Alex Zanardi: storia di un campione

Un incidente quasi mortale e l'amputazione delle gambe: ecco chi è il pilota che non ha smesso di lottare e vincere

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    Più di 300 chilometri orari. È la velocità con cui sfrecciano le vetture sulla pista del Lausitzring a 100 chilometri da Berlino.
    Il 15 settembre 2001 è una data che gli appassionati di automobilismo difficilmente potranno dimenticare.
    Erano trascorsi appena 4 giorni dall’attentato alle Torri Gemelle di New York che aveva scosso il mondo quando il pilota bolognese Alex Zanardi si stava preparando ad affrontare la gara europea che avrebbe in pochi secondi sconvolto la sua vita.
    Alex aveva fatto ingresso in pista a 14 anni. Era stato babbo Dino a regalargli il primo kart.
    Un successo dietro l’altro, l’ascesa verso il podio delle gare più importanti, le vittorie in Formula 1 e poi il tragico impatto che gli è costato l’amputazione delle gambe. L’incidente non ha spento la sua voglia di vivere, lottare e ricominciare.
    Alex è diventato un simbolo, la sua è la storia di un campione.

    L’incidente

    Un urto violento, violentissimo. A tredici giri dal termine della gara del campionato Cart, Alex al tempo 35enne, era riuscito a recuperare posizione. Era appena rientrato in pista dal pit-stop al box e l’auto aveva già preso velocità. All’improvviso il dramma: un testa e coda mentre stava sopraggiungendo la macchina del pilota canadese Alexandre Tagliani. L’Honda di Zanardi era stata tagliata in due dall’impatto. Per il pilota era cominciata la lotta tra la vita e la morte. Le condizioni apparvero subito disperate: i medici decisero di amputare le gambe per fermare l’emorragia. Ricevette l’estrema unzione mentre i soccorritori lo stavano caricando sull’elicottero verso l’ospedale di Berlino. Subì quindici operazioni prima di essere dimesso.

    L’amore per lo sport

    Dopo due anni dall’incidente con una vettura modificata per lui, Alex è tornato sulla pista del Lausitzring. Ha finito di percorrere i giri che gli mancavano per terminare la gara che aveva lasciato a metà quel maledetto 15 settembre 2001.
    Il ritorno del campione in pista commosse l’Italia. Il richiamo del motore era forte e i successi non tardarono ad arrivare: tornò a correre e nel 2005 fu sua la vittoria della seconda gara del Gran Premio di Germania valida per il Mondiale Turismo.
    Nello stesso anno riuscì a conquistare il Campionato Italiano Superturismo.

    Il post incidente

    Alex non ha smesso di lottare. Il post incidente è stato un modo per misurarsi anche con sport che non aveva mai praticato.
    Con determinazione ha cominciato una nuova carriera nel paraciclismo con le corse in handbike nelle categorie H4 e H5.
    Ha realizzato il sogno degli sportivi: partecipare alla maratona di New York. L’ha fatto per ben due volte: nel 2007, arrivando quarto, nel 2011 primo e con un nuovo record per la categoria handbike.
    È arrivata anche la maglia tricolore ai campionati mondiali di ciclismo su strada. L’anno successivo è salito sul gradino più alto del podio alle Paralimpiadi di Londra. L’oro è nel 2016 in quelle di Rio de Janeiro, dopo aver portato a termine la gara triathlon ‘Ironman’ alle Hawaii con un record. Il risultato che ancora una volta ha lasciato il mondo a bocca aperta.

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