo anno è stato un aumento di un +13% del costo carburante e dell’energia elettrica che impatta sia sul tema dei trasporti che dei magazzini (+35%). C’è stato inoltre un aumento della manodopera (+1,5%), anche perché è sempre più difficile trovare manodopera, con le aziende che si sono trovate costrette ad aumentare i salari e i costi degli spazi (+2%).
Uno scenario drammatico che potrebbe avere una parziale soluzione nella tecnologia e nel digitale.
L’innovazione al servizio della logistica healthcare
‘Nel mondo healthcare la medicina personalizzata è una cosa importante, è una soluzione incredibile, che porterà futuro ed è intimamente connessa alla genomica. In questo l’Italia diventerà leader. – ha spiegato nel suo intervento Antonio Aitoro CEO di Farmalabor – Una soluzione è la soluzione di eccellenza, la nostra microdistribuzione. È la soluzione per portare a 10.000 farmacie sul territorio nazionale italiano i nostri prodotti che sono in generale piccoli, di piccolo valore, quindi non meriterebbero una spedizione corrieristica. Abbiamo scelto una modalità parassita su strutture logistiche di assoluta rilevanza, le basi logistiche della distribuzione intermedia. Noi siamo interconnessi, facciamo il packaging consolidato verso ciascuna di queste basi, all’interno del packaging ci sono i nostri sacchetti di prodotto che vanno alla farmacia, giorno per giorno, attraverso un’integrazione logistica a due livelli. È un episodio di grande successo che ci permette di fare innovazione e di sviluppare il nostro mercato anche attraverso una molteplicità di valori piccoli’.
‘La seconda soluzione che vi presento è una soluzione di sostenibilità, è un valore per noi. Stiamo muovendoci verso un bilancio di sostenibilità di grande valore, non solo emozionale. La soluzione di sostenibilità sono le nostre basi pronte. Vi faccio un esempio: un farmacista che debba fare una preparazione generalmente deve comprare dieci oggettini diversi, tutti piccoli, rischio di stockout, rischio di obsolescenza. La nostra soluzione? Consolidare fondamentalmente in un’unica base il prodotto che il farmacista dovrà poi andare evidentemente a completare nella preparazione. Quindi una soluzione sostenibile, logisticamente utile, che minimizza il numero di spedizioni e minimizza i volumi di lavoro’.
‘Ultimo scenario per il futuro. Noi siamo impegnati in progetti per la stampa 3D a partire dalle nostre basi dei prodotti farmaceutici. Una soluzione buona per i casi di calamità, una soluzione buona in ambiti remoti, ne sentirete parlare e sono convinto sarà un’opportunità raccontarla’.
L’ottimizzazione della logistica healthcare
All’intervento di Aitoro è seguito quello di Mila De Iure, Direttrice generale di Assoran: ‘La pandemia ha impattato sui flussi ma ha dato al tempo stesso delle possibilità di ottimizzazione e di efficientamento. Un aspetto molto importante che stiamo osservando è la tendenza da parte delle strutture pubbliche, del servizio sanitario nazionale e dei vari sistemi sanitari regionali, a cercare di ottimizzare quella che è la gestione della logistica ospedialiera’.
Esiste ‘[…] un clima di collaborazione su questi temi […] soprattutto perché esiste una compagine di operatori privati che Assoran rappresenta che sono pronti […] a offrire una serie di servizi che sono una garanzia sia in termini di sicurezza, sia efficienza, sia di efficacia che sono poi quello a cui tiene il nostro servizio sanitario nazionale.
Abbiamo rilevato che l’80% delle aziende sanitarie lamenta una mancanza di linee guida e quindi questo è un aspetto molto importante per quello che è l’orientamento sulla scelta del modello’.
‘[…] Esistono una serie di problemi anche regolatori a macchia di leopardo sul territorio nazionale dove ad esempio in Veneto constatiamo che per la gestione logistico– ospedaliera esternalizzata non è richiesta alcuna autorizzazione specifica per il sito logistico esterno, invece in altre regioni viene richiesta l’autorizzazione come depositaria, in altre come grossista, con una varietà di livelli sia autorizzatori sia di requisiti che varrebbe la pena andare ad indagare per andare verso delle linee guida condivise che aiutino operatori pubblici e privati nella gestione sinergica’.
Le sfide della logistica per il futuro
In conclusione, come riportato dalla ricercatrice dell’Osservatorio Maria Pavesi, ‘la logistica ospedaliera presenta un elevato grado di complessità che può essere concretizzata attraverso cinque elementi principali: ampiezza di gamma, eterogeneità della gamma, competenze molto specifiche, variabilità dei flussi e densità di valore’.
‘Criticità nella raccolta delle informazioni e nella tracciabilità del farmaco, software nei reparti che non sempre tracciano la giacenza, criticità nella rendicontazione per alcuni nuclei’ rappresentano degli aspetti su cui deve lavorare la logistica per il futuro, assieme al ‘basso livello di digitalizzazione e alla scarsa visibilità sui flussi all’interno degli ospedali’ ma anche alla ‘gestione degli ordini spesso non strutturata e a una gestione amministrativa/contabile preponderante’.
Quali direzioni di lavoro prendere, dunque? ‘Insistere sull’automazione della gestione informativa per il calcolo delle quantità disponibili, informando il più possibile in tempo reale dai reparti alla farmacia ospedaliera, […] diffondere cultura logistica’, garantendo ‘[…] visibilità condivisa sui livelli delle scorte in tutta la filiera’ e, infine, ‘introdurre modelli che definiscono livelli di servizio da rispettare’, promuovendo il concetto di outsourcing logistica.
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