Una delle parole che più abbiamo sentito, dall’inizio della pandemia, è stata “variante”, legata alla mutazioni del coronavirus Covid-19 che si sono succedute nel tempo.
Oggi a spaventare, non tanto per la sua severità ma per la sua capacità di diffondersi, è la cosiddetta variante Omicron che, in Italia come in gran parte del mondo, sta spingendo a nuove misure stringenti di contenimento.
Logicamente ci si chiede se i vaccini attualmente in commercio ed autorizzati siano in grado di proteggerci da questa ennesima “veste” del virus e a dare una prima risposta è Moderna, produttrice dell’omonimo vaccino.
La terza dosa completa di Moderna aumenta di 83 volte gli anticorpi
Sicuramente chi si è vaccinato con Moderna ha ricevuto nel primo ciclo vaccinale (la prima e la seconda dose per intendersi) il corrispettivo di 100 microgrammi, mentre chi ha chiuso il cerchio sino ad ora tracciato (quindi con con la terza dose) ha avuto ulteriori 50 microgrammi, atti a rafforzare e allungare ulteriormente la protezione.
In una nota la compagnia statunitense ha annunciato che la terza dose aumenta il livello di circa 37 volte gli anticorpi rispetto a chi aveva ricevuto una seconda dose, mentre se ne fosse autorizzata una completa (100 microgrammi dunque) il numero salirebbe a 83.
Per arrivare a queste conclusioni è stato effettuato un test di laboratorio nel quale l’azienda ha testato il booster su un campione di 40 persone con livelli bassi di anticorpi nella prevenzione da Omicron e, dopo un mese, ha registrato un considerevole aumento di anticorpi nei soggetti presi in esame.
Si tratta, per chiarezza, di dati che non sono stati pubblicati o revisionati da esperti indipendenti ma Moderna assicura che a breve il lavoro sarà pubblicato online, mentre un vaccino specifico per Omicron potrebbe essere pronto (per i test clinici) con l’inizio del nuovo anno.
Un confronto, quello con questa variante, su cui si è esposta anche Pfizer comunicando che la sua terza dose (30 microgrammi, contro i 50 di Moderna) porta a un incremento dei livelli di anticorpi di 25 volte maggiori rispetto a quelli presenti nei soggetti a tre settimane dalla seconda dose.
Restano piuttosto da comprendere i tempi, ovvero per quanto saremo protetti con questa terza dose di richiamo. Ad oggi non ci sono risposte definitive e non resta altro che attendere i risultati dei continui test che vengono effettuati.
Moderna: Come funziona il suo vaccino?
Moderna è un’azienda americana, con la sede principale a Cambridge nel Massachusetts, fondata nel 2010 e con la specializzazione della ricerca e lo sviluppo di farmaci con base RNA messaggero.
Il fondatore Derrick Rossi, biologo delle cellule staminali canadese, aveva messo a punto una metodologia l’mRNA attraverso il passaggio nelle cellule umane e successivamente in quelle staminali. Un percorso che ha portato, il 16 novembre 2020, all’annuncio della messa a punto di un vaccino a RNA (mRNA-1273), per contrastare il COVID-19, con un’efficacia dichiarata del 94,5%.
Noto semplicemente come “vaccino Moderna”, il COVD-19 Vaccine Moderna mRNA-1273 (oggi denominato Spikevax, come riportato anche nella documentazione di chiunque lo riceva) è il secondo vaccino, in ordine di tempo, ad essere arrivato in Italia, dietro l’autorizzazione dell’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) e dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA).
Come riportato nella nota informativa del modulo di consenso vaccinazione anti-Covid 19, ‘il vaccino (Spikevax, ndr) induce il sistema immunitario (le difese naturali dell’organismo) a produrre gli anticorpi e le cellule del sangue attive contro il virus, conferendo così una protezione anti COVID19’.
Il principio attivo è un vaccino a mRNA anti-Covid-19 e gli altri componenti sono lipide SM-102, colesterolo, 1,2-distearoil-sn-glicerico-3-fosfocolina (DSPC),1-2-dimiristoil-rac-glicero-3-metossipolietilenglicole-2000 (PEG2000 DMG), trometamolo, trometamolo cloridrato, acido acetico, sodio acetato triidrato, saccarosio e acqua per preparazioni iniettabili.
Che cos’è la variante Omicron?
Individuata in Botswana l’11 novembre 2021 e tre giorni dopo in Sud Africa, la variante Omicron ha iniziato a diffondersi arrivando anche in Italia il 28 novembre, quando è stato segnalato il primo caso.
Caratteristiche della variante Omicron sono le circa trenta mutazioni della protezione spike che presenta e, come già detto, una maggiore trasmissibilità, grazie alla sua capacità di eludere la risposta immunitaria.
In Italia, dopo il primo caso individuato a fine novembre, alla data del 18 dicembre si segnalano 84 persone colpite da questa variante e per il 23 di questo mese è stata convocata una riunione della cabina di regia sul Covid-19.
Come scritto da Il Fatto Quotidiano, in data 18 dicembre, che ha riportato le parole del presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Silvio Brusaferro ‘la presenza della variante Omicron era largamente attesa, in linea con quanto osservato anche negli altri Paesi, ed è probabile un aumento dei casi nei prossimi giorni’. La ‘crescita del numero dei casi depositati testimonia l’efficienza della rete di monitoraggio e dei sistemi messi in campo per seguire l’evoluzione della variante. Restano fondamentali le raccomandazioni date finora, di iniziare o completare il ciclo vaccinale anche con la terza dose, usare la mascherina e seguire le misure individuali per ridurre al minimo la diffusione del virus’.
A che punto è la vaccinazione in Italia?
Al momento in cui scrivo (21 dicembre 2021), in base a quanto riportato dal Sole24Ore che monitora l’andamento dei vaccini in Italia in tempo reale, ‘il 77,83% della popolazione ha completato il ciclo vaccinale primario. Il 3,10% è in attesa di seconda dose. Il 25,94% ha fatto la terza dose. Complessivamente – contando anche il monodose e i pre-infettati che hanno ricevuto una dose – è almeno parzialmente protetto l’80,92% della popolazione italiana. Considerando solo gli over 5, oggetto della campagna vaccinale, rispetto alla platea del governo la percentuale di almeno parzialmente protetti è del 83,16% mentre il 76,97% è vaccinato. Considerando solo gli over 12, oggetto della campagna vaccinale, rispetto alla platea individuata dal Commissario per l’emergenza Covid-19 la percentuale di almeno parzialmente protetti è del 88,79% mentre l’85,39% è vaccinato’.
In conclusione, se la variante Omicron preoccupa per la sua facilità nel trasmettersi e per le conseguenze anche economiche (frutto di nuove misure di contenimento), le aziende produttrici di vaccini, come Moderna, stanno lavorando a trovare soluzioni più efficaci per contrastarle, confidando intanto del dato positivo dell’aumento degli anticorpi successivamente alla somministrazione della terza dose.
La risposta per battere Omicron potrebbe essere dietro l’angolo, probabilmente già all’inizio del 2022 che sta per cominciare.
Lascia il tuo commento