Non so a quale generazione apparteniate, ne quanti anni avete, ma il sottoscritto, che si avvia a passi lenti ma decisi ai quarant’anni (sigh), nel 1999 aveva già sedici anni e si ricorda perfettamente del fenomeno ‘Matrix’. Destinato a deragliare sui binari di due sequel discussi e discutibili (‘Matrix Reloaded’ e ‘Matrix Revolutions’, del 2003) lo si ricorda anche perché fu la consacrazione definitiva di uno dei volti del cinema anni ‘90: Keanu Reeves.
Un apice che fece dell’attore canadese, nato in Libano e dal sangue multietnico una vera e propria star hollywoodiana, splendente e inarrivabile. Ma forse non tutti sanno che il percorso di Reeves è stato tutt’altro che semplice, non tanto sul piano artistico (a ventotto anni aveva già girato tre cult come ‘Point Break’, ‘Belli e Dannati’ e ‘Dracula di Bram Stoker’) quando dal punto di vista umano. Un’odissea scandita dall’abbandono del padre, dalla morte del miglior amico, della figlia, della fidanzata e dalla leucemia della sorella che lo ha segnato in maniera irreversibile.
In molti non ce l’avrebbero fatta, invece l’indimenticabile interprete di Neo ha risposto con una grande forza d’animo, diventando un modello di come si possa rispondere alle avversità della vita, diventando un esempio di umanità.
L’abbandono del padre
La storia di ognuno di noi, soprattutto quando si è molto piccoli, è segnata dalle scelte degli altri; in particolare dei nostri genitori. Cresciamo e ci formiamo, nei nostri primi anni di vita, in luoghi che non abbiamo deciso e il futuro della nostra esistenza può essere segnato in maniera irreversibile.
Cosa sarebbe stato di Keanu Reeves se ad appena tre anni suo padre non lo avesse abbandonato?
Forse sarebbe cresciuto dove era nato, a Beirut, in Libano. Forse non sarebbe mai diventato un attore e non avrebbe mai fatto ‘Matrix’. Forse.
La storia scritta però ci dice che il genitore scelse di scappare dalla famiglia e così la madre, ritrovatasi sola, decise di trasferirsi (dopo un giro di Paesi) in Canada. Dove Reeves iniziò a studiare recitazione, avviandosi ad una carriera di successo.
La morte del miglior amico, della figlia e della fidanzata
Reeves ha appena ventitre anni quando deve affrontare la seconda batosta della sua vita. Nella notte tra il 30 e il 31 ottobre del 1993 al Viper Room, situato all’8852 di Sunset Strip di West Hollywood, River Phoenix, miglior amico di Reeves di cui era coetaneo, è a fare festa con la fidanzata Samantha Mathis, l’amico Dick Rude, la sorella Rain e il fratello Joaquin.
Sono tutti su di giri perché poco prima, in una camera dell’Hotel Nikko a West Hollywood, hanno consumato cocaina, marijuana e qualche bottiglia di champagne. Da qui la storia non è chiara ma tra una dose di eroina ‘Persian Brown’, tre valium presi senza assumere dell’acqua, Phoenix perde la vita in preda a violente crisi epilettiche.Era uno degli attori più dotati del tempo e nel 1989 Reeves aveva percorso oltre mille miglia in moto per consegnargli il copione di ‘Belli e dannati’, convincendolo a interpretare il ruolo di protagonista affianco a lui.
Un’amicizia profonda stroncata tragicamente a cui si sarebbe aggiunto, appena sei anni dopo, un altro terribile dramma. Il 24 dicembre 1999, proprio mentre stava girando ‘Matrix’, la figlia Ava Archer Syme-Reeves, avuta con Jennifer Syme, assistente di David Lynch, di cui si era innamorato un anno prima, nacque senza vita. La loro relazione, a seguito di questo evento, si interruppe e appena due anni dopo la Syme morì in un incidente stradale ad appena ventotto anni.
La leucemia della sorella
Nella sua adolescenza nomade, tra Beirut, Hawaii, New York e Toronto, Keanu Reeves ha sempre avuto un unico grande punto di riferimento: la sorella Kim. Colei che che l’attore definisce “la mia famiglia e la mia migliore amica” e con cui condivideva il problema della dislessia negli anni del liceo, è malata da anni di leucemia che l’ha resa invalida al 100%.
Keanu per permetterle di affrontare la malattia in maniera più serena, le ha comprato una villa in Italia, a Capri, frequentemente le fa visita e nel febbraio 2017, ad esempio, quando Reeves era stato invitato come ospite al Festival di Sanremo andò a prenderla al Policlinico ‘Gemelli’ di Roma, dove si trovava per un ricovero nell’unità operativa complessa di medicina interna e gastroenterologia.
Un’ennesima prova per un attore che, nonostante la vita non sia stata esattamente generosa nei suoi confronti, ha dimostrato e dimostra tutt’ora grande gratitudine nei confronti degli altri.
Keanu Reeves un attore dal grande cuore
Forse non tutti sanno che…Keanu Reeves è uno dei più grandi filantropi del mondo dorato di Hollywood. Un donatore che ci tiene a restare possibilmente anonimo, al punto da ridursi del 90% l’ingaggio per alcuni suoi film e regalare la sua percentuale sugli incassi della trilogia di ‘Matrix’ (che ammontano a 1.623.967.843 miliardi di dollari. Non proprio spiccioli) ai costumisti e ai truccatori, da lui definiti “i veri eroi della trilogia”.
Una generosità che nella Fabbrica dei Sogni losangelina è ben nota tra gli addetti ai lavori e che si allarga anche fuori dai confini degli Studios. Nel 1997 dei paparazzi lo beccarono a conversare con un barbone a Los Angeles per una mattinata intera.
Keanu Reeves oggi
È notizia recente che si stanno completando le riprese dell’atteso quarto capitolo di ‘Matrix’ che vedrà nuovamente Keanu Reeves vestire i panni di Neo e che l’attore sta per esordire anche come autore di un fumetto (‘BRZRKR’ il titolo) con Matt Kindt, noto per aver lavorato ad opere come ‘Suicide Squad’, ‘Justice League of America’ e ‘Spider-Man’, e l’italiano Alessandro Vitti. Infine, prossimamente, presterà la voce a una serie che, con l’aiuto di musiche e narrazioni ipnotiche, ci aiuterà a conciliare il sonno, prodotta da HBO Max e basata sull’app Calm.
Un artista poliedrico e inarrestabile ma soprattutto un uomo che è riuscito a costruirsi una carriera nella più importante industria cinematografica, nonostante tutto.
Un modello di resilienza a tutte le avversità della vita.
Da prendere come esempio.
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