Assorbenti: tra benessere femminile e lusso

L’importanza dell’assorbente, la sua evoluzione e le problematiche sulla tassazione

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    Il tempo passa e nonostante questo il ciclo femminile rimane una costante, così come la sua gestione. Cambiano gli assorbenti, ne esistono di più forme, dimensioni e applicazioni, ma rimangono un oggetto di uso quotidiano (beh, mensile) imprescindibile e fondamentale nell’universo femminile.

    Cos’è l’assorbente?

    L’assorbente igienico è un tampone per l’igiene intima della donna, che viene solitamente e tendenzialmente usato durante il ciclo per assorbire il flusso mestruale. Sono diversi dagli assorbenti generali, che hanno una maggior permeabilità; infatti, questi vengono utilizzati per l’incontinenza urinaria e possono essere indossati da donne e uomini che ne soffrono. Gli assorbenti più comuni, quelli esterni usa e getta, sono principalmente composti da rayon sbiancato, un tipo di cellulosa ricavato dalla pasta di legno, cotone e plastica con l’aggiunta spesso di profumi e agenti antibatterici. All’interno, invece, viene generalmente inserita la polvere di polimero, che, una volta inumidita, diventa gel e assorbente, appunto. Poi, ovviamente, ci sono più varianti e altrettanti modelli, dai salvaslip, a quelli maxi e con le ali, quelli esterni e quelli lavabili, così come le mutandine, una scelta più green rispetto al classico assorbente monouso.

    Dall’antichità a oggi

    Il primo assorbente della storia di cui si ha qualche testimonianza, sembra risalire a Ipazia, matematica e filosofa della Grecia Antica, vissuta a fine del 300 d.C., quando A Suda, ex comune greco, lo lanciò contro uno spasimante (evidentemente poco gradito). Era fatto di stracci, come la maggior parte degli assorbenti utilizzati in antichità, pezzi di stoffa e vecchi vestiti, in grado di assorbire il flusso mestruale. Nell’Antico Egitto le donne utilizzavano un antenato dell’assorbente grazie all’utilizzo del papiro ammorbidito, mentre nel Medioevo sembra che il materiale più usato fosse lo Sphagnum, un muschio con la caratteristica di essere un forte assorbente. Fu solo nel ‘700 che si arriva pensare agli assorbenti usa e getta, da un’idea di Benjamin Franklin che usò degli strati per tamponare il sanguinamento dei soldati feriti in guerra. Un secolo più tardi, la Johnson & Johnson mise sul mercato i primi assorbenti usa e getta, che non ebbero per niente successo! Infatti, le donne preferivano ancora crearsi i propri assorbenti da sole, con i vecchi vestiti e gli stracci ricavati, in quanto quelli usa e getta in commercio erano troppo costosi. In realtà, la vera svolta si ebbe qualche anno dopo, quando in alcuni negozi americani fu dato modo alle donne di acquistarli in modalità self-service: in questo modo, le donne potevano acquistarle da sole, senza chiedere ai commessi, ed evitare imbarazzi, gli imbarazzi causati dal ciclo mestruale, un tabù che coinvolge l’intero ambito dell’educazione sessuale e che ancora non è stato del tutto sfatato.

    Fino a questo momento l’assorbente era composto anche da una cintura, che sparì nel 1980, lasciando solo la striscia assorbente, che divenne adesiva.

    I tipi di assorbenti

    I modelli degli assorbenti sono molti e variano a seconda delle esigenze e del flusso mestruale. Con gli anni, si sono visti cambiamenti di forma e materiali usati.

    Assorbenti esterni

    Gli assorbenti esterni sono fatti da cotone e materiali quali il polietilene o polipropilene, con all’interno il gel assorbente e le colle (esterne) per fissarli agli slip. Possono essere sottili come un salvaslip, super o maxi assorbenti, con le ali (permettendo una maggior aderenza e protezione) e con vari disegni ergonomici.

    Assorbenti interni

    Il tampax o assorbenti interni, sono tamponi che vengono inseriti all’interno della vagina: più comodi e pratici, necessitano un cambio più frequente.

    L’evoluzione dell’assorbente

    Con l’evoluzione sociale, economica e ambientalista, negli ultimi anni sono stati create alternative agli assorbenti usa e getti, più sostenibili ed economici, come gli assorbenti riutilizzabili e lavabili, le mutandine mestruali, la coppetta. Sono alcuni esempi, quelli che maggiormente si stanno inserendo nell’uso quotidiano di sempre più donne.

    Assorbente lavabile

    Simile all’assorbente usa e getta, si differenzia per non avere l’adesivo, bensì due bottoncini alla fine delle ali in grado di garantire stabilità a contatto con la biancheria intima. Di stoffa, possono essere composti da un unico pezzo o con una tasca in cui inserire il tessuto. 

    Mutandine mestruali

    Sembrano normali slip, invece, grazie al materiale utilizzato, risultano essere molto assorbenti: tendenzialmente sono composte da uno strato di cotone traspirante, uno anti-odore e anti-batterico, un altro assorbente e uno altro contenitivo contro le fuoriuscite.

    Coppetta mestruale

    Un’altra opzione green ed economica a lungo termine possono essere le coppette mestruali: basta inserirla all’interno della vagina proprio come un tampax vaginale e lavarla e sterilizzarla prima di inserirla nuovamente.

    Gli assorbenti e il mondo esterno

    La scelta verso metodi alternativi all’assorbente usa e getta sono da ricercare soprattutto in due punti:

    – scelta ecologica

    – scelta economica

    Assorbenti e ambiente

    L’impatto ambientale è sicuramente un aspetto fondamentale: gli assorbenti usa e getta sono prodotti monouso, che generano una grande quantità di rifiuti non differenziati. Il Post ha fatto una stima: considerando una singola donna, generalizzando si può stimare che possa avere 40 anni di ciclo mestruale, dai 12 ai 52 anni di età, e che quindi, nella sua vita, consumerà tra i 3mila e i 10mila tra assorbenti e tamponi. Ovviamente il numero può variare a seconda delle gravidanze, dalla sospensione del ciclo, dalla quantità di flusso e altre variabili.

    Assorbenti e beni di lusso

    La parte economica è quella che negli ultimi anni ha infiammato l’opinione pubblica, soprattutto quella femminile. Si parla di Tampon tax e Pink tax, ma che cosa sono esattamente?

    • La Tampon Tax

    In Italia, gli assorbenti sono classificati come bene di lusso, quindi tassati con un’Iva pari al 22%. Se consideriamo circa 10mila assorbenti consumati da una donna, si parla di circa 5mila euro per ogni donna. Purtroppo l’Italia non è l’unica messa così: l’Ungheria è lo stato con la tassazione più elevata, al 27%, la Grecia al 24%, mentre in Gran Bretagna sono passati dal 20% al 5%, la Germania dal 19% al 7% e Malta, invece, non ha tassato gli assorbenti.

    • Pink Tax

    Quello che ha ancora più alimentato questo tipo di polemica è anche la cosiddetta pink tax, ovvero un aumento del prezzo sui prodotti femminili. Ad esempio, i deodoranti costano il 51% in più per le donne, così come le creme viso (+57%) o i profumi (+27%).

    Ma anche gli uomini non se la passano meglio: le tasse solo sui prodotti maschili colpisce anche loro con la “blue tax”. Qualche esempio? Shampoo e balsamo per uomini sono più cari e costano il 65,4% in più, ma anche t-shirt da uomo (+33,6% in più) o scarpe sportive (11% in più rispetto a quelle femminili). (Fonte Gedi Digital)

    Fonti

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