Concerti di musica classica per parlare di tumori e ricerca: l’iniziativa Lilly

Nel mese della prevenzione dei tumori del sangue, l’azienda farmaceutica ha lanciato una campagna che unisce musica e ricerca

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    In collaborazione con fondazioni ed enti che si occupano di prevenzione, ricerca e cura delle malattie oncologiche, la campagna di Lilly “Saving time” prevede tre concerti di musica classica all’alba in altrettante città italiane. La campagna, infatti, è la prima iniziativa di Lilly dedicata ai tumori ematologici, patologie spesso invisibili e silenti. Guadagnare tempo, quindi, con investimenti nella ricerca di nuove cure sempre più efficaci, ma anche garantire ai pazienti una sempre migliore qualità della vita a livello globale.

    “Saving time”, tra musica e ricerca

    Come la musica classica per questa iniziativa esce da teatri e sale concerti, così la ricerca scientifica esce dai laboratori per entrare nella vita delle persone, con tre concerti all’aperto all’alba a Roma, Milano e Napoli. La campagna si sta svolgendo proprio durante quello che è il mese dedicato ai tumori ematologici. Il primo concerto si è svolto a Roma il 14 settembre con la collaborazione del Conservatorio di Santa Cecilia. I prossimi appuntamenti sono il 21 settembre a Napoli, con la partecipazione del Conservatorio di Musica San Pietro a Majella e il 28 a Milano con la performance dell’Orchestra Sinfonica del Conservatorio di Musica Giuseppe Verdi. Una playlist Spotify raccoglierà poi i brani eseguiti durante i concerti.

    L’iniziativa di Lilly, la prima che riguarda i tumori del sangue, è stata resa possibile anche dalla partecipazione di Fondazione GIMEMA – Franco Mandelli Onlus, AIL e Lampada di Aladino ETS, realtà che da anni sono impegnate a supporto della ricerca, dei pazienti oncologici e delle loro famiglie.

    I progressi nelle cure dei tumori ematologici

    In Italia ogni anno sono trentamila le nuove diagnosi di tumori ematologici e negli anni le cure si sono sempre più indirizzate verso una personalizzazione e una considerazione globale della qualità della vita dei pazienti, con un occhio di riguardo non solo alla gestione dei sintomi e delle recidive, ma anche al carico emotivo e psicologico.

    Linfomi, leucemie e mielomi richiedono spesso percorsi di cura complessi, con ricadute a livello sociale e lavorativo, ma, come ha sottolineato Pierluigi Zinzani, Direttore del programma dipartimentale di Diagnosi e terapie dei linfomi e delle sindromi linfoproliferative croniche presso l’Istituto di Ematologia e Oncologia Medica L. e A. Seràgnoli dell’Irccs Policlinico di Sant’Orsola e Direttore della Scuola di Specializzazione in Ematologia dell’Università degli Studi di Bologna: «[…] i progressi fatti nella conoscenza e nel trattamento di queste neoplasie sono fra i più notevoli in campo oncologico e i traguardi scientifici raggiunti, grazie alla ricerca, in alcuni casi hanno modificato radicalmente i percorsi di cura, l’aspettativa di vita e le esigenze di presa in carico».

    L’obiettivo non è più solo la guarigione completa, ma, in alcuni casi, come ha affermato Paolo Ghia, Professore di Oncologia Medica presso l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, direttore del Programma Strategico sulla Leucemia Linfatica Cronica presso l’Irccs Ospedale San Raffaele di Milano e co-Chair GIMEMA Working Party Sindromi linfoproliferative croniche, è la cronicizzazione del tumore e quindi la convivenza con una malattia che può passare in secondo piano e non determinare cambiamenti radicali della vita quotidiana.

    «Un modello di sanità a misura d’uomo»

    Durante la presentazione della campagna “Saving Time”, Giuseppe Toro, presidente di AIL, ha evidenziato come «Per migliorare la qualità di vita del paziente è importante essere al suo fianco durante tutto il percorso della malattia», ricordando come AIL sia impegnata da sempre per la costruzione di «un modello di sanità a misura d’uomo».

    Questo implica garantire un accesso equo alle cure, impegnarsi a fianco dei pazienti per affrontare la complessità delle cure stesse, ma anche dei processi burocratici, e implementare il supporto psicologico.

    L’assistenza a 360° dei pazienti è un approccio sempre più diffuso, che pone attenzione al benessere globale dei pazienti e a quello delle loro famiglie e dei caregiver.

    Sono molte le iniziative a scopo informativo che sfruttano modalità di comunicazione di solito associate all’intrattenimento. Gilead Science ha ad esempio lanciato un podcast rivolto a clinici e pazienti sull’HIV, mentre Angelini Pharma e Chili hanno collaborato per sensibilizzare sull’importanza della salute mentale attraverso cinquanta film disponibili sulla piattaforma di streaming.

    Per i viaggiatori Sanofi e SIMVIM (Società Italiana di Medicina dei Viaggi e delle Migrazioni) hanno creato il portale VacciConCura, per informare sulle vaccinazioni necessarie e consigliate prima di partire per le vacanze.

    Per venire incontro alle esigenze dei pazienti, invece, Fedios ha lanciato “èoraD”, che, grazie all’app di messaggistica Whatsapp, promuove fra i pazienti l’aderenza terapeutica.

    Esistono infine piattaforme e community per consentire ai pazienti di confrontarsi e condividere i propri percorsi, come Vite Salate di Chiesi, che raccoglie storie e aiuta i pazienti con fibrosi cistica.

    Gli esempi di iniziative, campagne e strumenti rivolti ai pazienti, alle loro famiglie e agli operatori sanitari sono molti, e indicano una sempre maggiore considerazione dei pazienti come persone a tutto tondo, e della necessità di migliorarne la qualità della vita nonostante la malattia.

    Questo è anche l’obiettivo di Lilly, da più di cinquant’anni impegnata nella produzione e ricerca di farmaci innovativi per le malattie oncologiche, e ora a fianco anche dei pazienti con tumori ematologici con la campagna “Saving Time”.

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