L’analfabetismo funzionale

Un fenomeno più comune di quanto si possa pensare, ma al quale non si dà (forse) troppa importanza. Di cosa si tratta?

uomo confuso da un libro

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    Può suonare come anomalo, ma il termine, in Italia, non è affatto sconosciuto. Anzi, il livello di analfabetismo funzionale raggiunge percentuali abbastanza preoccupanti, portando il nostro paese in vetta alla classifica.

    Analfabetismo funzionale: cos’è?

    In Italia circa il 28% della popolazione tra i 16 e i 65 anni è analfabeta funzionale. Si tratta di un dato abbastanza preoccupante e a cui non si presta la dovuta attenzione. 

    Ma che cosa si intende quando si parla di analfabetismo funzionale? 

    Si tratta di una condizione in cui il soggetto, pur avendo ricevuto un’adeguata scolarizzazione, non è in grado di utilizzare efficacemente le competenze acquisite. Per esempio, non è capace di comprendere pienamente un testo scritto né tantomeno utilizzare la scrittura per farsi intendere da eventuali terzi. 

    Una definizione vera e propria di questo disturbo si ha nel 1984. L’Unesco definisce un’analfabeta funzionale come “una persona incapace di comprendere, valutare, usare e farsi coinvolgere da testi scritti per intervenire attivamente nella società, per raggiungere i propri obiettivi e per sviluppare le proprie conoscenze e potenzialità“.

    Analfabetismo funzionale vs analfabetismo strumentale

    Si sente spesso e volentieri parlare di analfabetismo dovuto a scarsa scolarizzazione (strumentale). Infatti, l’analfabeta strumentale non è in grado di leggere e scrivere, a differenza di quello funzionale che ha acquisito queste abilità ma non è capace di applicarle. 

    La sua difficoltà non risiede nella comprensione di un testo poiché non sarebbe in grado di leggerlo correttamente. Viene da sé che sarebbe del tutto impossibile comprenderne il significato. 

    Come si manifesta?

    Molto spesso i segnali riconducibili ad analfabetismo funzionale si associano a DSA come dislessia e discalculia poiché sono simili, come per esempio:

    • incapacità di comprendere quanto si legge, che sia un articolo di giornale, un breve testo o un libro;
    • difficoltà nell’esecuzione di calcoli matematici semplici;
    • scarsa conoscenza di eventi storici, politici, economici;
    • capacità di senso critico;
    • inabilità nell’utilizzo di strumenti informatici.

    Cause

    Come accennato precedentemente, l’analfabetismo funzionale non rientra tra i Disturbi Specifici dell’Apprendimento poiché non si tratta di un deficit cognitivo dell’individuo ma piuttosto di un declino delle abilità apprese precedentemente.
    Le cause sono di origine socio-culturale e vanno ricercate nel livello di istruzione e nella costanza di allenamento mentale.
    Una scarsa lettura, inoltre, può essere la causa principale di questo fenomeno.
    L’Italia è un paese che legge molto poco e sono i dati a parlare. Infatti, nel 2019, i dati Istat indicano che solo il 38,4% della popolazione italiana maggiorenne legge. 

    Come agire?

    Senza ombra di dubbio, istruzione e formazione sono le basi da cui si deve partire.
    Il secondo passo è quello di mantenere la mente allenata in maniera costante. Ma la teoria da sola non è sufficiente. Serve anche tanto esercizio e pratica nella vita di tutti i giorni. Una lettura assidua e costante può aiutare molto nella comprensione e stesura di testi, non solo migliorando le competenza acquisite, ma anche rafforzandole. 

    Tuttavia, addossare tutta la colpa a una scarsa istruzione scolastica è sbagliato. Ogni persona, al di là della scuola, dovrebbe affinare le proprie abilità quotidianamente, avvicinandosi alla cultura leggendo libri o guardando film. Questi sono alcuni esempi banali di mezzi che possono stimolare la curiosità e il linguaggio. In altre parole, ogni giorno dovrebbe essere un giorno per imparare qualcosa in più o per allenare qualcosa che già sappiamo. Perché alla fine, si sa, non si smette mai di imparare.

    Fonti

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