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Trasfusioni: il potere curativo del sangue

Come, quando e perché il sangue può salvarti la vita

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    Qualcuno forse ricorda che durante le prime settimane di emergenza Coronavirus circolava una seconda notizia legata alla tematica sanitaria il calo di donazioni di sangue. I donatori erano preoccupati di poter contrarre il virus e trasmetterlo ai riceventi, ma, fortunatamente, il chiarimento di dubbi da parte degli esperti ha risolto la situazione: i protocolli di sicurezza sviluppati nell’ambito della donazione, adeguatamente aggiornati, permettono di portare a termine la procedura in tutta sicurezza – per un bel resoconto dell’accaduto, invitiamo alla lettura di questo articolo de Il Post: Si può donare il sangue anche durante la pandemia di Coronavirus

    La donazione volontaria del sangue è uno dei sistemi sviluppati nell’ambito del Servizio Sanitario Nazionale di cui dover andare fieri; attraverso essa è possibile reperire facilmente e in tempi relativamente rapidi una discreta quantità di un tessuto biologico umano che non è riproducibile sinteticamente ma che trova innumerevoli utilizzi sia nella ricerca medico-farmaceutica sia nelle terapie curative. Il sangue può essere prelevato da un organismo sano e immesso in uno malato per aiutare quest’ultimo a ristabilire i normali valori funzionali durante o in seguito ad una terapia; tale passaggio avviene attraverso la tecnica chiamata trasfusione. Lo sviluppo della stessa ha reso possibile trasfondere da un corpo all’altro non solo il sangue intero ma anche, singolarmente, le sue componenti fondamentali: globuli bianchi (leucociti), globuli rossi (eritrociti), piastrineplasma. In questo secondo caso si parla di aferesi – una serie di procedure che permettono di frazionare una specifica componente dal resto del sangue – e viene utilizzata soprattutto per raccogliere quantità concentrate di globuli rossi, piastrine o plasma; ognuno di questi elementi, infatti, può venire in aiuto in determinate situazioni ad un corpo la cui normale produzione sanguigna è posta sotto stress.

    Disordini della coagulazione e l’intervento del plasma

    Prendiamo ad esempio le epatiti, infiammazioni più o meno pesanti del fegato: che siano di origine virale, batterica, autoimmune o per intossicazione alcolica, tra le conseguenze più gravi della loro persistenza nell’organismo rientrano fenomeni atipici di coagulazione interna, legati a colpi di tosse misti ad espulsione di sangue. Quello che avviene, tra le altre cose, è uno scompenso di tutti quei fattori della coagulazione che in condizioni normali sono tenuti sotto controllo dal plasma, la componente liquida del sangue fatta di acqua, proteine, immunoglobine e sali minerali. Nell’ambito della cura delle malattie del fegato, in caso di trapianto o complicazioni improvvise che richiedono un intervento immediato, immettere nell’organismo il plasma sano è di aiuto alla terapia attuata dal medico: se nel fegato malato viene fatto circolare plasma pulito, le possibilità che il processo di coagulazione anomalo si affievolisca aumentano.

    Piastrine e globuli rossi contro sanguinamenti e anemie

    Diverse combinazioni di cause conducono alla necessità di una trasfusione di piastrine o globuli rossi, le componenti corpuscolari del sangue insieme ai globuli bianchi. Immaginiamo le conseguenze di un trauma violento: una persona si ritrova a perdere una grande quantità di sangue in seguito ad una lacerazione esterna, allora entrano in gioco prima la trasfusione di piastrine, che nel lungo periodo si aggiungono a quelle già prodotte dall’organismo e fanno sì che la ferita si cicatrizzi a dovere, e in seconda battuta anche la trasfusione di globuli rossi, necessaria ad evitare una reazione anemica.

    L’anemia è una condizione fisica determinata dall’abbassamento sotto la soglia normale dei livelli di emoglobina, proteina destinata al trasporto di ossigeno nonché componente fondamentale degli stessi globuli rossi. Di fatto, l’anemia può essere determinata da molte cause: una forte perdita di sangue (come sopra descritta), malattie acquisite che comportano un aumentato turnover di globuli rossi (infiammazioni croniche) o una ridotta produzione (es. insufficienza renale cronica), fino ad arrivare a condizioni patologiche congenite, come nel caso dell’anemia falciforme, malattia per la quale una mutazione genetica fa sì che i globuli rossi si sviluppino a forma di falce e fatichino a scorrere nei vasi sanguigni. In tutti questi scenari la terapia medica deve essere aiutata da trasfusioni di globuli rossi, altrimenti l’ossigenazione corporea resterebbe inevitabilmente compromessa. 

    Nuove frontiere: il sangue del cordone ombelicale

    Usciamo un attimo dal binario della pura e semplice trasfusione sanguigna. Parliamo di  cellule staminali, quelle cellule non ancora differenziate dalle quali, secondo processi di codificazione genetica e biologica, si originano le componenti corpuscolari del sangue. L’immissione di staminali sane in un organismo colpito da una grave malattia sanguigna come la leucemia è divenuta ormai una componente significativa della cura, in aggiunta alla chemioterapia: da esse si originano nuovi globuli rossi, globuli bianchi e piastrine non toccati dalla malattia che, con il tempo, dovrebbero sostituire del tutto il sangue compromesso e salvare la persona. Le staminali sono certamente presenti nel midollo osseo di cui si può essere donatori – ma esistono importanti limiti di compatibilità tra persone, che cadono quando la fonte delle cellule diviene il sangue del cordone ombelicale delle partorienti. In altre parole, dal sangue cordonale si possono prendere cellule staminali con una immaturità immunologica diversa da quelle di un midollo osseo “adulto”, tale per cui sono più facilmente sfruttabili nei casi di difficile compatibilità o di intervento terapeutico immediato. La tecnica utilizzata per immettere le staminali sane nei malati è il trapianto allogenico, dove donatore e ricevente sono due persone differenti, e non una trasfusione; siamo pur sempre, però, nel campo del potere curativo del sangue.

    Principali circostanze in cui la trasfusione salva (o aiuta) la vita

    • Gravi deficit della coagulazione;
    • importanti perdite di sangue;
    • infiammazioni croniche degli organi interni;
    • patologie congenite come anemia falciforme, anemia microcitica ecc.;
    • malattie autoimmuni (trasfusioni di plasma);
    • tumore del midollo osseo.

    Come, quando e perché donare

    Abbiamo descritto fino qui dei casi limite, spesso la situazione presenta più carenze fisiologiche contemporaneamente che richiedono direttamente la trasfusione di sangue intero. Pensiamo anche al caso di un’operazione chirurgica importante: giorni prima alla persona che sarà operata viene fatto un prelievo sanguigno, così, se sopraggiungessero complicazioni, sarebbero immediatamente disponibili sacche di sangue senza avere dubbi sulla compatibilità (autotrasfusione).

    I protocolli di sicurezza e di controllo della compatibilità della trasfusione hanno un livello di precisione molto alto, vanno dall’analisi del gruppo sanguigno ai test sui virus più noti e gravi (HIV, epatite B, sifilide ecc.), proprio perché la vita di alcune persone, colpite magari da emofilia (incapacità del sangue di coagularsi) o trombocitopenia (carenza di piastrine) finiscono per dipendere dalla trasfusione di sangue, dalla possibilità di farla con regolarità e dalla qualità del sangue utilizzato. La cura del sangue costituisce una parte delle terapie, non la totalità, ma è una parte importante e il livello di efficacia disponibile in Italia è determinato in gran parte proprio dal sistema di donazione volontario: AVIS e le altre associazioni dedicate operano in tutto il territorio nazionale,  forniscono chiarimenti a chiunque le richieda e si occupano di organizzare le sessioni di prelievo.

    A seguito dell’emergenza Coronavirus, è stato approvato un emendamento al Decreto Rilancio che sostiene proprio il potenziamento dell’attività di donazione sanguigna regionale in previsione di una possibile nuova ondata di contagi. Abbiamo pochissime scuse, non è neanche una questione di quando o perché, se i nostri parametri lo consentono, doniamo sangue, è facile e gratuito e la nostra vita, o quella di qualcun altro, potrebbe dipendere proprio da questo gesto.

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