I batteri buoni della pelle, l’importanza del microbioma umano

I microrganismi che abitano sulla nostra cute e ci permettono di vivere meglio

I batteri buoni della pelle

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    Una delle domande più profonde mai poste dal genere umano è “Chi siamo?”; per i microbiologi non c’è nessun interrogativo più adatto per descrivere l’eterna sovrastima che il genere umano ha di sé stesso, e questo per un motivo semplice: il nostro corpo è l’ecosistema per circa 5000 specie di microbi che portano con loro un numero di geni circa 100 volte superiore al nostro; paradossalmente siamo quasi più batterici che umani. Scopriamo insieme qualcosa in più.

    Il microbioma umano

    Il nostro corpo è pervaso da una moltitudine di microrganismi che utilizzano l’organismo umano come il loro habitat: questa situazione è il risultato dell’interazione ecologica tra noi umani, che schieriamo le nostre difese immunitarie, e l’enorme quantità di specie microbiche che vengono in contatto con noi fin dal momento in cui nasciamo.
    La genesi del microbioma e quindi la sua composizione tipica, in termini delle varie specie che lo formano, avviene già quando al momento della nascita abbandoniamo la placenta sterile e prendiamo contatto con gli organi femminili della madre, ricchi di biodiversità microbica.
    Durante l’infanzia il microbioma si arricchisce di specie diverse a seconda del tipo di ambiente che si frequenta, dello stile vita, alimentazione e zona biogeografica di residenza, facendo così del microbioma umano una caratteristica dagli innumerevoli risvolti antropologici.
    Nell’adolescenza, a causa dei cambiamenti ormonali l’equilibrio di questo ecosistema si sposta nuovamente determinando la comparsa di una diversità microbica tra maschi e femmine, soprattutto nella componente che riguarda l’apparato sessuale. La composizione del microbioma, quindi, si evolve insieme a tutto il corpo durante il periodo dello sviluppo per poi raggiungere una notevole stabilità durante l’età adulta.
    Il rapporto ecologico che può nascere tra l’uomo e i vari microrganismi dipende dalle attitudini metaboliche, oltre che dalla natura patogena o innocua del microbo; in generale possiamo riconoscere questi diversi tipi di interazione:

    • Commensalismo: si verifica quando il microrganismo non produce né un danno né un vantaggio all’organismo superiore
    • Mutualismo: quando sia la specie microbica che l’uomo traggono beneficio dall’interazione
    • Patogenesi/parassitismo: alcuni dei microrganismi che crescono su di noi possono, in alcune condizioni, trasformarsi in patogeni generando delle infezioni, talvolta anche gravi

    Nei casi di mutualismo i batteri e i funghi possono anche rivestire ruoli molto importanti per la nostra salute, producendo sostanze che altrimenti sarebbero impossibili da sintetizzare per il nostro metabolismo: un esempio è la vitamina K, importante fattore per la coagulazione, viene prodotta dai batteri intestinali.

    Il microbioma cutaneo

    Si calcola che la cute umana ospiti circa 1000 specie di microrganismi, quasi esclusivamente commensali o mutualistici, quindi incapaci di generare infezioni, anche se nei casi di persone immunodepresse è probabile che in seguito a ferite superficiali possano generare delle patologie infettive specie solitamente innocue.
    La cute possiede contesti ambientali diversi, caratterizzati da fattori chimico fisici variegati, che permettono la proliferazione di specie microbiche diverse a seconda della zona cutanea che si prende in considerazione: i punti dove la crescita batterica è più facile sono quelli intorno alle ghiandole sebacee, ricche di sebo che può essere usato come nutrimento, mentre le ghiandole sudoripare sono più inospitali vista la loro produzione di sudore ricco di sali e sostanze antibatteriche.
    La composizione delle popolazioni microbiche presenti sulla nostra pelle sono soggette a variazione anche a causa di un continuo interfacciarsi con l’ambiente che ci circonda; in generale possiamo riconoscere due componenti principali del microbioma cutaneo:

    • una componente stanziale
    • una componente temporanea, di passaggio.


    Un altro aspetto interessante che riguarda i microrganismi cutanei è che sono la causa dell’odore tipico di ognuno di noi: il sudore non sprigiona nessuna fragranza, sono i batteri della pelle che, usandolo come fonte nutritiva, ne metabolizzano le componenti producendo tutta una serie sostanze acide volatili che emanano odori più o meno sgradevoli.
    La permanenza di batteri e funghi sul nostro corpo è sempre un bilanciamento tra una presenza non per forza patogena, ma comunque estranea del microrganismo, a cui si contrappone una sorveglianza immunitaria dell’organismo: la pelle ad esempio produce sostanze antimicrobiche, come antibiotici per tenere a controllata la proliferazione batterica.

    I batteri buoni della pelle

    Una parte notevole delle specie microbiche cutanee è in una relazione mutualistica col nostro corpo, ciò vuol dire che le due entità biologiche traggono beneficio reciproco dall’interazione.
    Un batterio o un fungo (un discorso a parte andrebbe fatto per i virus), sicuramente trova nel nostro corpo una serie di vantaggi che altrove potrebbero essere molto aleatori:

    • Protezione
    • Disponibilità continua di sostanze nutritive
    • Parametri ambientali (temperatura, umidità, salinità) costanti

    Anche la nostra salute beneficia della presenza di questa biodiversità microbica; ad esempio le evidenze affermano che lo Stafilococcus Aureus, una specie patogena che vive sulla nostra pelle, è presente in quantità maggiori nelle persone che soffrono di dermatite, mentre gli individui sani presentano una quantità minore di questa specie: questo dato suggerisce una sorta di attività antibiotica di alcune popolazioni microbiche cutanee, che si riduce nei casi di dermatiti.
    Uno studio clinico specifico sull’uomo ha dimostrato la capacità del probiotico Lactobacillus salivarius LS01 di ridurre la gravità della dermatite dopo 16 settimane di trattamento, mentre nel placebo non si è registrato alcun miglioramento significativo.
    Un probiotico selezionato, Lactobacillus salivarius LS03, ha dimostrato in vitro una spiccata attività di inibizione di Propionibacterium acnes, specie che aumenta notevolmente durante gli episodi di Acne. Questa attività è stata studiata in coltura, evidenziando degli aloni di inibizione importanti. Oltre a questo, L. salivarius LS03 si è dimostrato anche un forte anti-infiammatorio, andando così potenzialmente a spezzare la propagazione e amplificazione del processo infiammatorio.
    Oltre a questo è doveroso ricordare che i batteri della cute, metabolizzando i materiali biologici che ci sono su di essa, contribuiscono a creare una sorta di barriera schermante e protettiva dall’azione immunosoppressiva dei raggi UV.
    Per salvaguardare la pelle è necessario usare prodotti detergenti con un pH neutro, oltre che idratare abitualmente la cute con creme apposite.

     

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