Svogliatezza? Ecco come rimediare

A cosa è dovuta la svogliatezza e come fare quanto ci si sente senza forze

Svogliatezza

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    Si parla di svogliatezza quando ci si trova di fronte a un senso generale di stanchezza, unita alla mancanza di energia e motivazione, sia da un punto di vista fisico che mentale.

    In presenza di svogliatezza ci si può sentire demotivati e, al tempo stesso, con un atteggiamento di indifferenza nei confronti delle attività da svolgere nella quotidianità.

    La svogliatezza è una sorta di “nebbia cerebrale” nel quale anche impegni insignificanti diventano ostacoli apparentemente insormontabili.

    A cosa è dovuta la svogliatezza?

    La svogliatezza è una condizione assolutamente soggettiva che colpisce le persone in maniere diversa anche se è generalmente provocata da uno stato, anche temporaneo, di affaticamento o da una condizione di salute non ideale.

    Genericamente le cause che possono provare la svogliatezza in una persona sono:

    • lo svolgimento di un compito ripetitivo
    • le lunghe ore trascorse a lavoro
    • un eccessivo tempo di esposizione al sole
    • lunghe passeggiate o escursioni

    Altre ragioni che possono portare alla svogliatezza sono la frequentazione di ambienti e situazioni particolarmente stressanti come un lavoro impegnativo o una situazione di vita caratterizzata da un alto tasso di tensione.

    Inoltre la svogliatezza può essere causata, ad esempio, da lesioni particolarmente acute che portano il corpo a “svuotarsi” dell’energia necessaria per la sua cura o da uno scarso allenamento fisico che può causare sintomi simili a quelli di un’attività particolarmente intensa.

    Il consumo di droghe o alcol, la mancanza di sonno dovuta ad una temporanea difficoltà ad addormentarsi, così come un numero eccessivo di ore trascorse a letto, l’utilizzo di alcuni farmaci (che hanno fra gli effetti collaterali proprio quello di provocare stanchezza in chi li assume) sono altre ragioni che portano a uno stato di svogliatezza.

    Campanelli d’allarme, che segnalano la presenza di svogliatezza, sono infine la bassa energia fisica, i cambiamenti d’umore, un cervello annebbiato, la difficoltà a pensare, una diminuzione della vigilanza, il dormire troppo, la fatica, ed infine la lentezza sono i sintomi della svogliatezza.

     Cosa fare se ti senti senza forze

    Se ci si sente privi di energie, svuotati e vittime di stanchezza esistono alcuni accorgimenti da prendere. Si deve:

    • evitare cibi zuccherati che possono portare a un calo energetico e bevande contenenti troppa caffeina
    • non sottoporsi a sforzi eccessivi come allenamenti particolarmente pesanti
    • assumere, all’interno di una dieta che sia varia ed equilibrata, molta frutta e verdura

    Il riposo ed una corretta alimentazione sono sicuramente uno strumento di aiuto per le persone che vogliano recuperare in maniera naturale una condizione priva di svogliatezza ma se questa situazione perdura è consigliato consultare un medico, un professionista in grado di comprendere, attraverso le giuste analisi, se ci sono condizioni di salute più gravi alla base della svogliatezza.

    Ci sono alcuni sintomi, infatti, che possono far pensare che dietro la svogliatezza ci sia qualcosa di più importante da trattare con la giusta cura.

    Alcuni di questi sintomi sono:

    • il fiato corto
    • difficoltà nel controllare i muscoli della faccia ed a muovere braccia e gambe
    • un linguaggio confuso e una generica difficoltà nell’esprimersi
    • pelle pallida ed umida
    • una respirazione rapida

    Caldo e svogliatezza: una ricerca

    Il caldo, come quello estivo, è in grado di rallentare le nostre azioni, confondere i nostri pensieri, portandoci ad essere più svogliati.

    Secondo Joe Allen, co-direttore del Center for Climate, Health and the Global Environment presso l’Università di Harvard, che ha condotto uno studio su come il caldo riduca le funzioni cognitive, ‘ci sono prove che il nostro cervello è suscettibile alle anomalie della temperatura’ e nella ricerca portata avanti assieme ad altri suoi colleghi, Allen, ha studiato gli studenti universitari che vivevano nei dormitori durante un’ondata di caldo estivo a Boston.

    Una metà degli studenti viveva all’interno di edifici dotati di aria condizionata, dove la temperatura dell’aria era, di media, di circa 21°, mentre l’altra metà stava in dormitori senza aria condizionata, nei quali la temperatura all’interno delle stanze raggiungeva i 26 gradi.

    Il risultato, basato sui risultati di due test cognitivi che venivano mandati agli studenti al loro risveglio per dodici giorni consecutivi, è che ‘gli studenti che si trovavano negli edifici senza aria condizionata in realtà avevano tempi di reazione più lenti: prestazioni inferiori del 13% nei test aritmetici di base e una riduzione di quasi il 10% del numero di risposte corrette al minuto’.

    Un po’ come il caso della rana nell’acqua bollente, anche in questo caso c’è, spiega Allen, un ‘lento, costante (in gran parte impercettibile) aumento della temperatura, e non ti rendi conto che sta avendo impatto su di te’.

    Risultati che confermano altri studi, come ad esempio quello condotto nel 2006 dai ricercatori del Lawrence Berkeley National Lab, che dimostrano a loro volta come il calore influenzi le prestazioni mentali, sia in ambito studentesco che lavorativo.

    Un ulteriore studio, più recente, ha infine messo a confronto le prestazioni di lavoratori in edifici con certificazione ecologica e coloro che si trovavano in uffici tradizionali. È stato riscontrato un calo della funzione cognitiva collegato alle condizioni dell’ambiente di queste differenti stanze, tra cui le temperature interne più elevate e la scarsa illuminazione.

    L’autore dello studio finanziato dall’Harvard Environmental Economics Program, il professore presso l’Università della California, R. Jisung Park, afferma che ‘sostenere un esame in una giornata di 32°, rispetto a una giornata di 22°,  porta a una probabilità inferiore del 10,9% di superare una particolare materia (es. Algebra) che a sua volta influisce sulla probabilità di laurea’.

    ‘Tendiamo tutti a pensare che possiamo compensare, possiamo fare bene.’, ha sottolineato Allen, ‘Le prove mostrano che la temperatura interna può avere un impatto drammatico sulla nostra capacità di essere produttivi e di imparare’.

    In conclusione la svogliatezza è uno stato di affaticamento, di bassa energia, che provoca in chi ne soffre la mancanza di motivazione nello svolgimento dei compiti quotidiani.

    Le ragioni che portano alla svogliatezza sono diverse e sintomi cronici legati a questa condizione possono nascondere altri problemi di salute. Per questa ragione, in questi ultimi casi, è consigliato rivolgersi ad un medico o ad un operatore sanitario in grado di consigliare il trattamento ideale e corretto.

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