Congelamento degli ovuli: tutto quello che c’è da sapere

Come funziona? Chi può farlo e dove? Rispondiamo alle domande più frequenti su questo argomento su fertilità e maternità

congelamento ovuli

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    Dato di fatto: in linea generale, l’età biologica di una donna in cui è più fertile si aggira tra i 18/20 anni fino ai 25/30, anni in cui, in questo momento storico, si sta ancora studiando o si sta entrando nel mondo del lavoro, cercando di affermarsi a livello professionale o cercando la propria strada nella vita.

    Esigenza: proprio in virtù di questo approfondimento di studi e di affermazione professionale, il desiderio e la ricerca del primo figlio, che fino a qualche decennio fa era naturale intorno a questa fascia di età, si è spostato inevitabilmente “più in là”, dopo i 30 anni.

    La soluzione nella scienza: sono aumentate le richieste del congelamento degli ovuli, o crioconservazione degli ovociti, un metodo per mantenere e preservare la fertilità in caso di desiderio di un bambino dopo i 32-35 anni di età.

    Non solo. Il congelamento degli ovuli è utile anche in caso di malattie o terapie mediche e chirurgiche che possono causare infertilità, garantendo la possibilità di procreare anche dopo questi aspetti difficili di vita.

    Cos’è il congelamento degli ovuli?

    Il congelamento degli ovuli, detto anche crioconservazione degli ovociti, è un modo per conservare gli ovuli nel tempo. Vengono preservati in azoto liquido così da non alterare o modificare valori e condizioni, a prescindere da quanto tempo dopo si deciderà di utilizzarli (anche se non dopo 10 anni dal congelamento).

    Perché si congelano gli ovuli?

    Ci sono vari motivi per cui una donna può decidere di congelare i propri ovuli:

    • Programmazione futura di una maternità con o senza partner
    • Terapie mediche o chirurgiche che potrebbero intaccare la fertilità (chemioterapie, radioterapie e altre)
    • Condizioni di vita a rischio (come ad esempio le donne nelle forze armate), in cui possono essere messi in conto incidenti seri e infortuni gravi
    • Condizioni di salute che potrebbero causare l’infertilità (malattie autoimmuni, menopausa precoce, ecc.)
    • Operazione per cambio di sesso

    Quindi, i motivi per cui una donna sceglie di congelare gli ovuli sono molteplici e vanno dal desiderio personale a esigenze fisiche, di salute o di condizioni di vita.

    Inoltre, alcune persone preferiscono non congelare gli embrioni, per motivi etici, religiosi o, comunque, personali; il metodo della crioconservazione supera anche questi concetti perché gli ovociti non sono fertilizzati.

    Quando è meglio congelare gli ovuli?

    Non c’è un data minima o massima per procedere con la crioconservazione degli ovociti. Nonostante questo, viene consigliato di procedere con questo metodo prima dei 33-35 anni di età, così da garantire quantità e qualità degli ovociti.

    La criopreservazione ha effetti sul bambino?

    Assolutamente nessuna. Non ci sono differenze di alcun genere tra un bambino nato da un ciclo naturale e a un bimbo nato dopo un trattamento utilizzando gli ovociti (o embrioni) congelati.

    E se non si vogliono utilizzare gli ovuli congelati, che si fa?

    Una donna che decide di congelare gli ovuli può decidere di non utilizzarli. In questo caso può scegliere di:

    • donarli a un’altra donna o coppia per concepire il loro bambino
    • donarli alla scienza>
    • eliminarli

    Come si fa a congelare gli ovuli?

    Esattamente come la fecondazione in vitro, anche il congelamento degli ovuli inizia con un incontro con lo specialista, che spiegherà nel dettaglio il trattamento e lo svolgimento della pratica, valutando l’idoneità e la fattibilità nello specifico caso. Dopo questo primo incontro preliminare, vengono eseguiti vari esami specifici, anche con controlli ecografici in grado di stabilire al meglio dosi e ormoni ideali per la donna a seconda della risposta delle ovaie. Dopodiché, se tutto procede bene, si può procedere con la somministrazione di alcuni farmaci specifici per la fertilità, dosaggi ormonali, per incrementare la produzione di ovuli. Arrivati a questo punto, si passa al prelievo degli ovociti: questi vengono prelevati in modo chirurgico previa anestesia. Il prelievo ha una durata di circa 15-20 minuti.

    Una volta prelevati gli ovuli, si ha fase di crioconservazione. Questi vengono mescolati con una soluzione di congelamento (un crioprotettore), che ha il compito di proteggerli, e poi subiranno un congelamento rapido, detto vetrificazione, o lento, fino alla conservazione nell’azoto liquido. Non ci sono molti dati sulla conservazione a lungo termine degli ovuli congelati, ma la loro conservazione arriva fino a 10 anni.

    Farlo o non farlo?

    Ovviamente questa è una scelta totalmente soggettiva, che deve essere presa in modo consapevole dalla donna dopo incontri con medici specialisti, cliniche specializzate ed esami specifici. Non c’è una scelta giusta o una sbagliata; sono ancora poche le donne che si sottopongono a questa pratica, ma è sicuramente un mondo nuovo e in rapida ascesa.

    Fonti

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