Contagi, morti, isolamento: il coronavirus ci ha segnato. Prima la Cina, poi il resto del mondo, tutti chiusi in casa, uniti in una lotta collettiva e silenziosa contro un nemico invisibile. I libri di storia ne parleranno. Un giorno saremo proprio noi, testimoni diretti, a raccontare ai nostri nipoti la pandemia del 2020. Così è stata dichiarata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità: “un nuovo virus che si diffonde in tutto il mondo e contro il quale la maggioranza degli uomini non ha difese immunitarie”.
Non più un’epidemia confinata ad alcune zone geografiche, ma diffusa in tutto il pianeta.
Proteggere e proteggersi: come si trasmette il virus
I coronavirus hanno minuscole punte (da qui il riferimento alla corona) costituite da una proteina che si lega alla membrana cellulare, sfruttando un processo che viene attivato da un enzima della cellula stessa. In questo modo, il coronavirus riesce a iniettare il suo codice genetico (RNA) all’interno della cellula. Come si trasmette da uomo a uomo?
Semplicemente per contatto, attraverso le goccioline della saliva. Per questo motivo è necessario seguire tutte le regole di sicurezza: stare a distanza di almeno un metro, indossare la mascherina e lavarsi bene le mani, evitando il contatto di occhi, naso e bocca.
Il vaccino? Una storia lunga secoli!
La storia del primo vaccino risale alla Guerra del Peloponneso. Durante alcune epidemie di peste apparve evidente che chi era già stato colpito dal morbo e ne era guarito aveva meno probabilità di venire infettato una seconda volta. Il primo passo avanti fu fatto solo nel 1796 da Edward Jenner. Osservò che le mungitrici che contraevano il vaiolo bovino e guarivano, non contraevano mai il vaiolo umano. Cento anni più tardi Louis Pasteur dimostrò che per generare un’immunità verso un patogeno si potevano usare preparazioni microbiche alterate. Tappa importante nella storia della vaccinazione è la dichiarazione, nel 1980, da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità della completa eradicazione del vaiolo.
“Dottore? Esiste una medicina contro il Covid?”
Per il Coronavirus non esiste alcun vaccino al momento, ma gli scienziati sono al lavoro per contrastare il virus.
Intanto, considerate le conseguenze derivanti dalla diffusione, molti Paesi del mondo, Italia compresa, stanno cercando un farmaco che sia in grado di contrastare l’infezione. Tra i farmaci in sperimentazione, si segnalano Remdevisir, un antivirale inizialmente pensato per la gestione dell’ebola e RoActemra anche noto come Tocilizumab, un medicinale usato contro l’artrite reumatoide.
Virus: il primo fu scoperto nel 1892
Prima di Dmitri Iosifovich Ivanovsky i virus non si conoscevano. O meglio, nessuno li aveva mai chiamati così.
Dmitri è stato un botanico e biologo russo, uno degli scopritori dei virus nel 1892 e anche uno dei fondatori della virologia.
Aveva poco più di vent’anni quando fu inviato in Ucraina per indagare su una strana malattia che si era diffusa nelle piantagioni di tabacco. Dopo aver studiato botanica presso l’Università di San Pietroburgo fu mandato anche in Crimea per studiare una malattia simile che interessava sempre le foglie di tabacco.
Le strane formazioni notate, le descrisse in un articolo pubblicato nel 1892: sapeva di avere scoperto qualcosa di insolito.
Sei anni più tardi ne ebbe la conferma. Il microbiologo olandese Martinus Bijernick ripeté le stesse osservazioni. Arrivò alla conclusione che quelle concrezioni fossero una forma di agente infettivo fino ad allora sconosciuta e più piccola dei batteri, che chiamò virus.
Che cos’è un virus?
I virus, termine che in latino significa ‘veleno’, sono microrganismi acellulari parassiti. Particelle piccolissime e infettanti, si stima che ne esistano milioni di specie diverse. Finora gli studiosi sono riusciti a studiarne e a descriverne nel dettaglio solamente cinquemila. I virus non hanno hanno una struttura cellulare, sono incapaci di riprodursi, ma possono sopravvivere nell’ambiente esterno e conservarvisi per un tempo limitato. Possono infettare qualsiasi tipo di cellula e organismo e provocare una notevole varietà di malattie. Soltanto alcuni possono causare malattie sia nell’uomo che negli animali. Ancora meno sono quelli capaci di infettare animali e vegetali. Esistono però anche alcune varietà innocue, prive di potere patogeno.
Come è fatto un virus
Le dimensioni delle particelle virali variano da poche decine a poche centinaia di nanometri. È impossibile vedere il virus al microscopio ottico, è necessario utilizzare quello elettronico. I virus resistono nell’ambiente esterno come piccole particelle indipendenti (virioni).
Le loro parti principali sono:
- materiale genetico (DNA o RNA che contiene le istruzioni per produrre le proteine di cui hanno bisogno),
- involucro proteico protettivo (capside) e in alcuni casi un ulteriore strato esterno formato da lipidi (grassi).
A seconda delle specie, hanno forme diverse. Possono essere a elica, simili a solidi geometrici (icosaedri) o sferici con tante punte sulla loro superficie, come nel caso del coronavirus.
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