Le stampanti 3D sono diventate una delle tecnologie più in voga sul mercato. Queste stampanti possono essere usate per una vasta gamma di applicazioni: per creare impianti, articolazioni per interventi chirurgici, per produrre ossa, orecchie, esoscheletri, trachea, mascella, occhiali, colture cellulari, cellule staminali, vasi sanguigni, reti vascolari, tessuti e nuove forme di dosaggio di farmaci.
Molto importante l’uso della stampa 3D in caso di gravi ustioni o altre ferite profonde difficili da curare. Spessi nei paesi in via di sviluppo, le infezioni da ferite gravi possono essere letali. Da qui l’idea di creare bendaggi stampati in 3D.
Rispetto alle bende tradizionali, le bende create con la stampante 3D hanno diversi vantaggi come la possibilità di personalizzare la forma per particolari ferite e di impregnare il tessuto realizzato con sostanze curative.
Gli studenti della Grand Canyon University hanno sviluppato una fasciatura idro-colloidale stampata in 3D a basso costo, che cura le infezioni in modo più efficace, poiché è parzialmente composta da una sostanza gelatinosa che blocca i batteri.
Un altro esempio interessante di utilizzo della stampante 3D è stato realizzato dai ricercatori dell’Università di Toronto che hanno costruito una biostampante 3D, in grado di replicare e di accelerare bio-bende. Questo cerotto stampato in 3D guarisce la ferita e cresce dentro e intorno alla pelle circostante ed è in grado di replicare e di accelerare la formazione della normale struttura della pelle.
Lascia il tuo commento