Angelini Pharma e Chili: il cinema racconta la salute mentale

Fino a Dicembre 2022 Angelini Pharma collabora con la piattaforma di streaming Chili per promuovere la salute mentale attraverso il cinema

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    Ogni anno, il 10 Ottobre, si celebra la Giornata Mondiale della Salute Mentale. Quest’anno Angelini Pharma, in onore di tale ricorrenza, ha deciso di collaborare con la piattaforma di film streaming Chili, mettendo a disposizione oltre 50 film a tema salute mentale. I film saranno disponibili fino a dicembre 2022 per avere un’ampia panoramica su come ogni regista ha deciso di trattare i disturbi mentali.

    Alessandra Ricupero, Chief Communication Officer di Chili afferma che, secondo le stime, la Tv Online raggiungerà oltre 11 milioni di famiglie nel 2022, il doppio rispetto al 2019 e spiega che: All’interno di tale contesto è imprescindibile riflettere sul potere che la TV a banda larga e i servizi on-demand acquistano nel raggiungere le persone in maniera capillare, e dunque sul ruolo di veicolo per l’educazione e la formazione rispetto a temi sensibili delle piattaforme streaming”. L’iniziativa fa pensare a quanto il digitale possa essere e sia ormai diventato uno strumento molto importante per la diffusione dell’informazione scientifica.

    Come è definita dall’OMS, Organizzazione Mondiale della Sanità: “La salute è uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, e non semplice assenza di malattia o di infermità”. Ciò che determina la malattia mentale non è riferibile solo a caratteristiche individuali (la capacità di gestire pensieri, emozioni e comportamenti), piuttosto è da imputare anche a fattori sociali, culturali, politici e ambientali. Scientificamente le persone che soffrono di disturbi mentali sono vittime di un tasso di mortalità e disabilità più elevato rispetto alla media. Inoltre, tali disturbi possono influire su altre malattie (cancro, HIV, malattie cardiovascolari) che a loro volta sono influenzate da queste. Secondo il Global Burden of Disease Study 2017  in Europa metà della popolazione soffre di ansia e depressione e il suicidio è diventata la seconda causa di morte, dopo gli incidenti stradali, tra gli adolescenti fra i 15 e i 19 anni (4 casi su 100mila).

    3 film da non perdere

    Abbiamo selezionato alcune delle migliori proposte, a tema salute mentale, della piattaforma Chili:

    “Come in uno specchio”, 1961: Ingmar Bergman e la schizofrenia

    Partendo da un grande classico, Come in uno specchio è una delle più grandi rappresentazioni della schizofrenia che, già negli anni 60, veniva trattato e curato come disturbo psichiatrico. Harriet Andersson interpreta Karim, una donna che soffre di schizofrenia, che dopo essere uscita dall’ospedale psichiatrico si reca su una piccola isoletta del Mar Baltico per ritrovare riposo e tranquillità con il marito, medico di professione, suo padre, scrittore di successo e il fratello più giovane, un diciassettenne molto insicuro.Ogni personaggio di questo film incarna un dilemma, una sorta di “non compiuto”, che nella solitudine e amenità del luogo in cui si trovano e in quella calma interiore apparente, completano l’immagine di una famiglia ideale, ma solo esternamente.Ognuno si fa specchio dell’altro e l’incomunicabilità tra i personaggi riguardo i loro problemi diventerà il fil rouge del film che porterà, inevitabilmente, ad un eccesso di follia per la protagonista, già affetta dal suo disagio mentale. Come disse, profeticamente, Freud in un convegno del 1909: “La nevrosi sostituisce nella nostra epoca il convento nel quale solevano ritirarsi tutte le persone che la vita aveva deluso o che si sentivano troppo deboli per affrontarla”così farà Karim, chiudendosi nell’ospedale psichiatrico dopo una terribile visione che la traghetterà definitivamente a ricercare la presenza di un “Dio” che è costretta a vedere solo tramite la sua malattia.

    “Il Re di Staten Island”, Pete Davidson nell’eterno bambino

    Dal cinema classico ad una delle proposte più recenti di Jude Apatow: Il Re di Staten Island apre le porte, con ironia e delicatezza a quello che è il tema della “regressione”, un meccanismo di difesa inconscio, atto a provocare, nel bambino o nell’adulto, il ritorno temporaneo dell’Io a uno stadio precedente dello sviluppo per fuggire da traumi o difendersi da situazioni intollerabili. Il giovane protagonista di questo film, Scott, interpretato da Pete Davidson, ha 24 anni, ha perso il padre, un pompiere, quando era molto piccolo e ora vive con la madre verso la quale ha un grande attaccamento emotivo. La sua vita è scandita dai vizi, fumo e alcol, che lo estraniano dalla sua coscienza e dell’arrivo della maturità. Scott è il perfetto profilo del protagonista maschile congelato in un perenne infantilismo, che lo porta ad avere problemi relazionali e a creare un muro di paure verso la società che lo vuole adulto e responsabile. A metà tra una commedia brillante anni 90 e un Noir, la storia trova il suo equilibrio alternando momenti di tensione, dovuti agli atti continui di tentato suicidio da parte del protagonista e attimi di pura comicità e sarcasmo.

    “Shame”, Michael Fassbender e la dipendenza dal sesso

    Shame, opera di Steve McQueen, si erge come emblema della dipendenza dall’estasi fisica. Brandon, interpretato da un affascinante Michael Fassbender, è vittima di una vita alienante e ripetitiva, in una New York così verticale da dare le vertigini: molte infatti le ambientazioni che spaziano dai bassifondi della metropolitana ad ampi loft in grattacieli immersi tra le nuvole. La sua dipendenza dal sesso è un tentativo di affogare un malessere interiore, del quale non si conoscono le origini, nascosto da una vita apperentemente perfetta e di successo. Un disturbo come quello dell’ipersessualità utilizza il sesso per gestire situazioni di stress, ansia o disturbi dell’umore. Al protagonista l’arduo compito di rappresentare tutte le sfaccettature del sentimento della vergogna.

    Iniziative digital al servizio della salute

    L’iniziativa di Chili e Angelini Pharma lega a doppio filo salute e marketing digitale. La ricerca scientifica e il settore farmaceutico sono sempre alla ricerca di metodi nuovi di comunicare: basti pensare a campagne come quella di Farmindustria, con protagonisti il comico Valerio Lundini e la divulgatrice scientifica Barbara Gallavotti o ai primi podcast al servizio del settore farmaceutico, come quello di Novartis incentrato sul melanoma.

    Fonti

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