La pillola contraccettiva è l’anticoncezionale più sicuro con una protezione che statisticamente si avvicina al 100%
Considerata da molti come uno dei farmaci più influenti della storia, ha contribuito infatti enormemente alla rivoluzione culturale del secondo 900’.
Il suo funzionamento si basa sulla fisiologia del controllo ormonale femminile, permettendo di bilanciare il rapporto degli ormoni femminili in modo da impedire l’ovulazione e quindi la fecondazione. Vediamo più nel dettaglio la questione.
Gli ormoni sessuali femminili
Gli ormoni sessuali sono una classe di molecole appartenenti al gruppo degli steroidi, composti che influenzano le caratteristiche sessuali di un individuo durante lo sviluppo.
Gli ormoni femminili comprendono due principali tipi di molecole, entrambe prodotte dalle ovaie.
- Estrogeni: dei quali l’Estradiolo è il composto più significativo
- Progesterone: ormone tipico del periodo di gravidanza
Queste due sostanze sono responsabili dell’alternarsi mensile del ciclo mestruale, grazie a una sintesi continua e altalenante da parte delle ovaie.
L’estrogeno è prodotto dal follicolo dell’ovaio, una struttura che si forma attorno al nuovo ovulo in via di maturazione; il progesterone è invece prodotto dal corpo luteo, una struttura che si forma dopo l’ovulazione nel punto dell’ovaia dove l’ovulo ha portato a compimento il suo sviluppo.
Durante il periodo mestruale assistiamo a due picchi di produzione di questi due ormoni rispettivamente:
- Il picco di estrogeni, intorno alla fine della seconda settimana, che determina l’ovulazione: nella prima e nella seconda settimana assistiamo a un aumento graduale di estrogeni che inducono la maturazione dell’ovulo, il quale nei pressi del 14° giorno, in concomitanza col picco ormonale estrogeno viene espulso dall’ovaia nelle tube, con la finalità di essere fecondato o espulso.
- Il picco di progesterone, intorno all’inizio della quarta settimana: nella terza e quarta settimana il bilancio ormonale viene occupato dalla produzione di progesterone che ha il compito di modificare le pareti dell’utero al fine di facilitare l’impianto dell’ovulo fecondato in modo da avviare lo sviluppo embrionale
La produzione di Estrogeno è in realtà regolata dalla secrezione di altri due importanti sostanze ormonali prodotte da una ghiandola presente all’interno del cervello chiamata Ipofisi: i composti FSH e LH raggiungono il loro picco intorno alla fine della seconda settimana e inducono il follicolo a produrre estrogeno che a sua volta provoca la maturazione dell’ovulo.
Il funzionamento della pillola anticoncezionale
La pillola anticoncezionale contiene al suo interno estrogeni o progestinici (il progesterone appartiene alla classe dei progestinici) sintetici che una volta assunti si liberano nel corpo e inducono l’organismo a bloccare la sintesi di ormoni FSH e LH; il corpo risponde all’assunzione esterna di ormoni con la depressione della loro sintesi secondo un concetto di economia metabolica: è come se il corpo si accorgesse di avere un introito passivo di ormoni estrogeni e progestinici e di conseguenza decidesse di risparmiare l’energia che serve per produrli, così mette in pausa la produzione di FSH e LH in modo che a sua volta essi impediscano la produzione di Estrogeni per la maturazione dell’ovulo.
La situazione finale è che l’ovulo non va a maturazione, non viene veicolato all’interno della tuba e di conseguenza non può essere fecondato da nessun spermatozoo esistente sulla faccia del pianeta.
Oltre a questo, l’assenza del picco di progesterone impedisce all’utero di trasformarsi in un ambiente favorevole all’ovulo fecondato, di conseguenza si blocca anche l’impianto di un eventuale embrione.
Questo meccanismo appena descritto prende il nome di “feedback negativo”, ed è un meccanismo fisiologico molto presente nei fenomeni biologici.
A seconda del rapporto che abbiamo tra estrogeno e progestinico all’interno del farmaco, possono essere individuate due tipi di pillola anticoncezionale:
- La pillola anticoncezionale combinata o estroprogestinica, contenente entrambi gli ormoni, sia un progestinico che un estrogeno sintetici
- La pillola progestinica, o minipillola, contenente solo il progestinico: il progestinico assunto singolarmente agisce soprattutto sulla modifica della parete uterina al fine di impedire l’attacco embrionale, qualora avvenisse la fecondazione; il suo effetto può anche bloccare l’ovulazione stessa, ma è un fenomeno che può avere una probabilità più bassa di realizzarsi, quindi la sua efficacia si basa sull’effetto a livello uterino piuttosto che su quello riguardante l’ovulazione.
La minipillola, proprio perché agisce marcatamente solo a livello dell’utero, ha un’efficacia leggermente più bassa di quella combinata, ma comunque superiore al 97%, quindi più affidabile di qualsiasi altro contraccettivo non orale.
Effetti avversi
I contraccettivi orali, ormai sotto controllo della farmacovigilanza da più di 70 anni, possono considerarsi dei farmaci spiccatamente sicuri, con bassi dosi di rischio; tuttavia agire sul bilancio ormonale dell’organismo può evocare delle risposte avverse più o meno sgradevoli:
- In alcune donne l’inibizione dell’ovulazione viene inibita anche molto tempo in seguito all’interruzione del trattamento con pillola anticoncezionale, per questo motivo è necessario abbandonare un po’ di tempo prima l’assunzione del farmaco qualora ci sia la volontà di programmare una gravidanza
- Gli estrogeni aumentano la produzione Aldosterone, un ormone responsabile della ritenzione di Sodio a livello renale: il riassorbimento di sodio provoca anche un parallelo riassorbimento di acqua che quindi può causare edema, ipertensione e aumento di peso fino a 2 Kg
- Il progestinico che viene usato spesso come principio attivo nelle pillole contraccettive è stato evidenziato avere una certa proprietà androgenica, cioè stimola leggermente la produzione di ormoni androgeni (quelli che vengono chiamati, un po’ impropriamente “ormoni maschili”) che possono determinare acne e aumento di massa corporea fino a 4,5 Kg: qualora l’aumento di peso risulti troppo alto è necessario consultare il medico, che prescriverà un farmaco con un progestinico a basso potere androgenico.
- L’unico effetto avverso più grave riguarda il rischio di trombosi: è stato visto che con l’assunzione di pillole che contengono dai 10 ai 35 microgrammi di estrogeni il rischio aumenta di 2 o 4 rispetto al rischio di base. Questo effetto potrebbe essere legato alla facoltà degli estrogeni di aumentare la produzione di alcuni fattori della coagulazione a livello del fegato.
A causa di questo rischio, le donne che devono sottoporsi a intervento chirurgico devono sospendere almeno un mese prima dell’operazione il trattamento che no deve riprendere prima di un mese dopo l’intervento.
Le donne con una storia familiare di tromboembolia non devono assolutamente prendere farmaci contraccettivi contenenti estrogeni.
Tuttavia è necessario sottolineare, che anche la gravidanza stessa aumenta il rischio di trombosi, molto di più rispetto all’assunzione della pillola contraccettiva, quindi paradossalmente, potremmo considerarlo un trattamento che abbassa il rischio di questo evento.
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