Uno dei primi e più importanti traguardi nella vita di un bambino coincide con il momento in cui il piccolo toglie il pannolino e si rende autonomo nell’espletare i propri bisogni fisiologici. Un passaggio delicato che comporta anche risvolti psicologici ed educativi e che, negli anni e con le generazioni, ha visto modificato notevolmente il suo approccio da parte dei genitori.
Se, infatti, in passato i metodi usati erano sbrigativi se non addirittura rudi (sgridate e punizioni se l’“obiettivo vasino” veniva disatteso) con possibili conseguenze sul piano emotivo e relazionale, oggi gli esperti sono concordi nel suggerire un approccio diverso, basato sull’ascolto e il rispetto dei bisogni del bambino e dei suoi tempi di sviluppo.
Esiste, quindi, il momento giusto per togliere il pannolino? E quali sono i metodi più efficaci per riuscire nell’impresa? Ecco una bella guida che può aiutare i genitori ad affrontare questo cruciale momento di crescita.
Quando togliere il pannolino?
È la domanda regina: qual è il momento giusto per togliere il pannolino? Premesso che ciascun bambino è una storia a sé e quindi ci saranno quelli più precoci e altri più ritardatari, i pediatri sono allineati nel ritenere la fascia tra i 18 e 24 mesi quella giusta per togliere il pannolino. Il controllo sfinterico – che generalmente non si acquisisce prima dei 18 mesi – è probabilmente l’ultima tappa della crescita prima che il bimbo possa dirsi definitivamente fuori dall’epoca neonatale. Purtroppo accade spesso che i tempi vengano forzatamente abbreviati per la necessità della vita familiare, con l’erronea pretesa di far acquisire al neonato una consapevolezza che ha bisogno di un processo, non lungo, di maturazione fisica e mentale. Un neonato infatti non ha la capacità di decidere autonomamente quando effettuare una minzione: semplicemente, quando la vescica è piena, avviene una contrazione del muscolo vescicale che causa la fuoriuscita delle urine.
Come accorgersi che il bambino è pronto per lo spannolinamento?
Se non è lui stesso a richiederlo – perché magari ha già cominciato un percorso di avvicinamento al vasino e ha quindi preso confidenza con la nuova realtà – esistono degli indicatori che il momento della svolta potrebbe essere vicino:
- Comincia a espletare i suoi bisogni con maggiore regolarità e quindi rimane asciutto per diverse ore (esempio: se generalmente cambi il pannolino ogni due ore e scopri che spesso è asciutto, può voler dire che sta cominciando a controllare la vescica);
- Vuole che gli si cambi il pannolino appena lo sporca, lo indica quando è bagnato e produce suoni particolari mentre cerca di fare la cacca;
- Si mostra infastidito quando il pannolino è pieno e cerca in qualche modo di toglierselo;
- Quando fa i suoi bisogni lo dice (o annuncia l’intenzione);
- Mostra curiosità per il vasino;
- Il bambino imita il comportamento dei genitori o del fratello/sorella maggiore. I più piccoli infatti tendono ad imitare molto i più grandi: in questo caso vedere il fratello o la sorella che usa il water può aiutare molto a facilitare il passaggio e accettare il cambiamento. Attenzione però a fare paragoni! Potrebbe offendere il bambino che sta imparando e risultare controproducente.
Calendario alla mano, è l’estate il momento migliore per iniziare a lavorarci: costumi da bagno, abbigliamento leggero e facilmente lavabile (e asciugabile), lenzuolini invece delle pesanti coperte giocano decisamente a favore dello spannolinamento.
Togliere il pannolino: attivarsi per tempo!
La rete pullula di guide allo spannolinamento a tempo: ovvero, come riuscirci in 5, 7, 10 giorni. La super tata inglese Kathryn Mewes, addirittura, ha messo a punto il “programma dei 3 giorni”: un metodo descritto in un best seller – Bastano tre giorni, edito Vallardi – secondo cui le famiglie che lo metteranno in pratica potranno risolvere i problemi di pipì (e non solo) in appena 72 ore. Il consiglio che noi di AGM sentiamo di darvi, invece, è quello di non avere fretta e prendervi il tempo necessario.
Generalmente un genitore comincia a pensare al “problema pannolino” a ridosso dell’ingresso del piccolo alla scuola dell’infanzia ed è per questo che prova a fare tutto in fretta e furia. Poiché però la strada dal pannolino al vasino fa parte di un processo educativo molto più ampio – imparare l’autonomia, conoscere il proprio corpo, fare esperienze nuove – è meglio non attendere l’ultimo momento per pensarci. Oltretutto, lo abbiamo già detto, ogni bambino è diverso dall’altro e non ha quindi senso caricare di eccessive aspettative un momento del tutto fisiologico.
Come togliere il pannolino
La regola madre è: dallo spannolinamento non si torna indietro. Quindi, armati di santa pazienza e con la consapevolezza che le prime settimane potranno essere dure, i genitori devono essere certi di avere tempo e voglia di imbarcarsi in questa nuova, irreversibile, avventura. Togliere e mettere il pannolino in base alle proprie esigenze ha come unico risultato quello di confondere il bambino. Il pannolino va tolto per tutta la giornata (ad eccezione della notte, vedremo più avanti il perché), anche quando si esce. Qualche consiglio pratico:
- Preparate i bambini alla nuova esperienza, leggendo loro qualche libro sull’argomento, spiegando cosa andranno a fare e magari comprando insieme il vasino;
- Si consiglia di dedicare molta attenzione e cura a questo momento, senza dare al bambino giocattoli che lo farebbero solo distrarre e ponendo l’attenzione, verbalmente, sull’atto che il bambino sta compiendo, dicendo per esempio. “Adesso hai fatto pipì o cacca” oppure “ora sei asciutto e pulito”;
- Inizialmente, ogni 20 minuti accompagnate il bambino sul vasino, aumentando l’intervallo man mano che i giorni passano (fino ad arrivare a una/due ore di pausa tra una seduta e l’altra). I bimbi difficilmente abbandonano le loro attività per andare in bagno, pertanto è compito dell’adulto ricordar loro di fare cacca o pipì;
- La seduta dovrà durare al massimo 5/10 minuti: se il bambino non fa i bisogni, lasciatelo libero di tornare alle sue attività;
- In generale, il modo migliore per un bimbo di abituarsi a usare il vasino è quello di sentirsi sporco e bagnato: ricorrete quindi il meno possibile a pannolini a mutandina (seppur comodi, ad esempio, per il riposo pomeridiano).
- Non sgridare il bambino se si bagna! Rimproverarlo non servirà a niente, anzi, potrà sortire l’effetto contrario. Il bambino dovrà invece essere sempre incoraggiato;
L’atteggiamento dei genitori è basilare per il buon esito dell’operazione: nessun dramma o muso lungo se il bambino non riuscirà a dirvi per tempo che deve andare in bagno. Non si deve sgridare il bambino né mortificarlo e neanche insistere. Al contrario, rassicurarlo che la prossima volta andrà meglio e ogni volta che riuscirà a fare i bisogni nel vasino, lodatelo sinceramente (ma senza eccessi).
Riduttore o vasino?
In realtà non c’è una risposta corretta e una sbagliata, la scelta tra i due prodotti è solo questione di preferenza e comodità riscontrata nell’uso che ne fa il bambino.
Solitamente si consiglia il vasino, poiché la posizione permette al bambino di evacuare con pochi sforzi, per questo motivo, se invece si opta per il riduttore, si consiglia ai genitori di acquistare anche una pedana sulla quale il bambino può appoggiare i piedi.
Togliere il pannolino durante la notte
Giorno e notte, se si parla di spannolinamento, non vanno di pari passo. O, almeno, non sempre. Non è detto, infatti, che un bambino che riesce a stare senza pannolino di giorno faccia lo stesso anche di notte.
Come capire se i tempi sono maturi? Se al mattino il pannolino del bambino è asciutto (o quasi) si può cominciare a togliere il pannolino; diversamente, se è molto bagnato, è opportuno aspettare. Un altro segnale che l’ulteriore passo per l’autonomia è vicino potrebbe essere che è il bambino stesso a cercare di andare in bagno durante la notte o a chiamare i genitori per essere accompagnato. Se si è deciso di provare lo spannolinamento notturno è opportuno:
- Assicurarsi che il bambino sappia maneggiare i pantaloni del pigiama;
- Concordarsi sulla procedura da seguire: andrà in bagno da solo, userà il vasino nella sua cameretta o sveglierà i grandi per chiedere aiuto?
- Mettere un coprimaterasso impermeabile a protezione del materassino;
- Se il bambino si sveglia per qualsiasi motivo durante la notte, chiedergli se ha bisogno di fare pipì prima di tornare a letto;
- Non arrabbiarsi se il bambino bagna il letto e congratularsi se al mattino è asciutto.
Enuresi notturna
Può succedere che il bambino continui a bagnare il letto anche dopo i 5 anni: in questo caso parliamo di enuresi, in particolare notturna. Il bambino effettua una minzione completa durante la notte poiché lo stimolo della vescica non riesce a svegliarlo. Il 10% circa dei bambini sperimenta questo fenomeno a 7 anni di vita. Questa condizione è genetica, il che può aiutare il bambino ad essere rassicurato dal proprio genitore che ha avuto la stessa problematica infantile.
Il consiglio principale è quello di rivolgersi al/alla proprio/a pediatra anche nel caso in cui si presentino altri sintomi vescicali durante il giorno, che non comportano necessariamente la perdita d’urine, ma, per esempio, un eccessivo numero di minzioni giornaliere, la necessità urgente di fare pipì o l’abitudine di posticipare spesso lo stimolo.
Togliere il pannolino: il sostegno emotivo è importante
Proprio perché la fase trattata è un passo importante e decisivo nella vita del bambino, dovrà essere preso con la massima serietà dai genitori per dare il massimo del supporto emotivo al piccolo:
- Il bambino deve credere nelle sue capacità. Compito del genitore è quello di dargli sempre fiducia così da fargli vivere questa fase serenamente;
- Rispettare i tempi, come suddetto, non è giusto affrettare le cose. Ogni bambino ha i suoi tempi e le sue necessità, molto probabilmente, anche nei casi più lenti, sarà proprio il bambino, ad un certo punto, a chiedere di poter usare il vasino;
- Evitare rimproveri, ricatti e affrontare questa fase con gioia e serenità;
- Se il bambino è in una fase di cambiamento: trasloco, nascita di un fratellino, inizio dell’asilo, è giusto aspettare e posticipare lo spannolinamento per non sovraccaricare troppo l’emotività del bambino.
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