Diabete: tutto quello che c’è da sapere su cause, sintomi e cure

Si chiama “mellito” perché è una malattia causata dall’iperglicemia nel sangue. Bisogna distinguere tra diabete di tipo 1, 2 e gestazionale

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    Il diabete è una patologia cronica che si caratterizza per una presenza di elevati livelli di zuccheri (come il glucosio) nel sangue, una condizione che prende il nome di iperglicemia. Il motivo di tale disfunzione biologica va cercata in un’alterazione o malfunzionamento dei livelli di insulina, l’ormone prodotto dalle cosiddette “beta-cellule” del pancreas, che agisce da mediatore tra gli zuccheri e le cellule umane: in pratica, attraverso l’insulina il glucosio viene assorbito dal corpo e usato come fonte di energia.

    I tipi di diabete

    Esistono, notoriamente, o due tipi principali di diabete: quello di tipo 1, che si caratterizza per l’assenza totale della secrezione di insulina da parte dell’organismo, e il diabete di tipo 2, più comune, che può dipendere invece o da una secrezione ridotta dell’ormone oppure da una minore sensibilità del corpo stesso nei confronti dell’insulina. Una terza forma di diabete abbastanza conosciuta è quella definita “gestazionale”, che appunto colpisce le donne in stato interessante.
    Vediamo un po’ più nello specifico le differenti forme di diabete:

    • Tipo 1. Prevede l’iniezione quotidiana di insulina e generalmente si palesa durante l’infanzia o l’adolescenza di una persona, in una forma più o meno grave in base alla velocità con cui le beta-cellule vengono distrutte. Infatti, il problema del diabete di tipo 1 è che il pancreas non produce l’ormone insulinico perché, per una sorta di meccanismo autoimmune, le cellule preposte a questa operazione si disintegrano invece di lavorare.
    • Tipo 2. Insorge generalmente attorno ai 30 o 40 anni, l’iperglicemia associata si sviluppa nel tempo e per questo la malattia è difficile da diagnosticare. Spesso si associa a problemi di obesità e scarsa attività fisica.
    • Gestazionale. Abbastanza raro, il picco di glucosio nel sangue si presenta per la prima volta durante la gravidanza: questa forma di diabete può essere tenuta sotto controllo anche con una semplice dieta ragionata ma, nei casi più gravi diagnosticati dal medico, necessita di iniezioni di insulina come le altre due tipologie.

    Sintomi del diabete

    I sintomi che segnalano l’insorgere del diabete possono essere molto vari, e dipendono dal tipo. In linea di massima, possiamo associare a un primo episodio di crisi diabetica acuta una serie di altri problemi correlati:

    • febbre alta;
    • arsura;
    • aumento delle urine;
    • stanchezza;
    • dolori addominali
    • perdita graduale di peso, che prepara l’arrivo della crisi;
    • aumento della frequenza con la quale si contraggono infezioni.

    Insomma, tutto l’organismo sembra andare in tilt, colpito dall’iperglicemia. Soprattutto nel caso di diabete di tipo 2, la sintomatologia appare più sfumata e una persona può accorgersi anche dopo qualche anno di aver contratto la malattia: nei casi più gravi, ci si accorge di essere diabetici perché si inizia a soffrire di strani episodi di perdita di coscienza.

    Cause e fattori di rischio

    Molto difficile, se non impossibile, identificare una causa precisa per il diabete. Fondamentalmente, si possono individuare due macro-famiglie di fattori che contribuiscono alla comparsa: quelli legati all’ambiente, come la dieta, il regime alimentare che una persona segue quotidianamente e lo stile di vita, e quelli legati alla genetica e alla familiarità con la malattia. Rispetto a questo secondo elemento, sembra che si possa ereditare una sorta di predisposizione allo sviluppo del diabete derivata da una risposta immunitaria fallace: potremmo, cioè, avere un sistema immunitario che durante la reazione a un’infezione colpisce per sbaglio anche le beta-cellule del pancreas.

    Ci sono, inoltre, alcuni elementi che è bene tenere sotto controllo perché potrebbero diventare fattori di rischio aggravanti per il diabete:

    • livelli di glicemia ed emoglobina glicata, che nei non-diabetici è di circa 4-7% mentre nei diabetici supera il 7%;
    • pressione sanguigna e lipidi (grassi), dal momento che nei diabetici il rischio di complicanze cardiovascolari aumenta sensibilmente.

    Conseguenze del diabete

    Abbiamo già accennato alla possibile comparsa di malattie cardiovascolari a seguito di una diagnosi di diabete. Purtroppo, queste non sono le uniche patologie che complicano una salute già compromessa dall’iperglicemia. Altre conseguenze patologiche potrebbero essere:

    • neuropatie e alterazioni del sistema nervoso, come deficit sensitivi o motori;
    • nefropatia e danni ai reni, in casi estremi questo significa dialisi;
    • retinopatie e problemi alla vista, aggravati dall’ipertensione cronica che si accompagna ai livelli eccessivi di zuccheri nel sangue.

    La terapia giusta

    Anche per quanto riguarda la cura del diabete, molto dipende dal tipo di cui si soffre: solo un medico, dopo i giusti esami, può dire con certezza quale sia la terapia migliore. In linea di massima, però, per alleviare i problemi un diabetico deve cominciare optando per uno stile di vita sano e adeguato alla sua situazione. Questo significa una dieta a base di frutta, verdura, grano, legumi, fibre e latte scremato. Evitare cibi contenenti saccarosio e il fumo, mentre è bene svolgere regolare attività fisica.

    Da un punto di vista farmacologico, al di là delle iniezioni di insulina che sopperiscono alla carenza fisiologica dell’ormone, esistono alcuni farmaci che a vario titolo aiutano a migliorare la vita di un diabetico. Tra gli altri ricordiamo:

    • metformina, che riduce la quantità di glucosio che il fegato rilascia nel sangue;
    • gliptine, controllano l’ormone regolatore dell’insulina ed evitano che, contrariamente all’iperglicemia, una persona vada in ipoglicemia, ovvero sia carente di zuccheri;
    • meglitinidi, che stimolano il rilascio di insulina dal pancreas al sangue.

    Fonti

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