Benvenuti tessuti anti-Covid (?)

Facciamo il punto sull’innovazione tessile per la tutela della salute.

Studio dei tessuti anticovid

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    Abbiamo imparato a indossare la mascherina, a lavarci le mani con soluzioni igieniche, a stare a debita distanza dagli altri, fuori e dentro i luoghi chiusi. Ma sarà abbastanza? Le nostre abitazioni, in effetti, sono messe in pericolo anche da quello che indossiamo: scarpe e vestiti potrebbero veicolare il virus, facendolo entrare nelle nostre case.

    La scienza ci conferma che l’auto-inoculazione è una delle possibili modalità di trasmissione del Coronavirus, che può sopravvivere da alcune ore a qualche giorno su varie superfici, in base alla loro composizione. Anche se il metodo più sicuro per annientarlo è igienizzare tutto ciò che prevediamo di toccare, scegliere materiali protettivi al momento di vestirsi ogni mattina potrebbe rivelarsi un fattore decisivo nel contenimento del contagio. Per fortuna che in Italia stanno iniziando le sperimentazioni sui tessuti anti-Covid da indossare da capo a piedi.

    Varese: ViroProtect +

    La TMR Cederna Fodere, azienda storica del Varesotto, è una delle prime aziende in Italia a progettare un tessuto speciale con proprietà antivirali. La parola chiave al centro del prodotto innovativo è ViroProtect +, una formula medica riadattata per l’abbigliamento che combina un’azione antivirale certificata ISO con un finissaggio antibatterico testato in laboratorio. Si tratta di uno strumento disarmante per virus e batteri disponibile anche come finitura aggiuntiva su tutta la gamma di fibre cellulosiche e organiche dell’azienda, dal cupro alla viscosa, dalla seta al cotone.

    Grazie a questo potente scudo, il 99% di virus e batteri che entrano in contatto con il tessuto perdono vigore nel giro di pochi minuti. Un’altra buona notizia è che il trattamento rivoluzionario resiste ai lavaggi sia in acqua che a secco, il che lo rende molto versatile e utilizzabile sia negli ambienti prettamente sanitari (per i camici, ad esempio) che nell’abbigliamento per tutti i giorni. Al momento, nell’azienda si stanno effettuando una serie di test per provare l’efficacia del tessuto contro i virus incapsulati e non. A dirlo con orgoglio è Edoardo Giardini, responsabile commerciale della TMR Cederna Fodere.

    Bergamo: ViroFormula

    Nella Val Seriana, l’azienda storica Albini Group pensa, invece, a un altro tipo di tessuto anti-Covid. Questa volta la parola d’ordine è ViroFormula, un trattamento nato a partire dalla tecnologia HeiQ con brevetto svizzero. Con questo prodotto si può pensare alla realizzazione di giacche, camicie, pantaloni e mascherine: un guardaroba completo insomma! In poche parole, le soluzioni d’argento all’interno del tessuto innescano una serie di reazioni antivirali ad ampio spettro che prima attraggono i virus e poi li neutralizzano. Oltre al test per garantire la sua efficacia, la ViroFormula ha superato anche quello dermatologico, ottenendo la prova scientifica della sua sicurezza sulla pelle.

    Se sei curioso di sapere quali altri tessuti sono indicati per pelli particolarmente sensibili, soggette a dermatiti o iperidrosi, ti consigliamo il nostro articolo sui tessuti dermo-compatibili e patologie della pelle.

    Prato: Viroblock

    Nel cuore del distretto tessile toscano è invece la Beste a farsi avanti per prima con il Viroblock, un altro trattamento antivirale messo a punto dall’azienda chimica svizzera HeiQ resistente a numerosi cicli di lavaggio in acqua. Come ci fa intuire il nome, anche questa formula blocca la diffusione di batteri e virus. In questo caso, il 98% delle particelle virali vengono neutralizzate in un minuto, il 100% in massimo dieci minuti.

    Questa tecnologia avanguardista nasce dalla fusione di ioni d’argento riciclati (efficaci antibatterici) e particelle di lipidi in grado di attrarre, incapsulare e neutralizzare quelle virali. I test condotti su questo tessuto trattato contro il Coronavirus hanno dato risultati eccellenti e fanno ben sperare l’azienda e il mondo intero: lo certifica anche il ministro tedesco della salute.

    Il Viroblock può essere applicato su tessuti diversi in fase di finissaggio e, in base a quanto prevede l’accordo firmato dall’azienda pratese e la HeiQ, sarà oggetto di ricerca da parte di entrambe durante i prossimi quattro anni per renderlo più sostenibile e tracciabile. A HeiQ spettano le analisi in laboratorio, a Beste quelle sul campo. Per quanto riguarda le priorità di applicazione, la precedenza l’hanno avuta gli operatori sanitari, che potranno stare più tranquilli grazie alle tute protettive realizzate con Viroblock, adesso l’azienda mira a dedicarsi all’abbigliamento tout court.

    Bari: Bumpee, la start-up

    In Puglia sono diverse le realtà che si sono alleate nella ricerca di un tessuto eroico contro il Covid. Dopo mesi di lavoro, la start-up nata dall’associazione di alcune aziende tessili del pugliese è fiera di presentare un tessuto con proprietà antibatteriche e antivirali che può contribuire a una ripartenza più sicura. Dalla tessitura dei filati alla realizzazione dei capi d’abbigliamento: così Bumpee ha dimostrato che le novità non proliferano solo all’estero.

    I test su questo prodotto miracoloso sono stati effettuati nel laboratorio del Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università di Bari Aldo Moro utilizzando il Coronavirus felino. Il tessuto si è dimostrato capace di ridurre i tempi di attività del virus che entra in contatto con la sua superficie, minimizzandone quindi il rischio di diffusione. Le sperimentazioni sono iniziate con i primi protocolli di sicurezza nel momento più critico della pandemia per accelerare il più possibile la riapertura di molte aziende, scuole e trasporti. Fra gli impieghi del prodotto a marchio Bumpee ci sono infatti rivestimenti per banchi, cattedre e sedie.

    E nella moda a che punto siamo?

    Per rimettersi in moto con il piede giusto, molte aziende nell’industria della moda devono e dovranno sempre più investire nella ricerca di materiali resistenti a virus e batteri. Pompea ha da poco lanciato sul mercato il Q-Skin, un filato batteriostatico pionieristico prodotto dall’azienda italiana Fulgar: si tratta di una fibra di poliammide 6.6 con ioni d’argento che controllano la proliferazione dei batteri a lungo termine. Diesel, da parte sua, ha fatto qualcosa di più plateale con Diesel Upfreshing, una capsule collection realizzata con tecnologia Protection Shield per creare uno scudo anti microbico. Quali saranno i trend delle prossime innovazioni in campo tessile?

    Fonti

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