La schizofrenia è un disturbo psichiatrico invalidante che colpisce il cervello e che rappresenta un ostacolo nella vita di tutti i giorni. Fortunatamente, al giorno d’oggi esistono farmaci che possono alleviare i sintomi di questo disturbo. Vediamo insieme quali sono i principi attivi più comuni.
Schizofrenia: cos’è?
La schizofrenia, come accennato, è un disturbo caratterizzato da alterazioni nel modo di percepire, giudicare e pensare la realtà. Il termine fu coniato dallo psichiatra svizzero Eugen Bleuler e deriva dall’unione di due parole di origine greca: schizo (scissione) e frenia (mente).
La schizofrenia si caratterizza per:
- psicosi: perdita del contatto con la realtà;
- allucinazioni: false percezioni della realtà che una persona ha, come il fatto di poter sentire della voci che non esistono;
- deliri: falsi convincimenti;
- linguaggio e comportamento disorganizzati;
- appiattimento dell’affettività;
- deficit cognitivi come la compromissione del ragionamento.
Sintomi della schizofrenia
La malattia si caratterizza da una fase iniziale, detta prodromica, i cui sintomi sono poco specifici, fino ad arrivare alla malattia affermata che prevede sintomi classificabili in quattro categorie principali:
- sintomi positivi: allucinazioni e deliri;
- sintomi negativi: diminuzione o perdita delle funzioni normali e affettività;
- sintomi cognitivi: deficit della memoria, elaborazione informazioni e risoluzione problemi;
- sintomi disorganizzati: disturbo del pensiero con comportamento bizzarro.
La malattia esordisce prevalentemente con deliri e allucinazioni in maniera acuta, nel giro di pochi giorni e settimane. Tuttavia, i pazienti possono manifestare sintomi di una o più categorie.
Diagnosticare la schizofrenia
Non esistono test definitivi per diagnosticare la schizofrenia. La valutazione si basa su una valutazione globale dell’anamnesi, sintomi e segnali. Di grande importanza sono anche le opinioni che familiari e amici stretti riportano riguardo al paziente poiché aiutano ad avere una visione più ampia e completa del disturbo.
Una cosa è certa: quanto prima viene fatta e trattata la diagnosi, tanto migliore sarà il risultato.
Secondo il DSM-5 (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders), la diagnosi di tale malattia richiede entrambe le seguenti condizioni:
- sintomi caratteristici (deliri, allucinazioni, eloquio disorganizzato, sintomi negativi) per un periodo di almeno 6 mesi;
- segni prodromici o attenuati di malattia con diminuzione del funzionamento sociale, lavorativo o della cura di sé che comprenda almeno un mese di sintomi attivi.
È bene sottolineare che la psicosi non è soltanto associabile alla schizofrenia. La psicosi dovuta da altri disturbi, come l’uso di sostanze, si esclude tramite l’anamnesi e vari approfondimenti clinici.
Trattamento farmacologico della schizofrenia
Purtroppo, non esistono farmaci mirati a debellare la malattia. Il trattamento consiste in una terapia farmacologica volta ad alleviare i sintomi, affiancata da riabilitazione attraverso i servizi di sostegno sociale e la psicoterapia. Spetta al medico decidere posologia e principio attivo adatti tenendo in considerazione la gravità e avanzamento della malattia.
I farmaci che vengono prescritti sono farmaci antipsicotici che risultano efficaci nella riduzione o eliminazione di sintomi di psicosi. Si suddividono in:
- antipsicotici di prima generazione;
- antipsicotici di seconda generazione.
Questi ultimi offrono alcuni vantaggi in termini di efficacia e riduzione della probabilità di sviluppo di un disturbo del movimento involontario ed effetti collaterali.
Antipsicotici
Tra i farmaci antipsicotici più conosciuti si possono citare:
- clorpromazina;
- aloperidolo;
- perfenazina;
- flufenazina;
- olanzapina;
- lumateperone: è l’antipsicotico di seconda generazione più recente;
- clozapina, farmaco di seconda generazione molto efficace che tratta sintomi come allucinazioni ma che può causare agranulocitosi (perdita di globuli bianchi).
Come agiscono gli antipsicotici?
Gli antipsicotici agiscono influenzando la modalità con cui le informazioni vengono trasmesse ai neuroni. L’informazione viaggia sotto forma di impulso elettrico lungo un “condotto”, chiamato assone. Una volta che gli impulsi raggiungono la parte finale dell’assone, viene rilasciata una sostanza chimica, chiamata neurotrasmettitore.
La psicosi si caratterizza per un’eccessiva attività delle cellule sensibili al neurotrasmettitore dopamina. Pertanto, l’obiettivo di questi farmaci è quello di bloccare i recettori.
Effetti collaterali
Sfortunatamente, come tutti i medicinali, ci sono degli effetti collaterali. Sono svariati gli effetti collaterali che le persone manifestano assumendo questa tipologia di farmaci e si possono differenziare a seconda della tipologia di farmaco.
Gli antipsicotici convenzionali possono provocare:
- sonnolenza;
- rigidità muscolare;
- tremori;
- aumento del peso;
- acatisia (agitazione psicomotoria);
- alterazioni mestruali.
I farmaci di seconda generazione, invece, hanno meno effetti collaterali. Il rischio di sviluppo di tremori e irrigidimento dei muscoli è nettamente inferiore con l’utilizzo di questi antipsicotici. Inoltre, possono ridurre sintomi positivi e negativi in maniera più marcata rispetto a quelli convenzionali.
Tuttavia, pare che la maggior parte dei farmaci di seconda generazione causi un eccessivo aumento di peso con elevati livelli di trigliceridi. Inoltre la presenza di questi farmaci all’interno dell’organismo rende meno efficace l’insulina, aumentando il rischio di sviluppo di diabete di tipo 2.
Pertanto, i livelli di glucosio e lipidi devono essere costantemente controllati attraverso esami del sangue periodici.
Inoltre, l’assunzione di antipsicotici, alla lunga, può portare ad2222 una condizione chiamata discinesia tardiva, un disturbo del movimento involontario caratterizzato da contrazione di labbra e lingua, spasmi delle braccia e gambe.
Metodo di assunzione
Solitamente, i principi attivi vengono assunti in forma liquida, compresse o via intramuscolare. Una volta iniziata la terapia farmacologica, i sintomi come allucinazioni possono scomparire in pochi giorni, mentre i deliri possono impiegare anche alcune settimane.
Trovare il farmaco giusto non è semplice, ma medici e pazienti possono collaborare al fine di trovare il farmaco migliore e la posologia adeguata per alleviare i sintomi dettati dalla schizofrenia, cercando di vivere in maniera migliore.
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