Smettere di fumare: cosa succede all’organismo

I benefici dello stop al tabagismo si presentano dopo pochi minuti dall'ultima sigaretta

Benefici dello smettere di fumare

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    Un milione in meno. Si tratta del numero di fumatori che dal 2005, anno di entrata in vigore della Legge Sirchia, hanno detto no al tabacco. Con il divieto del fumo nei locali chiusi è cresciuta anche la consapevolezza rispetto ai danni provocati dal fumo. Rispetto a quindici anni fa, sono quintuplicate le persone che si sono rivolte al Telefono Verde, il servizio anonimo e gratuito che svolge attività di consulenza sulle problematiche legate al tabagismo.
    Alla Legge Sirchia sono seguiti altri provvedimenti. Nel 2016 è stato introdotto in divieto di fumo in macchina in presenza di donne in gravidanza e bambini e nei giardini degli ospedali.

    Il tabagismo

    Smettere di fumare si può, anche se non è facile. Un milione di persone lo ha già fatto rispetto al 2005.
    Il tabagismo, detto anche dipendenza dal fumo di tabacco, consiste nell’atto di bruciare foglie secche della pianta del tabacco e inalare il fumo che ne deriva per piacere.
    Secondo l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) rappresenta la seconda causa di morte al mondo e la prima causa di morte evitabile. L’inalazione del fumo ha un forte impatto negativo sulla salute a causa della nicotina e dei prodotti che si formano durante la combustione.  Il fumo di una sigaretta contiene quasi 4mila sostanze, 69 delle quali sono cancerogene.
    Tra le patologie legate al tabagismo ci sono vari tipi di cancro, come quello al rene, il carcinoma mammario, polmonare, della bocca, della vescica, del pancreas e dello stomaco e problemi legati all’apparato respiratorio e cardiovascolari.

    Perché continuiamo a fumare?

    Una sigaretta dopo l’altra e l’assunzione ripetuta di tabacco creano una vera e propria dipendenza.
    L’ostacolo più forte, una volta deciso di dire basta al tabagismo, è proprio la difficoltà di superare le crisi di astinenza da nicotina.

    Stop al fumo: cosa succede al nostro corpo

    Dire basta al fumo è un toccasana per l’organismo. Alcuni benefici si possono già sentire entro pochi minuti, per altri occorre attendere anni. I primi effetti positivi si avvertono dopo 20 minuti dall’ultima inalazione. Per liberare il corpo dalla nicotina sono necessari 9 mesi e per abbassare il rischio tumorale occorrono circa 10 anni.

    Da pochi minuti a 9 mesi

    Dopo 20 minuti dall’ultima sigaretta, a ringraziare è l’apparato cardiocircolatorio. Anche se sembra poco il tempo trascorso, è in meno di mezz’ora che la pressione sanguigna comincia a stabilizzarsi. Le pulsazioni del cuore cominciano a scendere e si normalizza la frequenza cardiaca. Trascorse 8 ore, i livelli di monossido di carbonio nel sangue scendono.
    Torna alla normalità anche il livello dell’ossigeno.
    Passate 24 ore dall’ultima volta da fumatori, i sintomi della carenza da nicotina cominciano a farsi sentire.
    Torna invece al suo posto il livello del monossido di carbonio.
    Tra le 48 e le 72 ore cominciano a migliorare il senso del gusto e dell’olfatto. Anche la vita sotto le coperte diventa più scoppiettante perché aumenta il desiderio. Dopo 9 mesi sparisce la tosse da fumatore, la congestione nasale e aumenta l’energia fisica.  Addio al senso di fatica e alla spossatezza: il corpo si è liberato dalla presenza di nicotina.

    Dal primo al ventesimo anno

    Il fumo è tra le prime cause di morte nel mondo. Una volta detto basta al tabacco, il corpo impiega diversi anni prima che la percentuale di contrarre malattie legate al fumo si abbassi ai livelli di un non fumatore. È dopo un anno che il rischio di malattie coronariche, infarto al miocardio e ictus scende del 50 per cento. Occorre invece attendere 5 anni per far scendere del 41 per cento il rischio di emorragia cerebrale. Per le donne si abbassa la minaccia di ammalarsi di diabete ai livelli di coloro che non hanno mai fumato, mentre un uomo deve attendere 10 anni. Diminuiscono anche i rischi legati ai tumori come quello alla bocca, all’esofago, alla vescica, alla gola, al rene, al pancreas e ai polmoni. Dopo 15 anni molti fattori tornano alla normalità.
    È necessario attendere 20 anni per far scendere l’incidenza del cancro al pancreas.

     

    Fonti

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