Marie Maynard Daly, la prima donna afroamericana con un dottorato in chimica

Un lavoro pionieristico con contributi importanti alla scienza e alla ricerca… ma cosa sappiamo su questa biochimica?

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    Figura poco conosciuta, la sua storia, la sua vita, più passano gli anni più è possibile che finiscano nel dimenticatoio, nonostante gli importanti traguardi e contributi donati alla ricerca e alla scienza. Marie Maynard Daly è stata la prima donna afroamericana a conseguire un dottorato in chimica. Non solo: ha condotto ricerche importanti sul colesterolo, sull’effetto del fumo della sigaretta sui polmoni, causando il cancro, e altri studi pionieristici per il tempo in cui ha vissuto.

    Nonostante questo, non ci sono interviste, testimonianze, superiori o colleghi con cui parlare della Daly: il marito è morto prima di lei, non avevano figli, non ci sono persone o diari che ci possano raccontare chi era Marie Maynard Daly, cosa l’ha spinta a fare delle ricerche invece di altre o le difficoltà (immaginiamo affrontate e sicuramente superate) di una donna afroamericana nella prima metà del Novecento a studiare e poi insegnare materie scientifiche in varie prestigiose università americane.

    Quello che sappiamo della vita di Marie Maynard Daly

    La Daly nasce a New York, esattamente nel distretto del Queens, e cresce in una famiglia che le offre stimoli culturali soprattutto legati alla scienza: il padre, iscritto alla facoltà di chimica della Cornell University, dovette abbandonare gli studi per motivi economici, ma passò la sua passione alla figlia; ma anche la biblioteca nella casa dei nonni materni a Washington era un piccolo rifugio per la giovane che passava ore e ore a leggere libri. Tra gli altri, rimase colpita da “Microbe Hunters”, saggio di divulgazione scientifica del batteriologo Paul de Kruif del 1926 e probabilmente fu proprio questo volume che fece nascere in lei l’amore verso la chimica.

    Dopo il diploma all’istituto femminile Hunter College High School di Manhattan, si iscrive al Queens College dove si laurea nel 1942. Decide di prendere un dottorato in chimica per una questione molto basilare: probabilmente era facile trovare lavoro durante la Seconda Guerra Mondiale. Si specializza in biochimica e continua a studiare anche negli anni successivi, fino a lavorare come ricercatrice presso la Howard University a Washington DC, da sempre, fin dalla sua fondazione, aperta a tutti, senza distinzioni di sesso, religione e razza.

    Cosa ha fatto Marie Maynard Daly

    Dopo gli studi, fin dagli anni del suo lavoro, la Daly spazia molto nei suoi campi di ricerca: dalle sostanze chimiche prodotte dal corpo umano durante la digestione al livello di colesterolo nel sangue e le connessioni con gli attacchi cardiaci, ma anche gli effetti che invecchiamento e ipertensione causano sulle pareti arteriose. Non solo: ci sono anche studi sulle cause delle malattie cardiovascolari e i problemi polmonari legati al fumo, senza dimenticare il legame dei livelli di colesterolo nel sangue e gli attacchi cardiaci. Studi che, dagli anni ’50 agli anni ’70 erano del tutto all’avanguardia e pionieristici.

    Il trionfo di pubblicazioni scientifiche della Daly furono riportate anche in studi successivi, come quelli di James Watson, che, durante il discorso per il Premio Nobel ricevuto insieme a Francis Crick nel 1962, cita i meccanismi della sintesi proteica, che coinvolgono il DNA e i diversi acidi ribonucleici (RNA), gli stessi indagati dalla Daly.

    Durante la sua vita, lavora anche al Rockefeller Institute di New York: qui è l’unica scienziata di colore. Ha ricoperto cariche e incarichi di rilevanza nella società scientifica e, per tutta la vita si è battuta affinché tutti, senza distinzione di sesso o razza, avessero uguali diritti agli studi; fu negli anni ’80, una volta in pensione, che intitolò a suo padre una borsa di studio per gli specializzandi afroamericani in chimica e fisica al Queens Collage.

    Marie Maynard Daly è una delle 50 migliori donne di scienza, ingegneria e tecnologia, per la National Technical Association: i suoi studi saranno ricordati per sempre perché sono alla base di alcune nozioni scientifiche che conosciamo oggi, ma è un vero peccato che non abbiamo un ricordo della sua voce, dei suoi pensieri, delle sue lotte e conquiste e che non possiamo tramandare anche il lato umano della storia dietro la scienza.

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