Il bosone di Higgs, la mappatura del DNA, la prima fotografia di un buco nero. Tra i favolosi progressi della scienza degli ultimi 20 anni entra di diritto anche la rivoluzione compiuta dalle cellule staminali nella medicina rigenerativa.
Cosa sono le cellule staminali
Le cellule staminali sono cellule primitive non specializzate in grado di rigenerarsi in altre cellule staminali o in altri tipi di cellule. Si rigenerano attraverso la divisione e per questo sono capaci di rigenerare i tessuti.
Esistono diversi tipi di cellule staminali: le prime a essere state scoperte, nel 1981 da Martin Evans e Matthew Kaufman, sono quelle di tipo embrionale. In tutti i tipi di cellule staminali le caratteristiche fondamentali sono due: si autorinnovano e sono pluripotenti.
La capacità di autorinnovarsi, come anticipato, significa che le cellule staminali possono andare incontro a numerose divisioni mantenendo lo stato indifferenziato. Quando una cellula staminale si divide lo fa in modo asimmetrico: una cellula rimane staminale e prende il nome di clone, mentre una si differenzia diventando una cellula specializzata, come quelle del sangue, del fegato, del tessuto osseo.
Pluripotenza invece indica invece la capacità delle staminali di differenziarsi in tipi di cellule specializzate, dando vita a un qualsiasi tipo di cellula matura.
Nel corpo umano ci sono tre principali fonti di cellule staminali asportabili: nel midollo osseo, nel tessuto adiposo e nel sangue. L’indice di rischio dell’asportazione è basso e le cellule possono poi venir impiegate per trattare o prevenire diverse malattie o condizioni di salute.
A cosa servono le cellule staminali
Oggi le cellule staminali rappresentano un elemento cruciale per lo sviluppo di cure per diverse malattie; non a caso la ricerca si sta concentrando molto e da molto tempo sul loro studio e sulle possibili ritraduzioni di queste cellule.
Essendo una fonte praticamente inestinguibile per il rinnovamento cellulare, le cellule staminali rappresentano la garanzia di ricambio per quelle vecchie o danneggiate e una grande opportunità per trattare in futuro malattie finora incurabili, come la distrofia muscolare o il morbo di Alzheimer.
A oggi le cellule staminali utilizzate nelle terapie, prelevate dal sangue o dal midollo osseo, si sono dimostrate spesso efficaci nella cura di malattie del sangue e del sistema immunitario, ma anche nella riparazione dei tessuti o degli organi danneggiati.
Molti trattamenti sono ancora in fase sperimentale, ma già sappiamo che anche le cellule staminali hanno i loro effetti collaterali, o forse è meglio dire non tutte le cellule staminali sono buone. Esistono infatti le cellule staminali tumorali che sono molto simili a quelle normali e possono favorire la proliferazione di diversi tipi di tumori, inoltre essendo staminali sono molto resistenti ai farmaci antitumorali.
Cellule staminali per i problemi alla retina
I problemi alla retina sono sicuramente da inserire nella lista dei disturbi più comuni con l’avanzamento dell’età. Oggi però grazie alle terapie a base di cellule staminali è possibile dare nuova speranza a chi soffre di degenerazione maculare per esempio, una patologia in cui la parte centrale della retina (macula) si deteriora e non funziona più come dovrebbe, e che colpisce soprattutto le persone anziane.
I ricercatori del National Eye Institute (NEI) di Bethesda nel Maryland sono riusciti a compiere passi da gigante nella ricerca che mira a risolvere questa malattia, al momento incurabile, e i risultati ottenuti prevedono una terapia a base di cellule staminali per prevenire la cecità in modelli animali affetti da geografia atrofica, la forma “secca” avanzata di degenerazione maculare legata all’età.
I ricercatori si preparano alla sperimentazione sull’essere umano con forti speranze per la risoluzione di quella che oggi rappresenta la prima causa di perdita della vista nelle persone over 65. I risultati finora ottenuti sono molto incoraggianti, le cellule costruite in laboratorio, dopo 10 settimane dall’impianto, si erano perfettamente integrate nella retina degli animali come è stato possibile verificare tramite gli strumenti di diagnostica.
Cellule staminali per eliminare la calvizie
Anche se ancora in via di sperimentazione in un futuro prossimo le cellule staminali potrebbero rappresentare un metodo efficace per risolvere la calvizie.
Un gruppo di scienziati ricercatori del Sandfor Burnham Prebys (Sbp) Medical Discovery Institute, in California, è riuscito a far crescere, per ora su modello animale, dei capelli naturali utilizzando cellule staminali umane.
Oggi in Europa sono più di 30 milioni le persone che soffrono di calvizie, un problema rilevante che ora potrebbe essere risolto efficacemente con questo nuovo metodo risolutivo.
Il metodo si struttura a partire dalle cellule delle papille dermiche, ovvero quelle si trovano subito sotto l’epidermide, nel follicolo del capello, di cui controllano la crescita, lo spessore e il ciclo di vita.
I Ricercatori sono riusciti a riprodurre queste cellule utilizzando le staminali pluripotenti (ottenute da cellule adulte indifferenziate) e così sono riusciti a far crescere i capelli in un topo calvo, creando papille dermiche derivate da cellule staminali umane pluripotenti.
Come ricostruire la pelle con le cellule staminali
Un traguardo raggiunto dopo lunghe attese e anni di studi, utili a capire quale fosse il metodo più promettente ed efficace per ricostruire la pelle.
Una ricerca iniziata con l’obiettivo non solo di aiutare le vittime di ustioni o persone con la pelle danneggiata ma per curare una malattia chiamata epidermolisi bollosa.
Li chiamano bambini farfalla o bambini con pelle di cristallo, quelli affetti da epidermolisi bollosa, la loro pelle è fragilissima a causa di una mutazione genetica. Per loro è pericoloso anche solo correre o giocare.
Al Centro di medicina rigenerativa un gruppo di ricercatori ha prelevato delle cellule staminali dell’epidermide da una zona della pelle del bambino non danneggiata e sulla base di queste ha allestito delle colture cellulari in laboratorio. L’obiettivo in questo caso non era solo quello di ricostruire i lembi di pelle danneggiata, come nei casi degli ustionati, ma “correggere”, con la terapia genica, le cellule geneticamente modificate. L’obiettivo è stato raggiunto: sono stati prodotti lembi di pelle corretti e sani. In seguito i dati raccolti hanno portato alla scoperta di nuovi meccanismi biologici per la rigenerazione della cute umana.
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