Cosa succede dopo il vaccino? Quale sarà l’iter per tornare alla normalità?

Nessuno dei vaccini anti-Covid è una macchina del tempo che ci porterà indietro al 2019

cosa succede dopo il vaccino anti-covid

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    La pandemia da Covid-19 ci ha sottratto la cosa che più di tutte realizzi essere preziosa solo quando ti viene tolta: la libertà del vivere quotidiano.
    Adesso che la ricerca sembra averci donato vaccini in grado di fronteggiare questa emergenza, la speranza è quella di poter tornare indietro a quel 31 dicembre 2019, prima che ci giungesse la notizia di queste strane polmoniti anomale nella regione dell’Hubei, nella Repubblica Popolare Cinese; i vaccini però, purtroppo non sono una macchina del tempo e dobbiamo rassegnarci ad un altro anno all’insegna dell’emergenza sanitaria, vediamo perchè. 

    Cos’è un vaccino

    Un vaccino è una preparazione farmacologica in grado di istruire il nostro sistema immunitario a fronteggiare un’eventuale infezione.
    Il suo funzionamento si basa su un meccanismo intrinseco alle nostre difese che si chiama memoria immunologica: quando le difese immunitarie incontrano un patogeno, nella fase di risoluzione dell’infezione producono una classe di molecole chiamate anticorpi, che hanno un profilo molecolare complementare con quello di altre molecole tipiche del patogeno così che esse possano aderirvi e neutralizzare la capacità del virus o del batterio di danneggiare le nostre cellule; il sistema immunitario mantiene la capacità di produrre queste proteine anticorpali anche dopo l’infezione, rendendosi in grado di fronteggiare un’ulteriore ricomparsa del patogeno e quindi impedire la recidiva della malattia. Così funziona la memoria immunologica.
    Nella seconda metà del 700’ cominciava ad essere noto che gli allevatori di bovini e equini si ammalavano con una frequenza assai bassa di vaiolo rispetto alle altre persone; proprio da questa osservazione il Dottor Edward Jenner pensò che l’esposizione al ceppo bovino o equino del virus del vaiolo potesse in qualche modo immunizzare gli individui nei confronti di quello umano e impedire che sorgesse un’infezione.
    In linea con la sua teoria decise di inoculare un estratto diluito di pustola campionata dalla cute di una donna infettata dal vaiolo bovino in un bambino di 5 anni; il piccolo sviluppò una lieve forma di vaiolo che lo rese immune al ceppo umano: per questa pratica il dottor Jenner è considerato il padre della vaccinazione.
    Da quel momento la vaccinologia è diventata una branca fondamentale della ricerca biomedica e ad oggi esistono molte tecnologie di biologia molecolare per produrre vaccini sicuri e allo stesso tempo molto efficaci.

    I vaccini contro il Covid-19

    Nel caso del Sars-Cov2, l’agente virale che causa la malattia Covid-19 sono stati implementati moltissimi vaccini che si basano su strategie di funzionamento diverse.
    In Europa si sono affermati principalmente 3 vaccini, sviluppati da altrettante case farmaceutiche diverse:

    • Vaccino AZD 1222 dell’azienda Astrazeneca e dell’Università di Oxford
    • Vaccino BNT162b2 delle aziende Pfizer e Biontech
    • Vaccino mRNA 1273 dell’azienda Moderna

    Il vaccino di Astrazeneca è formulato usando il rivestimento di un adenovirus degli scimpanzè doppiamente modificato geneticamente: da una parte viene abolita la sua capacità di infettare e replicarsi e dell’altra viene inserito il gene della proteina Spike del coronavirus, ossia il profilo molecolare che viene riconosciuto dal nostro sistema immunitario per montare gli anticorpi contro il virus della Covid-19. Con questa tecnologia è possibile presentare una sorta di virus fantoccio con una forma simile al Sars Cov 2, ma allo stesso tempo completamente innocuo. 

    Gli altri due vaccini, quello di Moderna e quello di Pfizer-Biontech, funzionano praticamente con la stessa tecnologia, quella a mRNA.
    L’mRNA è una delle molecole base della biologia, permette di portare il messaggio contenuto nel DNA ai ribosomi, in modo che questi possano leggerlo e trasformarlo in proteina; questi due vaccini sono formulati a partire dalla molecola di mRNA che codifica per la proteina Spike racchiusa all’interno di microscopiche gocce di lipidi: queste quando verranno iniettate si fonderanno con la membrana delle nostre cellule scaricando al loro interno l’mRNA che verrà preso dai ribosomi e trasformato in proteina Spike, la quale a questo punto istruirà il nostro Sistema Immunitario a riconoscere il coronavirus.
    Quindi in realtà i vaccini li abbiamo, funzionanti e sicuri ma come si sa tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare: il covid-19 ha uno dei tassi di contagiosità più alti mai visti e quindi per dirci veramente fuori dalla pandemia dovremo aspettare che la porzione di vaccinati all’interno della popolazione sia notevole, proprio per questo gli esperti concordano che sarà difficile che questo possa essere distribuibile e disponibile su larga scala in tempi brevi.

    Cosa succede dopo il vaccino?

    L’aspetto fondamentale che probabilmente avremo bisogno di metabolizzare sarà che il vaccino non è un biglietto di ritorno al 2019; è un veicolo con cui potremo andare avanti, non qualcosa che ci riporta ai tempi passati
    C’è ancora un punto molto importante da chiarire sulla funzionalità dei vaccini anti covid, ossia se le persone vaccinate sono comunque in grado di trasmettere il virus che unito all’enorme tasso di contagiosità e alla capacità di rimanere latente in alcuni individui potrebbero permettere al patogeno di circolare ancora per molto nella popolazione.
    Probabilmente ancora per tutto il 2021 sarà necessaria la mascherina e il mantenimento del distanziamento sociale per ridurre i rischi legati a ciò che ancora non sappiamo bene riguardo ai vaccini. Verosimilmente saranno per questi motivi ancora un lontano miraggio, i concerti, i party, e il poter viaggiare facilmente da un continente all’altro.
    L’obiettivo finale è sicuramente l’immunità di gregge, ossia quando il numero di immunizzati è tale da impedire il contagio tra individui e quindi il diffondersi della malattia e anche in quel caso, focolai di covid-19 saranno da mettere in conto qua e là nel globo, soprattutto nei mesi invernali.

    Cosa sarà sicuro fare quando mi sarò vaccinato/a?

    In questo caso probabilmente la tua vita potrà cambiare poco rispetto a prima del vaccino: potrai sentirti più sicuro/a nell’andare a fare la spesa o alla posta.
    In questa prima fase, quando poche persone sono vaccinate rispetto al totale, ne beneficeranno soprattutto i lavoratori del comparto sanitario, ossia i primi, giustamente, a ricevere le dosi: grazie a una vaccinazione mirata sugli ospedali e le strutture sanitarie sarà possibile diminuire la circolazione del virus in quelli che sono gli ambienti a più alto rischio.

    Cosa sarà sicuro fare quando si saranno vaccinati la mia famiglia e i miei amici?

    Gli esperti affermano che in questo caso sarà abbastanza sicuro partecipare a piccoli eventi tra conoscenti, feste in casa, per tornare finalmente a socializzare; tuttavia prendere parte a gruppi molto grandi e viaggiare rimarrà ancora fortemente interdetto oltre che sconsigliato.

    Cosa sarà sicuro fare quando si sarà vaccinata tutta la popolazione?

    In questo caso potremo pensare di tornare ai concerti, alle feste in spiaggia, oltre che ai viaggi internazionali. L’immunità di gregge secondo alcuni epidemiologi sarà raggiunta quando sarà vaccinato il 70% della popolazione, ma potrebbe essere anche una cifra ottimista; i prossimi inverni potrebbero nascere sia come stagione dell’influenza ma anche come quella del covid.

    L’ultima fase: la vaccinovigilanza

    Oltre al lavoro di somministrazione del vaccino, quando si attua una campagna vaccinale le autorità, in collaborazione con gli enti di ricerca biomedici devono eseguire un lavoro di monitoraggio statistico chiamato vaccinovigilanza.
    La vaccinovigilanza è la raccolta di tutti i dati biomedici inerenti alla somministrazione dei vaccini: quanto sono efficaci, se ci sono eventuali reazioni avverse e la loro entità, quant’è la porzione di popolazione vaccinata ecc..
    Questi dati poi sono rielaborati per ottenere una sorta di monitoraggio continuo sui rapporti tra vaccino, popolazione e virus; ad esempio sarà l’attività di vaccinovigilanza a dirci se eventuali varianti locali del virus insensibili al vaccino si stanno evolvendo.
    Più andremo avanti con la campagna di vaccinazione più i dati di vaccinovigilanza saranno completi e capaci di rispondere ai dubbi che abbiamo ancora sui vaccini.

    Fonti

    NY Times

    www.iss.it

    regione.toscana.vaccinovigilanza

    Immunologia Cellulare e Molecolare. Autori: Abbas, Lichtman, Pober Casa editrice Piccin

    wikipedia.COVID-19_vaccine

     

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