Anestesia dal dentista: quali farmaci potrebbero somministrarti?

Vediamo i tipi di farmaci che possono essere somministrati durante un'anestesia dal dentista

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    Le tecniche anestesiologiche permettono di effettuare interventi chirurgici che altrimenti sarebbero impossibili da eseguire; in generale tutti i tipi di anestesie vanno ad agire bloccando le segnalazioni elettriche a livello dei nervi, impedendo a questi di veicolare la sensazione di dolore al cervello.
    A livello odontoiatrico, l’anestesia è un procedimento molto comune, usato all’ordine del giorno, ma allo stesso tempo molto importante per la salute del paziente e la buona riuscita dell’intervento, infatti la scelta del farmaco e del tipo di anestesia da usare deve essere scrupoloso.

    Anestesia e percezione del dolore

    Tutti i fenomeni che percepiamo come sensazioni o stimoli sono tali perché captati ed elaborati dal nostro sistema nervoso.
    Il sistema nervoso è composto da neuroni, cellule molto particolari con un corpo centrale dal quale si diparte un lungo filamento chiamato assone: grazie all’assone ogni neurone si mette in contatto fisico con altri neuroni vicini grazie al fenomeno della sinapsi.

    La particolarità biologica di queste cellule è quella di riuscire a generare impulsi elettrici, a partire dalle correnti ioniche che passano dalla loro superficie; impulsi elettrici che sono essi stessi responsabili sia delle attività di percezione del sistema nervoso, sia di quelle motorie.
    Il sistema nervoso è composto da due branche principali:

    • Il sistema nervoso centrale: formato da cervello e midollo spinale.
    • Il sistema nervoso periferico: formato dai nervi.

    Sia dal cervello, che dal midollo spinale, si originano i nervi ossia dei fasci di neuroni, ognuno dei quali fornisce elettricità a un singolo distretto del nostro corpo; a seconda del tipo di nervo che prendiamo in considerazione, al suo interno viaggiano due tipi di impulsi elettrici:

    • Quelli di natura eccitatoria, che sono generati dal sistema nervoso centrale per andare a stimolare ad esempio la contrazione di un muscolo o l’attività di una ghiandola.
    • Quelli di natura sensoriale, che veicolano informazioni percettive al cervello che poi le rielabora a seconda del contesto.

    I nervi quando arrivano nel tessuto specifico, si dividono in finissime terminazioni nervose che finiscono con delle cellule che hanno il ruolo di sensore: queste cellule misurano costantemente un parametro che quando supera una certa soglia d’intensità fa scattare l’impulso elettrico, il quale corre lungo i nervi e arriva al cervello; in questo modo quando la nostra pelle viene sfregata, colpita, bruciata, queste cellule sensoriali inviano una scarica di impulsi che viene interpretata dal cervello come un dolore, dal quale fuggire o comunque difenderci.

    L’intensità del dolore che proviamo viene segnalata non dall’ampiezza dell’impulso elettrico ma dalla frequenza con cui le onde nervose arrivano al cervello.
    Il ruolo dell’anestesia è proprio cercare di bloccare l’insorgenza di questi stimoli nervosi, in modo da poter rendere accessibili gli strati anatomici sottocutanei e permettere l’intervento chirurgico.

    L’anestesia locale dal dentista: quali farmaci vengono usati?

    Quando ci si sottopone a determinati interventi odontoiatrici potrebbe essere consigliata, o addirittura obbligatoria l’anestesia che renda impossibile la percezione del dolore nell’area interessata dall’operazione.
    I tipi di anestesia che vengono operati da un odontoiatra sono spesso di tipo locale, laddove il farmaco usato non va a bloccare la conduzione nervosa in fasci di nervi principali, ma solo in tronconi localizzati vicino alla zona su cui lavorerà il professionista, infatti la somministrazione del medicinale avviene in loco con l’uso di una siringa, di modo che possa perfondere negli strati sottocutanei e raggiungere le terminazioni nervose dolorifiche.
    La scelta del tipo di farmaco da usare viene operata tenendo in considerazione le seguenti variabili:

    • Complessità e durata dell’intervento.
    • Presenza di allergie.
    • Necessità di controllare il dolore anche dopo l’operazione.

    Quindi fondamentalmente il dentista sceglierà il composto adatto al paziente sulla base delle sue eventuali intolleranze a farmaci, tenendo di conto allo stesso del tempo di azione del farmaco, che deve durare per tutta la durata dell’intervento e anche oltre.
    In generale i farmaci che vengono usati per la maggiore in un’anestesia dentistica locale sono questi:

    • Anestetici Locali a breve durata: come Procaina e Clorprocaina.
    • Anestetici Locali a media durata d’azione: come Lidocaina e Prilocaina.
    • Anestetici Locali a lunga durata: come Bupivacaina, Ropivacaina, Levobupivacaina.

    In generale, da un punto di vista chimico i farmaci anestetici si somigliano tutti, provenendo quasi sempre da modifiche strutturali della molecola della cocaina, che oltre che essere una sostanza stupefacente è anche un potente e importante antidolorifico: questi composti vanno a bloccare le informazioni dolorifiche interferendo con le correnti di sodio a livello delle cellule nervose, impedendo la nascita dell’impulso elettrico.

    Anestesia totale dal dentista: quando viene fatta e che farmaci vengono usati

    I casi in cui viene usata l’anestesia totale a livello odontoiatrico non sono certo all’ordine del giorno, ma ci sono e tra questi spiccano sicuramente gli interventi di chirurgia maxillo-facciale e le operazioni di implantologia, molto lunghe e stressanti per il paziente.
    In questo caso il farmaco non viene iniettato in delle terminazioni nervose locali, ma in endovena in modo che la perfusione del composto sia sistemica, o per via inalatoria, se il farmaco è di tipo gassoso.
    I composti che vengono usati più spesso sono: 

    • Fentanil, derivato dell’oppio.
    • Sevoflurano, composto del fluoro.
    • Ketamina, un’ammina ciclica con potenti effetti anche al sistema nervoso centrale.
    • Propofol.

    Effetti collaterali dell’anestesia dal dentista

    Anche l’anestesia dal dentista può avere effetti collaterali; anzitutto potrebbero verificarsi delle reazioni allergiche al farmaco somministrato: per questo l’intervento anestetico viene sempre anticipato da un colloquio con il paziente, durante il quale il dentista si informa di eventuali allergie, di cui egli sia a conoscenza; raramente però i farmaci impiegati possono contenere delle sostanze, a cui il paziente non sapeva di essere allergico, e in tali casi il loro impiego potrà dar luogo a delle particolari reazioni di ipersensibilità dell’area in cui è stato somministrato il farmaco, comunque transitorie con un decorso di pochi muniti o al più qualche ora.

    Per questo motivo è importante investigare le allergie a farmaci da parte del paziente, oltre che la presenza di altri trattamenti farmacologici in atto e calibrare la posologia e la quantità del farmaco anestetico somministrato. In generale, comunque, la probabilità con cui possono accadere reazioni allergiche gravi è assai eccezionale e rara, e confinata solo a condizioni particolari come presenza di insufficienza renale e epatica; tra queste possiamo citare:

    • Paralisi dei nervi facciali.
    • Trisma mandibolare.
    • Reazioni allergiche: orticaria, shock anafilattico, eritema cutaneo, crisi respiratoria e/o ipotensiva.
    • Reazioni tossiche: tachicardia, cefalea o emicrania, ansia, pallore, tremore, crisi respiratoria.

    Fonti

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