Vaccini in farmacia: nuove dosi in arrivo nelle regioni

Con il mese di ottobre riparte la campagna vaccinale contro il Covid-19, in concomitanza con quella antinfluenzale

Campagna vaccinale 2023 in farmacia

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    Dopo l’approvazione dell’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) a fine agosto, è arrivato l’ok anche da AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) per le nuove dosi di vaccino contro il Covid-19, seguito da un circolare del Ministero della Salute nella quale vengono specificate le fasce di popolazione sulle quali si concentrerà la campagna vaccinale. Resta comunque la possibilità per tutti, in base alla disponibilità di dosi, di chiedere il richiamo, che è gratuito e non obbligatorio. Le dosi di vaccino Pfizer e Moderna, che utilizzano l’RNA messaggero, sono aggiornate per proteggere dalla nuova sottovariante Omicron, ma anche per le nuove eventuali varianti, hanno una validità di 12 mesi e possono essere somministrate insieme al vaccino antinfluenzale.

    Le nuove dosi del vaccino in farmacia

    Dopo l’approvazione di EMA e AIFA e la circolare ministeriale del 27 settembre scorso, con Ottobre inizia la campagna vaccinale per la somministrazione delle nuove dosi di vaccino contro il Covid-19.

    I vaccini sono in arrivo alle Regioni, che organizzeranno la somministrazione secondo tempistiche che possono variare: in Lombardia ad esempio si inizia il 16 ottobre, così come in Emilia Romagna, mentre in Toscana si è iniziato già dal 2 ottobre.

    I nuovi vaccini che verranno somministrati nelle farmacie, dai medici di famiglia e dai distretti delle aziende sanitarie, sono una versione aggiornata di Comitarny, il vaccino a mRNA e sono stati approvati dall’AIFA a fine settembre.

    Si tratta di un’unica dose con validità 12 mesi, raccomandata dopo 6 mesi dall’ultimo richiamo o dall’ultima infezione da Sars-Cov-2 (cioè dall’ultimo tampone positivo), indipendentemente dal totale delle dosi ricevute in precedenza o dalle volte in cui è stato contratto il virus. Può essere somministrata anche a chi si vaccina per la prima volta e non ci sono controindicazioni alla co-somministrazione di altri vaccini, ad esempio quello antinfluenzale, anche questo fortemente consigliato soprattutto per le persone più fragili.

    Chi può ricevere la nuova dose di vaccino in farmacia o dal medico di famiglia?

    Le fasce di popolazione alle quali è attivamente rivolta la campagna sono:

      • over 60
      • persone con un’elevata fragilità di età compresa fra 6 mesi e 59 anni
      • lungodegenti (come gli ospiti delle case di riposo)
      • donne in gravidanza e allattamento
      • personale sanitario e sociosanitario
      • studenti di medicina, professioni sanitarie e il personale sanitario e sociosanitario in formazione

    È poi fortemente consigliato anche a familiari, conviventi e caregiver delle categorie più a rischio, ma tutti possono richiederlo, in base alla disponibilità delle dosi. Nell’anno 2022-2023, ad esempio, a seguito della stessa campagna, si sono vaccinate solo 6 milioni di persone (contro le 12 del vaccino antinfluenzale), con un avanzo di 16 milioni di dosi che andranno sprecate.

    Per quanto riguarda i bambini dai 6 mesi ai 4 anni compresi che non hanno ancora completato il ciclo vaccinale e non sono mai stati infettati dal virus, verranno somministrate tre dosi, con un intervallo di tre settimane fra la prima e la seconda e di otto settimane fra la seconda e la terza.

    Perché è importante vaccinarsi?

    La campagna si rivolge a 20 milioni di italiani per i quali il vaccino è fortemente consigliato: secondo il board del Calendario della vita (che unisce la Società italiana d’Igiene, Medicina preventiva e Salute pubblica, la Società italiana di Pediatria, la Federazione italiana dei Medici Pediatri e la Federazione italiana di Medicina Generale) un’alta adesione a questa campagna vaccinale significherebbe il 21-32% in meno dei ricoveri da qui a fine febbraio 2024.

    Dal cosiddetto “Vaccine day” (il 27 dicembre 2020), quando in Europa è iniziata la prima campagna per il vaccino a mRNA contro il Covid-19 (in Italia la prima dose è stata somministrata qualche giorno dopo, il 31 dicembre) sono state somministrate nel mondo più di 13 miliardi di dosi e secondo l’EMA (Agenzia Europea per i Medicinali) grazie a queste sono state salvate 20 milioni di vite.

    In Italia solo nel periodo da dicembre 2020 a settembre 2021 sono state somministrate più di 84 milioni di dosi, ma è importante ricordare che, se da un lato l’enorme calo della mortalità è dovuto proprio al vaccino, che ha un’efficacia del 95% e anche nei casi in cui non evita l’infezione previene le forme più gravi, dall’altro i virus mutano ed è altrettanto importante aderire alle nuove campagne, soprattutto se si rientra nelle fasce più a rischio.

    Le nuove dosi, infatti, sono specifiche per la sottovariante Omicron XBB.1.5, ma proteggono anche da possibili successive varianti. Nonostante i contagi, complice la stagione ancora molto mite per questo periodo, siano sotto controllo, il Covid-19 non è comunque scomparso e nella prima settimana di ottobre sono stati registrati quasi 45 mila nuovi casi, con un aumento percentuale del 13,8% rispetto alla settimana precedente.

    Il premio Nobel 2023 per i vaccini contro il Covid

    L’importanza dei vaccini contro il Covid-19 è confermata dal riconoscimento assegnato proprio qualche giorno fa a Katalin Karikó e Drew Weissman. Anche se prima del Nobel questi due nomi erano sconosciuti ai più, è anche grazie ai loro studi – iniziati ben prima della pandemia di Covid-19 – che si è potuti arrivare in tempi così rapidi a un vaccino efficace.

    Karikó e Weissman, biochimica ungherese e immunologo statunitense, fin dagli anni ’90 studiano l’RNA messaggero e le eventuali applicazioni contro molto malattie. Questa molecola ha infatti la funzione di dare istruzioni alle cellule sulla produzione di specifiche proteine, necessarie per il funzionamento dell’organismo.

    La loro intuizione, la somministrazione di un mRNA sintetico per indurre le cellule a produrre una determinata proteina, è stata perfezionata nel corso degli anni, fino alla scoperta delle modifiche da apportare alle basi dei nucleosidi dell’mRNA affinché si riducesse la risposta infiammatoria e si aumentasse la produzione di proteine.

    Le prime applicazioni erano state tentate contro il MERS-Cov e lo Zika, ma è solo con i grandi investimenti del 2020, alla luce della pandemia mondiale, che la ricerca è stata in grado in tempi brevi di arrivare a un vaccino efficace.

    Il premio Nobel per i vaccini contro il Covid riconosce ai due studiosi un ruolo di primo piano: quello di aver aperto la strada a una nuova generazione di vaccini che utilizzano la molecola di RNA messaggero, con una messa a punto e un aggiornamento più veloci rispetto ai vaccini ottenuti con i metodi tradizionali.

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