L’odontoiatria ai tempi del Covid-19: cosa deve aspettarsi il paziente?

Cosa cambierà realmente per i pazienti? La Dott.ssa Menichini ci racconta la sua esperienza nell'inseguire norme, burocrazia, e nuovi obblighi e ci spiega cosa potrà cambiare nelle prestazioni professionali.

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    Stiamo vivendo in un “film”: quei film che ho sempre ritenuto noiosi e scadenti, i film che parlavano di catastrofi naturali, della fine del mondo, di invasioni globali di cavallette, dell’avvelenamento mondiale delle acque, della nascita e del moltiplicarsi di microorganismi letali a contagio aereo! Vivere questa situazione tra le quattro mura domestiche, a momenti, non ci fa rendere conto della gravità della situazione. La storia mondiale, di fatto, è stata intaccata e le conseguenze hanno alterato praticamente ogni campo d’esistenza, ogni ceto, ogni situazione. Anche la banalità e la noia hanno cambiato sapore.

    Una piccola premessa, forse un pochino ridondante ma, direi, necessaria!

    Arrivando a noi: l’odontoiatria è stata ascritta tra le professioni più a rischio di contagio: il contagio, come è risaputo, avviene attraverso i così detti droplet (s.m. Emissione di secrezioni respiratorie e salivari in forma di goccioline espulse quando si respira, si starnutisce e si tossisce. Treccani, neologismi 2020) in cui sono veicolate le cellule virali. Schematicamente, queste “goccioline” partono dalle alte vie respiratorie di un paziente infetto, possono rimanere in sospensione aerea e quindi spostarsi e raggiungere le vie respiratorie e le congiuntive di altri individui o varie superfici che, se contaminate, a loro volta, possono diventare veicolo di trasmissione (una mano tocca una superficie contaminata e senza decontaminarsi tocca un naso o una bocca od un occhio).

    Premetto che con accortezze comportamentali quali la distanza di sicurezza da tenere tra individuo e individuo, l’uso di mascherine, l’attenzione a non toccarsi il viso con le mani, il lavaggio frequente delle mani e l’utilizzo di disinfettanti alcoolici o a base di cloro, il rischio di contagio si abbassa fino a diventare praticamente nullo. Noi odontoiatri, però, lavoriamo obbligatoriamente a 30 cm dalla bocca dei pazienti ed usiamo costantemente strumenti che, per limitare i danni da surriscaldamento dei tessuti biologici, liberano acqua in forma di aerosol più o meno nebulizzato.
    Se devo dirvi la verità, nei primi giorni del lockdown, ci siamo trovati davvero in difficoltà. Nessuno ancora sapeva niente di questo virus. Noi, come professionisti sanitari, non potevamo sparire completamente, chiudere i bandoni: le urgenze odontoiatriche sono state coperte costantemente anche per non sovraccaricare ulteriormente i pronto-soccorsi ed i reparti ospedalieri. Sta di fatto che tra marzo e aprile (quanto ancora non erano state definite linee guida e protocolli di intervento) abbiamo vissuto e lavorato senza rendersi pienamente conto se tutto quel che mettevamo in atto sarebbe bastato. Siamo una categoria collaborativa e tramite i social ci siamo supportati e consigliati. Molti colleghi hanno ideato “marchingegni” anti-contagio quali ad esempio maschere da snorkeling riadattate e arricchite di filtri o sistemi di aspirazione. Sono stati fatti studi sulla riduzione e la veicolazione dell’aerosol con sistemi ad imbuto.

    In men che non si dica, le ditte hanno iniziato a proporci una serie di presidi, più o meno costosi, “necessari” per ripartire in sicurezza con la normale attività di studio. In realtà la maggior parte di queste proposte non aveva un riscontro scientifico e sono risultate al momento assolutamente non indispensabili né tanto mento obbligatorie. Questo per rassicurare i pazienti che lo studio odontoiatrico sicuro non necessita di sistemi strampalati di igienizzazione dell’aria né di apparecchiature fantasiose.
    A metà maggio, sono arrivate le direttive aggiornate del tavolo tecnico ministeriale in cui si sono interfacciati il ministero, i rappresentanti delle più importanti associazioni di categoria, le direzioni delle più importanti università italiane. Molto probabilmente saranno da attendere ulteriori aggiornamenti, ma ad oggi siamo sicuri dai nuovi protocolli da attuare per lavorare in sicurezza.

    Cosa cambierà per il paziente?

    Per evitare assembramenti il concetto di Sala di attesa praticamente scomparirà. Si lavorerà esclusivamente su appuntamento e aspettatevi, in caso di sale di accoglienza di dimensioni limitate di poter attendere fuori (tutto per salvaguardare il paziente!).

    • Vi dovrete aspettare di sottoscrivere sia telefonicamente, prima dell’appuntamento, sia compilando e firmando appositi moduli, il vostro stato di salute
    • Vi verrà misurata la temperatura entrando in ambulatorio
    • Nel caso in cui abbiate sintomi influenzali anche lievi o una temperatura superiore a 37 gradi, l’operatore ha indicazione di posticipare il trattamento fino a 15 giorni dopo la scomparsa dei sintomi
    • Spesso vi potrà essere richiesto di saldare la prestazione prima di entrare in area operativa
    • Probabilmente non riconoscerete il vostro dentista di fiducia che apparirà vestito come un astronauta e non toglierà i dispositivi di protezione fino a che sarete presenti
    • Potreste essere vestiti con camici o grembiuli monouso durante la seduta
    • Per noi sarà più difficile trasmettere empatia, ma ci proveremo!
    • I tempi per ottenere un appuntamento si allungheranno e così le liste di attesa. Le fasi operative avranno bisogno di più tempo e di maggior recupero per il disagio di lavorare “scafandrati” e le fasi di riordino e disinfezione si allungheranno soprattutto per permettere un’areazione ottimale degli ambienti tra un paziente e l’altro
    • Potrete valutare un lieve aumento del costo delle prestazioni legato ad un aumento dei tempi di lavorazione e soprattutto ad un aumento dei costi dei DPI che dobbiamo indossare e che ad oggi sono ancora di difficile approvvigionamento.
    • Arrivando in ambulatorio dovrete indossare sempre la mascherina e toglierla solo sotto indicazione dell’operatore
    • Arrivando in ambulatorio dovrete lavare e/o disinfettare le mani e/o indossare di guanti
    • Vi potrà esser chiesto di “parlare poco”
    • Vi potrà esser chiesto di tenere le “mani in tasca” o comunque di evitare di toccare superfici e oggetti
    • I vostri beni personali, cappotti o oggetti che avrete con voi saranno riposti in sacchetti monouso e eventualmente conservati in apposite aree
    • A meno di situazioni di impossibilità, in ambulatorio, dovrete presentarvi da soli
    • Non troverete più le classiche riviste da sfogliare durante l’attesa, né dépliant o qualsiasi altro oggetto che poteva servire ad ammazzare il tempo e smorzare la tensione!
    • Tendenzialmente l’uso della bacinella, così detta volgarmente,“sputacchiera”, diventerà un lusso! Verrà sostituito dagli aspiratori a cui potrà essere applicato una sorta di imbuto in modo da evitare manovre contaminanti inutili.
    • Assolutamente vietato tenere con sé il cellulare e consultarlo durante la fase operativa

    Per quel che riguarda i sistemi di sterilizzazione e disinfezione, alla fine non è cambiato un gran ché: noi siamo da sempre categorie a rischio biologico e i nostri protocolli di sterilizzazione sono tali da eliminare qualsiasi tipo di microorganismo, fino alle spore.
    Uno studio dentistico non può aprire se non ha una sala sterilizzazione che presenta uno schema standardizzato di step che culminano nella sterilizzazione in autoclave: gli strumenti usati per il paziente vengono trasportati in sala sterilizzazione e immediatamente inseriti in bagni di soluzioni che hanno già hanno un potere sterilizzante a freddo; passati poi al lavaggio con detergenti saponosi che eliminano tutti i residui più grossolani; inseriti poi in un bagno ad ultrasuoni con soluzione sterilizzante; risciacquati, asciugati, imbustati in apposite buste sigillate e inseriti in autoclave per il ciclo di sterilizzazione in caldo umido. Il corretto funzionamento delle autoclavi è monitorato costantemente dagli operatori dello studio attraverso degli specifici test da fare a scadenze giornaliere, settimanali e mensili. Le stesse buste sigillate presentano delle cartine tornasole che cambiano colore se durante la sterilizzazione sono state raggiunte le giuste temperature e le giuste pressioni per i giusti tempi.

    Da questa lettura cosa potete portarvi a casa?
    La certezza che andare dal dentista ai tempi del COVID-19 è e continuerà ad essere SICURO ma che il PAZIENTE dovrà diventare ancora più PAZIENTE!

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