Dieci sovvenzioni da 100 mila dollari l’una, per un totale di 1 milione di dollari: è questo il fondo creato da OpenAI, lo sviluppatore del popolare chatbot di intelligenza artificiale ChatGPT.
L’obiettivo? Raccogliere nuove idee e proposte per regolamentare l’intelligenza artificiale.
Rivolto ai singoli ricercatori o a realtà più ampie come aziende e organizzazioni, le candidature sono scadute il 24 giugno 2023 ed è già un successo di download della piattaforma su iPhone.
Un’attenta selezione interna decreterà, come destinatari delle borse di studio, quelle realtà che più delle altre saranno riuscite a rispondere ai timori sull’uso dell’IA.
Sarà inoltre disponibile un report finale, pubblicato dalla stessa OpenAI e liberamente consultabile, in cui verrà spiegato il criterio di individuazione delle varie proposte.
“Esistono molti modi in cui un tale processo potrebbe essere strutturato: incoraggiamo i candidati a essere innovativi, basandosi su metodologie note e proponendo approcci completamente nuovi. I beneficiari della sovvenzione dovranno implementare un prototipo della loro soluzione, coinvolgendo almeno 500 partecipanti, e pubblicando un rapporto entro il 20 ottobre del 2023” è quanto affermato da OpenAI per spiegare il meccanismo alla base del nuovo programma.
Una selezione “democratica” in cui il merito la fa da padrone.
Le dieci borse di studio: modi e tempi di partecipazione
OpenAI ha messo a disposizione dieci borse di studio dal valore di 100.000 dollari ciascuna, per un fondo totale di 1 milione di dollari.
Di seguito modi, tempi e destinatari del bando:
- cosa cerca OpenAI? Idee e nuove proposte per la regolamentazione dell’Intelligenza Artificiale (IA);
- chi sono i destinatari del bando? I singoli ricercatori o realtà più ampie come aziende e organizzazioni;
- quando verrà reso noto l’esito della selezione? Il 20 ottobre 2023 saranno annunciati i vincitori delle dieci borse di studio. Inoltre, OpenAI si impegna a fornire in un report finale, consultabile pubblicamente, i criteri di valutazione e di selezione che hanno portato alla scelta dei dieci progetti ritenuti più idonei. L’obiettivo è quello di attuare una selezione trasparente e democratica, in cui dare il giusto riconoscimento ai progetti più meritevoli ed anche spiegazioni su eventuali lacune dei progetti scartati;
ChatGpt debutta sull’iPhone
ChatGpt debutta sull’iPhone ed è già un successo: sono stati circa 500mila i download avvenuti nei primi cinque giorni del lancio, un risultato straordinario e probabilmente inaspettato dagli stessi sviluppatori.
Il miglior debutto di un nuovo software sull’App Store di Apple negli ultimi anni. Ad affermarlo è Data.ai, l’agenzia che si occupa di analizzare il mercato delle app per dispositivi mobili.
Secondo TechCruch invece, il blog statunitense che si occupa di tecnologia e informatica, gli sviluppatori di OpenAI sarebbero già in procinto di pubblicare una versione Android della stessa app.
Si attende il lancio del software ufficiale per stabilire i nuovi risultati di validità e notorietà dell’app.
Al momento sono comunque disponibili, sia sull’App Store che sul Play Store di Android, altre decine di applicazioni che vogliono replicare l’esperienza di ChatGpt gratuitamente.
E Nvidia e il supercomputer per costruire modelli di AI generativa
E Nvidia, leader mondiale nel computing con intelligenza artificiale, ha lanciato sul mercato un supercomputer in grado di costruire modelli di AI generativa.
Il ceo Jensen Huang ha presentato un supercomputer, il Dgx Gh200, destinato proprio all’IA.
Il supercomputer assisterà infatti le aziende tech durante la costruzione di modelli di IA generativi (per intenderci, simili a quelli del software di OpenAI)
Meta, Google Cloud e Microsoft: ecco alcune dei nomi che, stando a quanto riportato dal Financial Times online, diventeranno i primi clienti e acquisitori del Dgx Gh200.
L’annuncio dell’immissione sul mercato ha provocato un aumento del prezzo delle azioni, portandolo ad essere il primo titolo di semiconduttori del valore di un trilione di dollari in tutto il mondo.
OpenAI e le pressioni sull’UE
Mercoledì 14 giugno 2023 il Parlamento Europeo ha approvato l’AI Act:
“una proposta di legge europea sull’intelligenza artificiale, la prima legge al mondo sull’IA da parte di un importante organismo regolatore. La legge assegna le applicazioni dell’IA a tre categorie di rischio.”
Inizialmente l’intelligenza artificiale generativa era stata infatti bollata con un livello massimo di rischio.
Da qui le minacce da parte del Ceo di OpenAI all’UE per cui, se si fossero applicate regole troppo severe nei confronti dell’IA, non avrebbe distribuito i suoi prodotti nel circuito europeo, salvo poi repentinamente ritrattare.
Sam Altman ha improvvisamente iniziato a sostenere la necessità di dare confini all’IA, giungendo alla creazione del fondo da un milione di dollari sopra citato, col fine di trovare nuove idee e proposte circa la regolamentazione dell’intelligenza artificiale.
Un’ambiguità e incoerenza che destano sospetto soprattutto in virtù dell’articolo pubblicato dal popolare magazine statunitense Time che mette luce sulle pressioni fatte da OpenAI sull’UE per ammorbidire le norme sull’IA previste dall’IA Act:
«Il Ceo di OpenAI, Sam Altman, ha speso gli ultimi mesi in un tour europeo che lo ha portato a incontrare diversi capi di Governo. Altman ha detto ripetutamente che c’è bisogno di norme che regolamentino l’intelligenza artificiale a livello globale. Ma dietro le quinte OpenAI ha fatto pressione affinché l’AI Act (la legge appena approvata dal Parlamento europeo) fosse annacquato al punto da non costituire un pericolo per l’azienda».
Quale sia la verità e se sia stata l’UE a piegarsi alle minacce di OpenAI oppure OpenAI all’UE per non perdere il mercato europeo non sappiamo ancora dirlo.
Ma la verità verrà a galla, è solo una questione di “time”.
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