Disturbi respiratori cronici: le terapie inalatorie saranno prescritte dai medici generici

Tutto sulla Nota AIFA 99 riguardante le BPCO

linee guida asma

Sommario
    Tempo di lettura Tempo di lettura terminato
    0
    Time

    È stata introdotta il 1° settembre scorso la Nota 99 di AIFA che introduce le nuove regole per la prescrizione di terapie inalatorie a pazienti affetti da BPCO (broncopneumopatia cronico-ostruttiva), un disturbo respiratorio complesso che colpisce i bronchi riducendo la funzionalità polmonare e provocando difficoltà respiratorie.

    Con l’introduzione di questa nota, tutti i farmaci per uso inalatorio che presentano una indicazione nella terapia di mantenimento della BPCO – beta2-agonisti a lunga durata d’azione (LABA), anticolinergici a lunga durata d’azione (LAMA) e combinazioni precostituite di LABA + ICS (steroide inalatorio), LABA + LAMA e LAMA + LABA + ICS –  potranno essere prescritti dal medico generico.

    Sarà inoltre sempre il medico di medicina generale a poter prescrivere le associazioni precostituite di LABA/LAMA, eliminando così il piano terapeutico (PT). Le prescrizioni che necessiteranno lo specialista con PT saranno solamente quelle per le triplici associazioni LABA/LAMA/ICS.

    Come accaduto con la Nota 97, introdotta per la prescrizione dei nuovi anticoagulanti orali nella fibrillazione atriale non valvolare, la Nota 99 fa parte di un progetto molto più ampio volto a dare maggior riconoscimento al ruolo che viene svolto dalla medicina generale nella gestione di pazienti con patologie croniche.

    Per la maggior parte di queste malattie infatti è fondamentale riuscire ad avere una diagnosi precoce per poter intervenire e avere migliori risultati per il paziente grazie alla terapia, che deve essere mantenuta nel tempo e monitorata. Consegnare ai medici generici la possibilità di prescrizione significa fare un passo in più verso questa direzione.

    Anche la broncopneumopatia cronico-ostruttiva, fino ad oggi, è una di quelle patologie a diagnosi tardiva: secondo i dati Istat, infatti, in Italia la BPCO colpisce 3,5 milioni di persone circa e di queste una buona percentuale ottiene una diagnosi quando ormai la malattia è già ad uno stadio avanzato.

    Il trend negativo è inoltre confermato dai recenti dati del Rapporto OSMED 2020, i quali evidenziano che la terapia di mantenimento, una volta intrapresa, viene interrotta precocemente da una buona parte dei pazienti.

    Con questa nota AIFA ha sottolineato quindi un’esigenza impellente di migliorare la gestione della BPCO sia per quanto riguarda la fase di diagnosi sia per quanto riguarda il monitoraggio e l’appropriatezza della terapia farmacologica.

    Sfruttando il ruolo del medico di medicina generale e consentendogli di poter prescrivere i farmaci per le terapie inalatorie durante la fase acuta della malattia e per la terapia di mantenimento, il controllo del paziente non sarà solo demandato al medico specialista, ma diventerà un lavoro svolto in sinergia e quindi più controllato.

    Fonti

    Lascia il tuo commento

    Non verrà mostrata nei commenti
    A Good Magazine - Newsletter
    è il contenuto che ti fa bene! Resta aggiornato sulle malattie digitali

    Ho letto e accetto le condizioni di privacy